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Furto aggravato: quando è reato il furto d’acqua

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per furto aggravato a carico di quattro persone per aver sottratto acqua dalla rete pubblica. La sentenza chiarisce importanti principi: il furto di un bene destinato a pubblico servizio, come l’acqua, costituisce un furto aggravato procedibile d’ufficio. Inoltre, la Corte ha rigettato il ricorso basato sul travisamento della prova, specificando che il suo ruolo non è rivalutare i fatti, ma controllare la logicità della motivazione. Infine, è stata esclusa la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa dell’impossibilità di quantificare il danno e dell’inerzia degli imputati.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto aggravato: la Cassazione sul furto d’acqua dalla rete pubblica

Il furto aggravato di beni destinati a un pubblico servizio, come l’acqua, è una fattispecie di reato che presenta implicazioni procedurali e sostanziali di rilievo. Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un caso di sottrazione illecita di acqua, offrendo chiarimenti cruciali sulla corretta qualificazione della circostanza aggravante, sui limiti del sindacato di legittimità in merito al vizio di “travisamento della prova” e sull’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

I fatti di causa

Quattro persone venivano condannate in primo e secondo grado per il delitto di furto in concorso tra loro. L’oggetto del reato era una quantità imprecisata di acqua, sottratta alla società concessionaria del servizio idrico senza corrispondere il dovuto. La condotta veniva qualificata come furto aggravato ai sensi dell’art. 625, comma 1, n. 7 del codice penale, poiché il bene sottratto (l’acqua) era destinato a un pubblico servizio. Gli imputati venivano altresì condannati al risarcimento del danno in favore della parte civile.

Furto aggravato e motivi del ricorso

Gli imputati proponevano ricorso per Cassazione affidandosi a tre principali motivi:

1. Travisamento della prova: Lamentavano una contraddittorietà della motivazione, sostenendo che i giudici di merito avessero ignorato o male interpretato le prove documentali (bolle di accompagnamento per forniture d’acqua tramite autobotti) che, a loro dire, dimostravano un approvvigionamento idrico alternativo e lecito.
2. Errata applicazione della legge penale: Censuravano la qualificazione della circostanza aggravante. Secondo la difesa, si sarebbe dovuto contestare il furto di cose esposte alla pubblica fede, un’aggravante che avrebbe reso il reato procedibile solo a querela di parte. Poiché la querela era, a loro avviso, assente o invalida, l’azione penale non avrebbe dovuto essere esercitata.
3. Mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto: Contestavano la decisione dei giudici di non applicare la causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p., data la presunta minima entità del danno.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi del ricorso, ritenendoli in parte inammissibili e in parte infondati, fornendo una motivazione chiara e lineare su ciascun punto sollevato.

Sul travisamento della prova

La Corte ha ribadito un principio consolidato: il controllo di legittimità non consente una nuova valutazione delle prove. Il vizio di “travisamento della prova” è configurabile solo quando il giudice di merito abbia fondato la sua decisione su una prova inesistente o ne abbia travisato il contenuto in modo palese e decisivo. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente esaminato le fatture delle autobotti, ritenendole però inidonee a dimostrare un approvvigionamento esclusivo e costante, potendo essere giustificate da momentanee carenze del servizio pubblico. La motivazione dei giudici di merito è stata quindi giudicata logica e coerente, non un travisamento.

Sulla corretta qualificazione del furto aggravato

Questo è il punto giuridicamente più rilevante. La Cassazione ha chiarito che il motivo di ricorso era manifestamente infondato perché basato su un presupposto errato. L’aggravante contestata non era quella dell’esposizione alla pubblica fede, bensì quella, ben distinta, dell’aver commesso il fatto su cose “destinate a pubblico servizio”. L’acqua erogata tramite la rete idrica rientra pacificamente in questa categoria. Tale circostanza rende il delitto di furto procedibile d’ufficio, rendendo del tutto irrilevante ogni questione relativa alla presenza o alla validità della querela.

Sull’esclusione della particolare tenuità del fatto

Infine, la Corte ha confermato la decisione di non applicare l’art. 131-bis c.p. La motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta adeguata e corretta. Sebbene gli imputati fossero incensurati, due fattori sono stati considerati ostativi:
– L’entità del danno non poteva essere considerata particolarmente tenue, soprattutto perché la condotta illecita aveva reso impossibile quantificare con esattezza il volume di acqua sottratto.
– Gli imputati non avevano mostrato alcuna volontà di elidere o attenuare le conseguenze dannose del loro reato.

Le conclusioni

La sentenza consolida tre importanti principi. Primo, il ricorso per Cassazione per travisamento della prova richiede la dimostrazione di un errore palese e decisivo nella lettura del dato probatorio, non una semplice richiesta di riconsiderazione del merito. Secondo, il furto di acqua dalla rete pubblica integra la specifica circostanza aggravante della destinazione a pubblico servizio, che rende il reato procedibile d’ufficio. Terzo, per l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, il giudice deve valutare non solo l’entità del danno, ma anche la condotta complessiva dell’imputato, inclusa quella successiva al reato.

Che cos’è il ‘travisamento della prova’ e quando può essere motivo di ricorso in Cassazione?
Il ‘travisamento della prova’ è un vizio della sentenza che si verifica quando il giudice basa la sua decisione su una prova che non esiste o che è stata letta in modo palesemente contrario al suo contenuto effettivo. Secondo la sentenza, per essere un valido motivo di ricorso, questo errore deve essere decisivo e non può consistere in una semplice richiesta di una diversa interpretazione delle prove già valutate dal giudice di merito.

Perché il furto di acqua dalla rete idrica è considerato un furto aggravato procedibile d’ufficio?
Perché l’acqua erogata attraverso la rete pubblica è considerata un bene ‘destinato a pubblico servizio’. La sentenza chiarisce che questa specifica circostanza aggravante (prevista dall’art. 625, n. 7, c.p.) rende il reato di furto procedibile d’ufficio, cioè l’azione penale viene avviata indipendentemente dalla querela della società che gestisce il servizio.

Per quale motivo in questo caso non è stata applicata la causa di non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’?
La Corte ha ritenuto che la causa di non punibilità non fosse applicabile per due ragioni principali: primo, l’offesa non poteva essere considerata di particolare tenuità perché la condotta illecita aveva reso impossibile quantificare l’esatto ammontare del danno economico subito dalla società erogatrice; secondo, gli imputati non avevano compiuto alcun atto per rimediare o ridurre le conseguenze del loro reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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