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Furto aggravato mezzo fraudolento: la Cassazione chiarisce

Una donna veniva condannata per furto aggravato dall’uso di mezzo fraudolento per aver sottratto merce da un supermercato utilizzando una borsa schermata. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, confermando che il reato si considera consumato una volta superate le casse, anche in presenza di sorveglianza. Inoltre, l’utilizzo della borsa schermata integra l’aggravante del mezzo fraudolento, in quanto accorgimento astuto volto a eludere i sistemi di controllo.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto Aggravato con Mezzo Fraudolento: Quando un Furto in Supermercato è Consumato?

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sul furto aggravato mezzo fraudolento, delineando con precisione il momento consumativo del reato all’interno di un supermercato e la natura degli accorgimenti che integrano tale aggravante. La Suprema Corte, dichiarando inammissibile il ricorso di un’imputata, ha ribadito principi giurisprudenziali consolidati, di fondamentale importanza pratica.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una donna condannata in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato ai sensi degli artt. 624 e 625, n. 2, del codice penale. L’imputata aveva sottratto della merce dagli scaffali di un supermercato, nascondendola all’interno di una borsa schermata con alluminio per eludere i sistemi antitaccheggio. Successivamente, aveva superato le casse senza effettuare il pagamento, venendo però fermata dal personale di sorveglianza.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputata ha presentato ricorso per Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. La richiesta di proscioglimento per improcedibilità, a seguito della Riforma Cartabia, per mancanza di querela.
2. La richiesta di riqualificare il reato da furto consumato a furto tentato, sostenendo che l’impossessamento non si fosse perfezionato a causa del costante controllo del personale.
3. La contestazione dell’aggravante del mezzo fraudolento, ritenendo che l’uso della borsa schermata non costituisse tale circostanza.

La Decisione della Corte sul Furto Aggravato con Mezzo Fraudolento

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno smontato le argomentazioni difensive, ribadendo principi consolidati in materia di furto nei supermercati e di furto aggravato mezzo fraudolento.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha affrontato prima le questioni relative alla qualificazione del reato. In linea con la sua giurisprudenza pacifica, ha stabilito che in tema di furto in supermercato, il reato si considera consumato e non semplicemente tentato nel momento in cui l’agente supera la barriera delle casse con la merce non pagata. È irrilevante che l’azione si sia svolta sotto il controllo del personale di sorveglianza, poiché il superamento di quella linea virtuale determina la sottrazione del bene dalla sfera di vigilanza e disponibilità del proprietario, realizzando il pieno impossessamento da parte del reo.

Per quanto riguarda l’aggravante del mezzo fraudolento, la Corte ha chiarito che essa sussiste in presenza di “qualunque azione insidiosa, improntata ad astuzia o scaltrezza, atta a soverchiare o sorprendere la contraria volontà del detentore della cosa”. L’utilizzo di una borsa schermata in alluminio è stato ritenuto un tipico esempio di tale accorgimento, in quanto predisposto specificamente per neutralizzare le misure di sicurezza (i sistemi antitaccheggio) e vanificare la difesa del patrimonio. La Corte ha inoltre precisato che, per la configurabilità dell’aggravante, è sufficiente la predisposizione di tali accorgimenti fraudolenti, a prescindere dal loro effettivo funzionamento.

Infine, riguardo al primo motivo di ricorso (mancanza di querela), la Corte ha applicato il principio secondo cui la declaratoria di inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza delle altre censure esonera il giudice dal verificare le condizioni di procedibilità sopravvenute, come quelle introdotte dalla Riforma Cartabia. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile nel suo complesso.

Le Conclusioni

L’ordinanza rafforza due principi chiave. Primo, il furto in un esercizio commerciale si perfeziona con l’attraversamento delle casse, segnando il confine tra tentativo e consumazione. Secondo, l’aggravante del mezzo fraudolento non richiede stratagemmi particolarmente complessi: anche la preparazione di strumenti semplici ma maliziosi, come una borsa schermata, è sufficiente a integrarla, in quanto dimostra una premeditazione e un’astuzia volte a superare le difese del soggetto passivo. Questa pronuncia serve da monito, sottolineando come il sistema giudiziario valuti non solo l’atto della sottrazione, ma anche le modalità insidiose con cui viene pianificato ed eseguito.

Quando si considera consumato un furto in un supermercato?
Secondo la giurisprudenza costante della Cassazione, il furto si considera consumato, e non solo tentato, quando la merce prelevata e non pagata supera la barriera delle casse. Questo vale anche se l’azione è avvenuta sotto il controllo del personale di sorveglianza.

L’utilizzo di una borsa schermata costituisce un ‘mezzo fraudolento’?
Sì, la Corte ha confermato che l’uso di una borsa schermata in alluminio per eludere i sistemi antitaccheggio integra la circostanza aggravante del mezzo fraudolento. Tale condotta è considerata un accorgimento astuto e insidioso, idoneo a vanificare le misure di difesa predisposte dal negozio.

Perché la Cassazione non ha esaminato la questione della mancanza di querela dopo la riforma Cartabia?
La Corte non ha esaminato la questione perché ha dichiarato il ricorso inammissibile per altre ragioni (la manifesta infondatezza degli altri motivi). Secondo un principio consolidato, la pronuncia di inammissibilità del ricorso esonera il giudice dal verificare il rispetto dei termini di presentazione della querela eventualmente richiesti da una normativa sopravvenuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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