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Furto aggravato: la placca antitaccheggio non basta

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per furto aggravato. La difesa sosteneva che la presenza di una placca antitaccheggio sulla merce escludesse l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede. La Corte ha ribadito che tale dispositivo, limitandosi a un allarme acustico al varco, non costituisce un sistema di sorveglianza idoneo a impedire la sottrazione, confermando quindi la sussistenza del furto aggravato.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto aggravato: la placca antitaccheggio non esclude il reato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna ad affrontare un tema molto comune nella pratica quotidiana: il furto nei negozi. La questione centrale riguarda l’efficacia delle placche antitaccheggio e se la loro presenza sia sufficiente a escludere il furto aggravato per esposizione della merce alla pubblica fede. La risposta dei giudici è chiara e conferma un orientamento consolidato: questi dispositivi non bastano a eliminare l’aggravante.

I Fatti del Caso

Un individuo, dopo essere stato condannato in Corte d’Appello per il furto di alcuni prodotti dotati di placca antitaccheggio all’interno di un esercizio commerciale, ha presentato ricorso in Cassazione. La sua tesi difensiva si basava sull’idea che la presenza del dispositivo di sicurezza escludesse di fatto l’aggravante prevista dall’articolo 625, n. 7, del codice penale, ovvero l’aver commesso il fatto su cose esposte per necessità o consuetudine alla pubblica fede. Secondo il ricorrente, la placca costituiva una forma di controllo che impediva di considerare la merce come semplicemente ‘affidata’ all’onestà dei clienti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione dei giudici di merito. La condanna per furto aggravato è stata quindi resa definitiva. Oltre a ciò, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché la Placca Antitaccheggio non Esclude il Furto Aggravato

La Corte ha fondato la sua decisione su un ragionamento giuridico consolidato, che distingue nettamente i diversi tipi di sistemi di sicurezza. Le motivazioni principali possono essere riassunte nei seguenti punti:

L’Esposizione alla Pubblica Fede nei Negozi

I giudici hanno ribadito che la merce esposta sugli scaffali di un negozio si considera, per definizione, esposta alla pubblica fede. Il commerciante, per necessità operativa, ripone fiducia nel comportamento corretto della generalità dei clienti, non potendo esercitare una sorveglianza continua e diretta su ogni singolo articolo. Questa condizione di ‘affidamento’ è proprio ciò che la norma intende tutelare con l’aggravante.

L’Inefficacia della Placca Antitaccheggio come Difesa Attiva

Il punto cruciale della sentenza è la valutazione della placca antitaccheggio. La Corte ha specificato che tale dispositivo non costituisce un sistema di sorveglianza efficace a impedire la sottrazione del bene. Esso, infatti, si limita a generare un allarme acustico dopo che la sottrazione si è consumata e solo al momento del passaggio alle barriere poste all’uscita. Non garantisce un controllo a distanza in tempo reale che possa prevenire l’impossessamento della merce. Di conseguenza, non fa venir meno la condizione di esposizione alla pubblica fede. La situazione sarebbe diversa solo in presenza di un sistema di sorveglianza specificamente efficace, come una videosorveglianza continua con personale dedicato a monitorare gli schermi, in grado di intervenire immediatamente.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma che sottrarre un prodotto da un negozio, anche se munito di placca antitaccheggio, configura un furto aggravato. Per gli esercenti commerciali, ciò significa che l’adozione di questi sistemi, pur essendo un utile deterrente, non modifica la qualificazione giuridica del reato subito. Per chi commette il furto, la conseguenza è una pena potenzialmente più severa rispetto a un furto semplice. La decisione sottolinea come la legge distingua tra sistemi che prevengono attivamente il reato e quelli che si limitano a segnalarlo a fatto compiuto.

Perché il furto di merce con placca antitaccheggio è considerato aggravato?
Perché la placca antitaccheggio non impedisce la sottrazione del bene, ma si limita a segnalarla acusticamente al passaggio alle casse. La merce rimane quindi ‘esposta alla pubblica fede’, ovvero affidata all’onestà dei clienti, condizione che integra l’aggravante prevista dall’art. 625, n. 7, c.p.

Quale tipo di sorveglianza escluderebbe l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede?
L’aggravante sarebbe esclusa solo in presenza di un sistema di sorveglianza specificamente efficace nell’impedire la sottrazione, come un controllo a distanza costante e diretto (ad esempio, videosorveglianza con personale che monitora attivamente) che permette un intervento immediato prima che il furto si consumi.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione nel caso esaminato?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna per furto aggravato. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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