LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Furto aggravato in ospedale: quando è procedibile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 38349/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto in un ospedale. Il ricorrente sosteneva la necessità della querela, ma la Corte ha ribadito che il furto aggravato commesso in luoghi come ospedali, considerati stabilimenti pubblici, è procedibile d’ufficio. La decisione chiarisce che l’aggravante sussiste per la natura pubblica del luogo, a prescindere dalla proprietà del bene sottratto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto Aggravato in Ospedale: Procedibilità d’Ufficio Confermata

La Corte di Cassazione ha recentemente chiarito un punto fondamentale in materia di furto aggravato, stabilendo che quando questo reato viene commesso all’interno di un ospedale, si procede sempre d’ufficio, senza necessità di una querela da parte della vittima. L’ordinanza n. 38349 del 2024 della Settima Sezione Penale rigetta il ricorso di un imputato, consolidando un principio di grande rilevanza pratica, soprattutto alla luce delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia.

I Fatti del Caso: Un Ricorso contro la Procedibilità

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un uomo condannato per un furto commesso all’interno di una struttura ospedaliera. La sua difesa sosteneva che, a seguito della Riforma Cartabia, il reato dovesse essere considerato procedibile solo a querela della persona offesa. Poiché tale querela mancava, secondo il ricorrente, l’azione penale non avrebbe dovuto essere iniziata e la sentenza di condanna andava annullata.

La tesi difensiva si basava su un’interpretazione delle nuove norme che, a loro dire, avrebbero reso la querela una regola generale per il reato di furto, salvo eccezioni non applicabili al caso di specie.

La Questione Giuridica: Il furto aggravato dopo la Riforma Cartabia

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 624, terzo comma, del codice penale, come modificato dal D.lgs. n. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia). La nuova norma stabilisce che il delitto di furto è punibile a querela. Tuttavia, prevede un’importante eccezione: si procede d’ufficio se ricorre una delle circostanze aggravanti previste dall’articolo 625, tra cui quella del numero 7.

L’aggravante del Luogo Pubblico

L’articolo 625, n. 7, c.p. prevede un’aggravante per il furto commesso su cose “esistenti in uffici o stabilimenti pubblici, o sottoposte a sequestro o a pignoramento, o destinate a pubblico servizio o a pubblica utilità, difesa o reverenza”. La domanda cruciale era: un ospedale rientra in questa categoria? E la sottrazione di un bene personale (come un portafogli) all’interno di esso integra questa specifica aggravante?

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile. I giudici hanno confermato senza esitazioni che il reato contestato era procedibile d’ufficio, non necessitando di alcuna querela.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su una consolidata giurisprudenza. In primo luogo, ha affermato che un ospedale, inserito nel servizio sanitario nazionale, è a tutti gli effetti uno “stabilimento pubblico”. La qualificazione di “pubblico” non deriva dalla proprietà dell’immobile (che può essere anche privata), ma dal fine di pubblico interesse o utilità a cui la struttura è destinata.

In secondo luogo, la Corte ha ribadito che l’aggravante del furto aggravato in luogo pubblico sussiste anche se il bene sottratto non appartiene all’ente pubblico o a un suo dipendente, e persino se non ha alcuna attinenza con le funzioni svolte nell’edificio. La ratio della norma, spiegano i giudici, è quella di garantire una tutela rafforzata al rispetto dovuto alla Pubblica Amministrazione e alla maggiore fiducia che si ripone nella conservazione dei beni che si trovano nei suoi uffici.

Di conseguenza, il furto di un portafogli lasciato incustodito da un’impiegata o da un visitatore all’interno di un ospedale integra pienamente la circostanza aggravante, rendendo il reato procedibile d’ufficio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio di diritto chiaro: la Riforma Cartabia, pur avendo ampliato la procedibilità a querela per il furto semplice, non ha intaccato la procedibilità d’ufficio per il furto aggravato commesso in stabilimenti pubblici come gli ospedali. La natura pubblica del luogo prevale, attivando una risposta sanzionatoria automatica da parte dello Stato per proteggere la sicurezza e l’affidamento dei cittadini che frequentano tali strutture. La decisione serve da monito, sottolineando che la tutela penale in contesti di pubblica utilità rimane massima, indipendentemente dalla volontà della singola persona offesa di sporgere o meno querela.

Il furto di un oggetto personale in un ospedale richiede la querela della vittima per essere punito?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un ospedale è uno stabilimento pubblico. Pertanto, il furto commesso al suo interno è sempre considerato aggravato ai sensi dell’art. 625, n. 7 c.p. e, di conseguenza, è procedibile d’ufficio, anche senza la querela della persona offesa.

Cosa si intende per ‘stabilimento pubblico’ ai fini dell’aggravante del furto?
Uno stabilimento è considerato ‘pubblico’ in base al fine di pubblico interesse o utilità a cui è destinato. La qualifica non dipende dalla proprietà (pubblica o privata) o dal tipo di gestione, ma dalla funzione svolta. Un ospedale del servizio sanitario nazionale rientra pienamente in questa definizione.

La Riforma Cartabia ha reso tutti i furti punibili solo a querela?
No. La riforma ha stabilito come regola generale la procedibilità a querela per il furto (art. 624 c.p.), ma ha mantenuto la procedibilità d’ufficio per tutte le ipotesi in cui ricorra una delle circostanze aggravanti previste dall’articolo 625 del codice penale, come appunto il furto in un ufficio o stabilimento pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati