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Furto aggravato energia elettrica: quando è d’ufficio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato di energia elettrica. L’imputato sosteneva la mancanza di procedibilità a seguito della Riforma Cartabia. La Corte ha chiarito che, essendo il furto commesso su cose destinate a pubblica utilità, il reato rimane procedibile d’ufficio, senza necessità di querela.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto Aggravato di Energia Elettrica: Procedibilità d’Ufficio anche dopo la Riforma Cartabia

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale in materia di furto aggravato di energia elettrica, confermando la sua procedibilità d’ufficio nonostante le modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia. La decisione sottolinea come la natura del bene sottratto, destinato a pubblica utilità, mantenga il reato perseguibile dallo Stato senza necessità di una querela da parte della società erogatrice.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo, in primo e secondo grado, per il reato di furto aggravato di energia elettrica. La pena inflitta era di sei mesi di reclusione e 200,00 euro di multa.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su un unico motivo: la presunta mancanza della condizione di procedibilità. Secondo la tesi difensiva, a seguito della cosiddetta “Riforma Cartabia” (d.lgs. n. 150/2022), il delitto di furto sarebbe diventato procedibile solo a querela di parte. Poiché nel suo caso mancava tale querela, l’azione penale non avrebbe dovuto proseguire.

Il Ricorso e la Riforma Cartabia sul Furto Aggravato di Energia Elettrica

L’argomentazione dell’imputato si fondava su una lettura parziale delle novità legislative. La Riforma Cartabia ha effettivamente modificato il regime di procedibilità per il reato di furto semplice (art. 624 c.p.), rendendolo procedibile a querela. Tuttavia, il legislatore ha previsto delle importanti eccezioni, specialmente per le ipotesi di furto aggravato.

La difesa ha tentato di far leva su questa modifica generale, omettendo di considerare le specifiche clausole di salvaguardia inserite nella norma proprio per casi come quello in esame.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo il motivo proposto manifestamente infondato. I giudici hanno spiegato in modo chiaro e inequivocabile che il ragionamento della difesa non teneva conto della specifica circostanza aggravante contestata.

Nel caso del furto aggravato di energia elettrica, ricorre l’aggravante di aver commesso il fatto su cose destinate a pubblica utilità, prevista dall’articolo 625, n. 7, del codice penale. La stessa Riforma Cartabia, nel modificare l’articolo 624 c.p., ha fatto esplicitamente salva l’ipotesi in cui ricorra tale circostanza.

La norma (art. 2, comma 1, lett. b) del d.lgs. 150/2022) stabilisce che il delitto di furto rimane procedibile d’ufficio quando è aggravato, tra le altre, dalla circostanza di aver sottratto un bene destinato a un servizio pubblico o di pubblica utilità. L’energia elettrica rientra pacificamente in questa categoria. Di conseguenza, la Corte ha concluso che il reato contestato era, e rimane, procedibile d’ufficio. Il ricorso è stato giudicato privo di un adeguato confronto con le argomentazioni della sentenza impugnata, che aveva già correttamente evidenziato la sussistenza dell’aggravante e la conseguente procedibilità d’ufficio.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Suprema Corte ribadisce un principio giuridico di notevole importanza pratica: il furto aggravato di energia elettrica non è stato interessato dalla modifica del regime di procedibilità introdotta dalla Riforma Cartabia. La natura pubblica del bene sottratto giustifica il mantenimento della procedibilità d’ufficio, consentendo allo Stato di perseguire il reato indipendentemente dalla volontà della parte offesa. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, a conferma della totale infondatezza del suo ricorso.

Dopo la Riforma Cartabia, per il furto di energia elettrica è sempre necessaria la querela della persona offesa?
No. Se il furto di energia elettrica è aggravato dalla circostanza di essere stato commesso su cose destinate a pubblica utilità, come nel caso di specie, il reato rimane procedibile d’ufficio e non è necessaria la querela.

Quale circostanza aggravante rende il furto di energia elettrica procedibile d’ufficio?
La circostanza aggravante prevista dall’art. 625, n. 7 del codice penale, ovvero l’aver commesso il fatto su cose destinate a pubblica utilità. La Riforma Cartabia ha mantenuto la procedibilità d’ufficio per i furti caratterizzati da questa specifica aggravante.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato era infondato e non si confrontava adeguatamente con le motivazioni della sentenza impugnata. La Corte d’Appello aveva già correttamente spiegato che la presenza dell’aggravante della pubblica utilità rendeva il reato procedibile d’ufficio, un punto che il ricorrente non ha saputo validamente contestare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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