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Furto aggravato di energia: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14294/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per furto aggravato di energia elettrica. Il ricorso è stato respinto perché i motivi erano in parte nuovi e in parte manifestamente infondati, confermando la condanna per aver sottratto elettricità tramite un allaccio abusivo, eludendo il contatore e pagando un corrispettivo irrisorio.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto Aggravato di Energia: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata su un caso di furto aggravato di energia elettrica, confermando la condanna emessa nei gradi di merito. Con l’ordinanza in esame, i giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputata, fornendo importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei motivi di ricorso e sulla configurabilità del reato contestato. Questa decisione ribadisce principi fondamentali sia di diritto penale sostanziale che processuale.

Il Caso: Sottrazione di Elettricità con Allaccio Abusivo

I fatti alla base della vicenda riguardano una condotta protratta nel tempo. L’imputata, titolare di un’utenza per la fornitura di energia elettrica, aveva realizzato un collegamento abusivo per prelevare elettricità “in nero”, bypassando il contatore ufficiale. In questo modo, per diversi anni, aveva consumato ingenti quantità di energia pagando al fornitore un corrispettivo irrisorio e non corrispondente al consumo effettivo.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano riconosciuto la sua colpevolezza per il reato di furto pluriaggravato, ai sensi degli articoli 624 e 625, numeri 2 e 7, del codice penale.

I Motivi del Ricorso e l’Analisi della Cassazione

L’imputata ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su un unico motivo, volto a contestare l’aggravante prevista dall’articolo 625, n. 7 c.p. (aver commesso il fatto su cose destinate a pubblico servizio). La difesa ha sollevato due questioni distinte.

La Procedibilità d’Ufficio per il Furto su Beni a Servizio Pubblico

In primo luogo, si contestava la condizione di procedibilità. La Corte ha ritenuto questa obiezione manifestamente infondata. Il capo di imputazione, infatti, contestava esplicitamente la suddetta aggravante, facendo espresso richiamo alla norma di legge e al concetto di “pubblico servizio”. La presenza di tale circostanza rende il reato di furto procedibile d’ufficio, anche alla luce delle recenti modifiche normative (D.Lgs. 150/2022), senza che sia necessaria la querela della persona offesa.

L’Inammissibilità del Motivo sul Furto aggravato di energia

In secondo luogo, si contestava la sussistenza stessa dell’aggravante. Su questo punto, la Cassazione ha dichiarato il motivo inammissibile per due ragioni concorrenti:
1. Novità del motivo: La censura era da considerarsi “inedita”, in quanto non era stata specificamente dedotta con l’atto di appello. La generica contestazione presentata nel precedente grado di giudizio non poteva essere considerata sufficiente. Introdurre un argomento così specifico per la prima volta in Cassazione viola le regole processuali.
2. Manifesta infondatezza: Il motivo era comunque palesemente infondato e basato su una valutazione dei fatti. La Corte ha sottolineato come la sentenza d’appello avesse motivato in modo chiaro e logico, evidenziando che l’imputata aveva consapevolmente prelevato gran parte dell’energia consumata “in nero”, utilizzando un allaccio abusivo per procurarsi l’elettricità.

Le Motivazioni della Decisione della Suprema Corte

La Suprema Corte ha rilevato che il ricorso, di fatto, non si confrontava con la solida motivazione della sentenza impugnata. Tentava, piuttosto, di ottenere una nuova valutazione del merito della vicenda, compito che non rientra nelle funzioni della Corte di Cassazione, la quale è giudice di legittimità e non di fatto.
Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile quando i motivi proposti sono generici, si basano su argomenti non sollevati in appello (motivi inediti) o sono manifestamente infondati. In questo caso, la Corte ha riscontrato la presenza di tali vizi, che hanno impedito un esame nel merito delle questioni sollevate.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Pronuncia

La decisione consolida due importanti principi. Sul piano processuale, ribadisce che i motivi di ricorso in Cassazione devono essere specifici e non possono introdurre per la prima volta censure che dovevano essere formulate nei gradi di merito. Sul piano sostanziale, conferma che il furto di energia elettrica, bene destinato a un servizio pubblico essenziale, integra la specifica circostanza aggravante che rende il reato più grave e procedibile d’ufficio. Di conseguenza, la condanna dell’imputata è diventata definitiva, con l’aggiunta del pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Perché il motivo di ricorso relativo alla sussistenza dell’aggravante è stato respinto?
La Corte di Cassazione lo ha respinto perché era un “motivo inedito”, cioè non era stato specificamente sollevato nel precedente atto di appello, e perché era “manifestamente infondato”, in quanto si limitava a contestare i fatti già accertati dalla sentenza impugnata.

Il furto di energia elettrica è sempre perseguibile d’ufficio?
No, ma lo diventa quando sussiste la circostanza aggravante di aver commesso il fatto su cose destinate a un pubblico servizio, come l’energia elettrica fornita da un gestore, ai sensi dell’art. 625, n. 7, del codice penale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta che la sentenza di condanna diventa definitiva e non più impugnabile. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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