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Furto aggravato: bus è infrastruttura? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25165/2025, ha stabilito che il furto aggravato di carburante da un autobus di linea rientra nell’ipotesi di reato commesso su “infrastrutture” destinate a servizi di trasporto. Di conseguenza, il reato è procedibile d’ufficio e non richiede la querela della persona offesa. La Corte ha annullato con rinvio la sentenza d’appello che aveva prosciolto gli imputati per mancanza di querela, fornendo un’interpretazione estensiva del concetto di infrastruttura.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto aggravato: un autobus è ‘infrastruttura’? La Cassazione fa chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un’interessante questione sulla qualificazione del furto aggravato commesso su beni mobili essenziali per un servizio pubblico. La pronuncia chiarisce se un autobus di linea possa essere considerato ‘infrastruttura’ ai sensi dell’art. 625, n. 7-bis del codice penale e quali siano le conseguenze in termini di procedibilità del reato, soprattutto alla luce delle recenti riforme legislative.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una complessa vicenda giudiziaria che vedeva coinvolti numerosi imputati per diversi reati, tra cui traffico di sostanze stupefacenti e furto. Nello specifico, alcuni degli imputati erano accusati di aver sottratto, in più occasioni, carburante dai serbatoi degli autobus di una società concessionaria del servizio di trasporto pubblico locale.

La Corte di Appello, riformando la sentenza di primo grado, aveva prosciolto gli imputati da queste accuse per mancanza di querela. Secondo i giudici di secondo grado, il furto di carburante da un autobus non poteva rientrare nella specifica aggravante prevista per i furti commessi su ‘infrastrutture destinate all’erogazione di servizi di trasporto’, ritenendo che tale nozione si riferisse esclusivamente a strutture fisse, come binari o stazioni, e non a beni mobili come i veicoli.

La Questione Giuridica sul Furto Aggravato

Il Procuratore generale ha proposto ricorso per cassazione, contestando l’interpretazione restrittiva della Corte di Appello. Il cuore del problema giuridico era stabilire se il termine ‘infrastrutture’, ai fini dell’applicazione dell’aggravante del furto aggravato di cui all’art. 625, n. 7-bis c.p., includa anche beni mobili strumentali all’esercizio del servizio pubblico, come gli autobus.

La risoluzione di tale questione è decisiva, poiché la presenza di questa aggravante rende il reato di furto procedibile d’ufficio. In sua assenza, e a seguito della riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), il furto semplice sarebbe procedibile solo a querela della persona offesa, la cui mancanza, nel caso di specie, aveva portato al proscioglimento in appello.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore generale, ritenendolo fondato e fornendo un’interpretazione estensiva e funzionale della norma. I giudici hanno chiarito che l’obiettivo della norma incriminatrice è quello di tutelare la continuità e l’efficienza dei servizi pubblici essenziali, sanzionando più gravemente le condotte che li mettono a rischio.

Limitare il concetto di ‘infrastruttura’ alle sole strutture fisse sarebbe contrario alla ratio della legge. Un servizio di trasporto pubblico su gomma, infatti, non può operare senza i suoi mezzi, gli autobus, che ne costituiscono il cuore operativo. La sottrazione di carburante, rendendo il veicolo inutilizzabile, compromette direttamente l’erogazione del servizio, proprio come farebbe un danno a una struttura fissa.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito che devono essere considerati ‘infrastrutture’ tutti i beni, sia mobili che immobili, strettamente funzionali all’erogazione del servizio. Un autobus, pertanto, rientra a pieno titolo in questa categoria. Questo principio ha portato all’annullamento della sentenza impugnata sul punto, con rinvio ad un’altra sezione della Corte di Appello per un nuovo giudizio che tenga conto della corretta qualificazione del fatto come furto aggravato e, quindi, procedibile d’ufficio.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto fermo nell’interpretazione del reato di furto aggravato. Estendendo la nozione di ‘infrastruttura’ ai beni mobili essenziali per i servizi pubblici, la Cassazione rafforza la tutela di questi ultimi contro atti predatori che possono comprometterne la funzionalità. La decisione chiarisce che la procedibilità d’ufficio è garantita non solo quando il furto riguarda componenti di strutture fisse, ma anche quando colpisce elementi indispensabili, sebbene mobili, come il carburante di un autobus di linea. Per quanto riguarda gli altri ricorsi, la Corte li ha in gran parte dichiarati inammissibili, salvo annullare con rinvio la sentenza per un imputato limitatamente alla valutazione sulla recidiva, che era stata omessa dalla Corte di Appello.

Il furto di carburante da un autobus di linea è considerato furto aggravato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione. La sottrazione di carburante da un autobus adibito a servizio pubblico di trasporto rientra nell’ipotesi di furto aggravato ai sensi dell’art. 625, n. 7-bis c.p., perché l’autobus è considerato parte integrante dell’infrastruttura necessaria all’erogazione del servizio.

Per perseguire il furto di carburante da un autobus di linea è necessaria la querela?
No. Poiché il fatto viene qualificato come furto aggravato ai sensi del n. 7-bis dell’art. 625 c.p., il reato è procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale può essere avviata dal Pubblico Ministero senza che la società di trasporti (persona offesa) debba presentare una formale querela.

Qual è la differenza tra connivenza e concorso di persone nel reato?
La sentenza ribadisce che la connivenza consiste in una condotta puramente passiva e omissiva di chi assiste alla commissione di un reato senza fornire alcun contributo. Il concorso di persone nel reato, invece, richiede una condotta positivamente attiva, anche se di semplice agevolazione, che fornisca un contributo causale alla realizzazione dell’illecito. La sola connivenza non è punibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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