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Fungibilità della pena: la Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un condannato che chiedeva di sottrarre dalla sua pena un periodo di detenzione scontato ‘sine titulo’ (senza un provvedimento legittimo). La Corte ha ribadito che la fungibilità della pena non si applica se la detenzione è avvenuta prima della commissione dei reati per i quali si deve scontare la condanna. Questo principio vale anche per i reati permanenti, come l’associazione a delinquere, se la condotta illecita è proseguita anche dopo il periodo di detenzione da computare.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fungibilità della pena: la Cassazione stabilisce i limiti per i reati permanenti

Il principio di fungibilità della pena rappresenta un cardine di equità nel nostro sistema giuridico, consentendo di sottrarre da una condanna la detenzione già patita. Tuttavia, questo istituto non è privo di limiti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito in modo definitivo i confini della sua applicazione, specialmente in relazione ai reati permanenti e alla detenzione sofferta prima della commissione del reato. Analizziamo la decisione e le sue importanti implicazioni pratiche.

Il caso: la richiesta di scomputo di una detenzione “sine titulo”

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato per gravi reati, tra cui l’associazione per delinquere e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’interessato aveva chiesto di detrarre dalla pena da espiare un periodo di carcerazione sofferto sine titulo (cioè senza un valido provvedimento giudiziario) tra il novembre 2003 e il maggio 2004.

La Corte d’Appello, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva respinto la richiesta. La ragione era semplice: i reati oggetto della condanna erano stati commessi in un’epoca successiva, tra il 2006 e il 2009. L’imputato ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che uno dei reati contestati, l’associazione per delinquere, era un reato permanente la cui data di inizio era stata fissata al 2003, ricomprendendo così il periodo di detenzione in questione.

La questione giuridica e la fungibilità della pena

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 657, comma 4, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che la detenzione subita non può essere computata se è anteriore al reato per il quale è stata inflitta la condanna. La ratio di questa limitazione è chiara e costantemente affermata dalla giurisprudenza: impedire a chiunque di accumulare “crediti di pena” da poter spendere per commettere futuri reati, vanificando così la funzione deterrente della sanzione penale.

Il ricorrente tentava di superare questo sbarramento facendo leva sulla natura di reato permanente dell’associazione per delinquere. Poiché la condotta era iniziata nel 2003, sosteneva che la detenzione sofferta nel 2003-2004 dovesse essere considerata fungibile.

La decisione della Corte sulla fungibilità della pena

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato e confermando la decisione dei giudici di merito. I magistrati hanno articolato il loro ragionamento su due punti principali, entrambi cruciali per comprendere i limiti della fungibilità della pena.

Reati permanenti e momento della consumazione

Per quanto riguarda il reato associativo, la Corte ha sottolineato che, pur essendo iniziato nel 2003, si tratta di un reato permanente. In tali casi, la consumazione del reato si protrae fino a quando non cessa la condotta illecita. Nel caso di specie, la partecipazione all’associazione era terminata solo con la sentenza di primo grado nel 2011, ben dopo il periodo di detenzione del 2003-2004.

La giurisprudenza è costante nell’affermare che la fungibilità è esclusa se la permanenza del reato cessa dopo l’espiazione della pena sine titulo. Pertanto, il fatto che la detenzione sia stata subita nella fase iniziale della partecipazione al sodalizio criminale non è sufficiente a renderla computabile.

La corretta individuazione del periodo di commissione dei reati

Per gli altri reati contestati, la Corte ha respinto l’argomento del ricorrente secondo cui il giudice avrebbe dovuto basarsi esclusivamente sulla data indicata nel capo di imputazione. I giudici hanno chiarito che il giudice dell’esecuzione ha correttamente determinato l’epoca di commissione dei fatti (tra il 2006 e il 2009) basandosi sulle indicazioni dettagliate contenute nelle sentenze di merito. Questo periodo era inequivocabilmente successivo alla detenzione sofferta, rendendo inapplicabile la fungibilità.

Le motivazioni della Sentenza

La sentenza riafferma con forza la finalità dell’art. 657, comma 4, cod. proc. pen., che è quella di evitare che un soggetto possa commettere reati nella consapevolezza di non subire conseguenze sanzionatorie grazie a un “credito” di pena pregressa. La Corte ha ribadito che la limitazione normativa è netta e non consente di valutare come espiata una pena sofferta prima della consumazione del reato. Per i reati permanenti, il momento rilevante per valutare l’anteriorità non è l’inizio della condotta, ma la sua cessazione. Se la condotta illecita si protrae oltre il periodo di detenzione sine titulo, quest’ultimo non può essere scomputato.

Le conclusioni

Questa pronuncia consolida un orientamento rigoroso in materia di fungibilità della pena. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: chiarisce che non è possibile utilizzare periodi di detenzione ingiusta come una sorta di “scudo” per futuri illeciti. Per i reati a carattere permanente, fornisce un criterio chiaro, ancorando la valutazione al momento in cui la condotta antigiuridica cessa definitivamente. La sentenza, dunque, bilancia l’esigenza di giustizia per la detenzione indebitamente subita con la necessità di preservare l’efficacia e la funzione preventiva della pena.

È possibile sottrarre da una condanna un periodo di carcere scontato prima che il reato fosse commesso?
No, l’art. 657, comma 4, del codice di procedura penale vieta espressamente che una detenzione sofferta prima della commissione del reato possa essere computata ai fini della pena da espiare per quel reato.

Come funziona la fungibilità della pena per un reato permanente come l’associazione per delinquere?
Per i reati permanenti, la fungibilità della pena scontata ‘sine titulo’ è esclusa se la condotta criminale (la ‘permanenza’) è cessata dopo il periodo di detenzione. Anche se il reato è iniziato prima o durante la detenzione, ciò che conta è il momento finale della sua consumazione.

In caso di discordanza tra l’imputazione e le sentenze nel definire quando un reato è stato commesso, quale fonte prevale?
Ai fini della valutazione sulla fungibilità, il giudice dell’esecuzione deve determinare il periodo di commissione del reato basandosi sulle indicazioni dettagliate e accertate nelle sentenze di merito (primo grado e appello), che prevalgono sulla mera contestazione iniziale contenuta nel capo di imputazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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