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Fumus delitto di ricettazione: il sequestro di denaro

La Corte di Cassazione chiarisce i presupposti per il sequestro preventivo in caso di fumus delitto di ricettazione. La mera disponibilità di ingenti somme di denaro non giustificate non basta; sono necessari ulteriori elementi che indichino la provenienza illecita. In questo specifico caso, il ricorso dell’indagato è stato dichiarato inammissibile per la sua genericità e manifesta infondatezza.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fumus delitto di ricettazione: quando il possesso di denaro non basta

La recente sentenza n. 14388/2025 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui requisiti necessari per disporre un sequestro preventivo per il reato di ricettazione. L’analisi si concentra sul concetto di fumus delitto di ricettazione, ovvero sulla sufficienza degli indizi per giustificare una misura cautelare. La Corte ribadisce un principio fondamentale: il semplice rinvenimento di ingenti somme di denaro, di per sé, non è sufficiente a provare la provenienza illecita, ma sono necessari ulteriori e specifici elementi.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale che confermava un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.i.p. a carico di un soggetto. Il sequestro riguardava una somma di oltre 150.000 euro in contanti e un autoveicolo. L’ipotesi di reato contestata era quella di ricettazione.

L’interessato, tramite il suo procuratore, ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Secondo la difesa, l’ordinanza impugnata aveva erroneamente desunto il fumus del reato da semplici dati logici, senza individuare concretamente il reato presupposto da cui il denaro e il veicolo sarebbero provenuti, in contrasto con l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità.

La questione giuridica e il fumus delitto di ricettazione

Il fulcro della questione è stabilire quali elementi siano necessari per ritenere sussistente il fumus delitto di ricettazione e, di conseguenza, per legittimare un sequestro preventivo su beni o denaro di cui non viene fornita una giustificazione plausibile sulla provenienza.

La giurisprudenza di legittimità, come richiamato dalla stessa Corte, è ormai consolidata nel ritenere che la sussistenza del ‘fumus’ non possa essere desunta esclusivamente da:
1. Il rinvenimento di rilevanti somme di denaro o preziosi.
2. La mancata giustificazione della loro disponibilità.
3. Le modalità di occultamento dei beni.
4. L’assenza di redditi leciti dichiarati.

Per evitare una generalizzata ‘ablazione’ di beni priva di solide basi probatorie, è indispensabile che il reato presupposto (cioè il delitto da cui i beni provengono) sia individuato almeno nella sua tipologia. Non è richiesta una ricostruzione completa in ogni dettaglio storico-fattuale, ma è necessario un ancoraggio concreto a una specifica categoria di reato.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, pur riaffermando i principi sopra esposti, ha dichiarato il ricorso inammissibile perché manifestamente infondato e aspecifico. Gli Ermellini hanno sottolineato che, per giustificare il sequestro, sono fondamentali ‘ulteriori elementi’ che accompagnano il rinvenimento del denaro. Tali elementi possono includere:

* Contatti accertati del detentore con esponenti della criminalità.
* Un suo precedente coinvolgimento in reati che producono profitto illecito.
* Il possesso contestuale di oggetti strumentali alla commissione di altri reati (es. armi, droga).

Nel caso specifico, il ricorrente si è limitato a sostenere che l’ordinanza si fondasse unicamente sulla quantità di denaro e sulla mancata giustificazione, senza però confrontarsi con gli ulteriori elementi che il giudice del riesame aveva posto a fondamento della propria decisione. Il ricorso è stato giudicato generico, in quanto non ha contestato la logicità della motivazione del Tribunale, ma si è risolto in una mera riproposizione delle stesse argomentazioni già respinte in sede di merito.

La Corte ha quindi chiarito che, se il tribunale del riesame fonda la sua decisione non solo sulla quantità di denaro ma anche su altri elementi indicativi della provenienza illecita, la sua valutazione non è censurabile in sede di legittimità, a meno che non si dimostri un’illogicità manifesta, cosa che nel caso di specie non è avvenuta.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida un orientamento garantista volto a proteggere il diritto di proprietà da misure cautelari sproporzionate. Il sequestro preventivo per ricettazione non può essere un automatismo derivante dal solo possesso di contanti non giustificati. È onere dell’accusa fornire un quadro indiziario più ampio, che colleghi logicamente il bene sequestrato a una specifica attività delittuosa. Al contempo, la decisione serve da monito per la difesa: un ricorso in Cassazione non può limitarsi a una generica contestazione, ma deve individuare vizi specifici e palesi nella motivazione del provvedimento impugnato, altrimenti rischia di essere dichiarato inammissibile.

Il solo possesso di una grande somma di denaro contante non giustificato basta per un sequestro per ricettazione?
No, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il solo rinvenimento di ingenti somme di denaro, anche in assenza di una giustificazione sulla loro provenienza, non è sufficiente per disporre un sequestro preventivo per ricettazione.

Cosa serve, oltre al denaro, per giustificare il ‘fumus’ del delitto di ricettazione?
Sono necessari ulteriori elementi significativi che indichino una concreta provenienza del denaro da un delitto presupposto. Questi elementi possono includere contatti accertati del detentore con la criminalità, precedenti penali per reati produttivi di profitto, o il possesso di oggetti strumentali alla commissione di altri reati (come armi o droga).

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché manifestamente infondato e aspecifico. Il ricorrente si è limitato a sostenere che il sequestro si basasse solo sulla quantità di denaro, senza però contestare in modo specifico gli ulteriori elementi logici che il Tribunale del riesame aveva indicato a sostegno della provenienza illecita dei beni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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