Frode Informatica: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità del Ricorso Ripetitivo
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sui limiti del ricorso per motivi di legittimità, in particolare nel contesto del reato di frode informatica. La decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia per comprenderne la portata.
I Fatti del Caso: La Dinamica della Frode
La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo, confermata sia in primo che in secondo grado, per il reato di frode informatica. L’imputato era stato accusato di aver indotto una persona a versargli una somma di denaro sul proprio conto corrente con il pretesto di utilizzarla per un conto gioco intestato alla vittima. Tuttavia, le indagini avevano rivelato una realtà diversa: il denaro, una volta accreditato, non era mai stato destinato a tale scopo. Al contrario, l’imputato lo aveva immediatamente trasferito su una carta prepagata a lui stesso intestata, realizzando così l’ingiusto profitto a danno della persona offesa.
Il Ricorso in Cassazione e la questione sulla frode informatica
Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo di doglianza. Egli lamentava l’insufficienza delle prove raccolte a suo carico, sostenendo che non fosse stata dimostrata né la sua condotta materiale (profilo oggettivo) né la sua intenzione di commettere il reato (profilo soggettivo). In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Suprema Corte di riesaminare l’intero impianto probatorio per giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici di merito.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la propria decisione su argomentazioni nette e consolidate. I giudici hanno osservato che il motivo di ricorso non era formulato in termini consentiti in sede di legittimità. Esso, infatti, si limitava a riproporre le stesse censure già avanzate con l’atto di appello, che la corte territoriale aveva congruamente esaminato e respinto.
La Suprema Corte ha ribadito che le sentenze di primo e secondo grado, quando le loro motivazioni si integrano a vicenda, formano un unico e complessivo corpo argomentativo. In questo caso, i giudici di merito avevano adeguatamente indicato gli elementi a sostegno della colpevolezza dell’imputato, evidenziando in particolare due punti cruciali:
1. Il quadro probatorio generale dimostrava l’indubbio coinvolgimento del ricorrente nel reato.
2. L’elemento decisivo era la tracciabilità del denaro: la somma confluita sul conto corrente dell’imputato non era stata utilizzata come promesso, ma deviata su una carta prepagata a lui intestata, svelando l’intento fraudolento.
Di fronte a questa solida piattaforma probatoria, le argomentazioni difensive sono state ritenute inidonee a scalfirla e, soprattutto, non rivalutabili in sede di Cassazione. Il ricorso è stato quindi qualificato come un tentativo di ottenere un nuovo giudizio sul fatto, cosa che esula dalle competenze della Corte.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione
Questa ordinanza riafferma un principio cruciale per chi intende adire la Corte di Cassazione: il ricorso non può essere una semplice riproposizione dei motivi di appello o una richiesta di riconsiderare le prove. È necessario, invece, individuare specifici vizi di legittimità, come l’errata applicazione di una norma di legge o un difetto manifesto e illogico nella motivazione della sentenza impugnata. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende serve da monito sull’importanza di presentare ricorsi fondati su questioni di diritto e non su mere contestazioni fattuali. Per i casi di frode informatica, la decisione conferma che una prova documentale chiara, come il tracciamento dei flussi di denaro, costituisce un fondamento probatorio difficilmente superabile in sede di legittimità.
Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso è inammissibile quando, tra le altre cose, si limita a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dalla corte d’appello o quando chiede una nuova valutazione dei fatti, che è preclusa in sede di legittimità.
Quale elemento è stato decisivo per confermare la condanna per frode informatica in questo caso?
L’elemento decisivo è stata la prova che la somma di denaro versata dalla vittima non è stata utilizzata per lo scopo dichiarato (un conto gioco), ma è stata immediatamente trasferita dall’imputato su una propria carta prepagata personale, dimostrando l’intento fraudolento.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 34906 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 34906 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 23/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME, nato a Torre del Greco il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 16/09/2024 della Corte d’appello di Napoli
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
osservato che l’unico motivo di doglianza, con cui si lamenta l’insufficienza di prove in ordine al fatto che l’imputato abbia realizzato la frode informatica sia il profilo oggettivo che sotto quello soggettivo, non è formulato in term consentiti in questa sede, poiché riproduttivo di profili di censura già propost l’atto di appello e congruamente vagliati e disattesi dalla corte territoriale richiamandosi alla motivazione posta alla base della sentenza di primo grado, co la quale quella della pronuncia di secondo grado si salda per formare un unic complessivo corpo argomentativo – ha adeguatamente indicato gli elementi in base ai quali debba ritenersi che la condotta tenuta dal ricorrente abbia integ tutti i presupposti costitutivi del delitto ascrittogli, a fronte di assunti dif tutto inidonei a scalfire la piattaforma probatoria accusatoria posta a base condanna del ricorrente, e in questa sede non rivalutabile (si veda la pag dell’impugnata sentenza, là dove si è evidenziato: in primis, come la lettura complessiva delle emergenze processuali portasse a concludere per il
coinvolgimento indubbio del ricorrente nel reato contestatogli; in secundis, come la somma confluita sul conto corrente dell’imputato non fosse stata in realtà utilizzata in un conto gioco a nome della persona offesa, bensì trasferita su una Postepay intestata allo stesso imputato);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 23 settembre 2025.