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Frode informatica lotterie: la Cassazione chiarisce

Un ex dipendente di una società concessionaria di lotterie manipolava i sistemi informatici per individuare i biglietti vincenti, assicurandosi ingenti profitti. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2346/2024, ha riqualificato il reato da truffa aggravata a frode informatica. La Corte ha confermato il sequestro preventivo dei beni, chiarendo che la condotta di autoriciclaggio sussiste anche se il reato presupposto è prescritto. Questa sentenza è un punto di riferimento sulla frode informatica lotterie e sui reati finanziari complessi.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Frode Informatica Lotterie: La Cassazione Stabilisce i Confini del Reato

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 2346 del 2024, affronta un caso complesso di frode informatica lotterie, tracciando una linea netta tra la truffa tradizionale e i reati commessi attraverso la manipolazione di sistemi digitali. La pronuncia chiarisce aspetti fondamentali non solo sulla qualificazione del reato, ma anche sulla configurabilità dell’autoriciclaggio quando il delitto originario è coperto da prescrizione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti: La Manipolazione del Sistema per Vincite Sicure

Il caso riguarda un ex dipendente di una nota società concessionaria di lotterie. Sfruttando la sua posizione e le sue conoscenze informatiche, l’uomo aveva ideato un sistema per accedere abusivamente al database aziendale. In questo modo, era in grado di individuare in anticipo la localizzazione dei biglietti “Gratta e Vinci” contenenti le vincite più sostanziose.

Una volta ottenuta l’informazione, i biglietti venivano acquistati da una rete di complici, tra cui i suoi familiari, per poi essere regolarmente incassati. Il sistema fraudolento ha permesso al gruppo di ottenere vincite milionarie, alterando di fatto la natura stessa del gioco, basata sulla casualità.

Le indagini hanno portato al sequestro preventivo di ingenti somme, immobili e altri beni, considerati il profitto dei reati di truffa aggravata e autoriciclaggio. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione contro l’ordinanza di sequestro.

La Decisione della Corte: Non Truffa, ma Frode Informatica Lotterie

Il punto centrale del ricorso verteva sulla corretta qualificazione giuridica del fatto. La difesa sosteneva l’insussistenza della truffa, poiché il pagamento delle vincite era un atto dovuto da parte del concessionario, una volta presentato un biglietto autentico e vincente, senza che vi fosse alcuna induzione in errore.

La Suprema Corte ha accolto parzialmente questa visione, ma giungendo a una conclusione diversa. I giudici hanno stabilito che il comportamento non integra il reato di truffa (art. 640 c.p.) ma quello, più specifico, di frode informatica (art. 640-ter c.p.).

La differenza è sostanziale: nel caso della frode informatica lotterie, il disvalore penale non risiede nell’ingannare una persona fisica, ma nell’intervenire illecitamente su un sistema informatico per manipolarne il funzionamento. L’imputato non ha ingannato l’addetto alla cassa; ha violato e alterato il processo digitale che garantisce l’aleatorietà della distribuzione dei biglietti. Questa alterazione gli ha permesso di conseguire un ingiusto profitto, neutralizzando la componente di fortuna che è l’essenza del gioco.

Sebbene la qualificazione del reato sia cambiata, la Cassazione ha precisato che ciò non invalida il sequestro, poiché anche la frode informatica prevede la possibilità di sequestro e confisca del profitto.

L’Autoriciclaggio e il Reato Presupposto Prescritto

Un altro motivo di ricorso riguardava l’accusa di autoriciclaggio. La difesa sosteneva che tale reato non potesse sussistere, in quanto i delitti presupposto (le singole frodi) erano in parte prescritti.

Anche su questo punto, la Cassazione ha respinto la tesi difensiva. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: per la sussistenza del reato di autoriciclaggio, non è necessaria una condanna passata in giudicato per il reato presupposto. È sufficiente che quest’ultimo sia configurabile nei suoi elementi costitutivi, anche se non più perseguibile per intervenuta prescrizione. L’illecita provenienza del denaro, quindi, rimane un dato di fatto rilevante.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa analisi giuridica. La riqualificazione in frode informatica lotterie è stata motivata dalla constatazione che l’attività fraudolenta ha investito il sistema informatico e non la volontà di una persona. L’intervento sul database ha alterato la funzione del contratto di vendita dei biglietti, minando la sua tipica causa di alea. Per quanto riguarda l’autoriciclaggio, la Corte ha sottolineato che le complesse operazioni di investimento in titoli, polizze assicurative e beni immobili, anche attraverso l’intestazione a terzi, erano chiaramente finalizzate a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro, integrando così pienamente gli elementi del reato. Infine, è stato confermato il principio solidaristico, secondo cui il sequestro per l’intero profitto può essere disposto a carico di un solo concorrente, essendo l’eventuale ripartizione interna un fatto irrilevante per la legge penale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza rappresenta un importante precedente in materia di reati informatici e finanziari. Innanzitutto, consolida l’orientamento che distingue nettamente la frode informatica dalla truffa, adattando l’interpretazione normativa all’evoluzione delle condotte criminali nell’era digitale. In secondo luogo, rafforza gli strumenti di contrasto all’autoriciclaggio, confermando che la prescrizione del reato presupposto non garantisce l’impunità per chi reinveste i proventi illeciti. Per le aziende, specialmente quelle che gestiscono dati sensibili e sistemi di gioco, la decisione sottolinea l’importanza cruciale di adottare misure di sicurezza informatica impenetrabili per prevenire abusi interni e manipolazioni esterne.

Manipolare un sistema informatico per trovare biglietti della lotteria vincenti è truffa?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che si tratta di frode informatica (art. 640-ter c.p.), non di truffa. La condotta illecita non consiste nell’indurre in errore una persona, ma nell’intervenire fraudolentemente su un sistema informatico per alterare il meccanismo aleatorio del gioco e procurarsi un ingiusto profitto.

Si può essere accusati di autoriciclaggio se il reato da cui provengono i soldi (reato presupposto) è prescritto?
Sì. Secondo la sentenza, per procedere con l’accusa di autoriciclaggio non è necessario che il reato presupposto sia stato accertato con una condanna definitiva. È sufficiente che esso sia astrattamente configurabile nei suoi elementi, anche se l’azione penale non può più essere esercitata a causa della prescrizione.

In caso di reato commesso da più persone, il sequestro del profitto può colpire uno solo dei concorrenti per l’intero importo?
Sì. La Corte ha ribadito l’applicazione del principio solidaristico. Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca può essere eseguito per l’intero importo del profitto del reato anche nei confronti di uno solo dei concorrenti, a prescindere da come il profitto sia stato effettivamente diviso tra loro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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