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Frode in pubbliche forniture: la malafede è reato

Una società è stata condannata per frode in pubbliche forniture per aver ingannato un Comune nell’esecuzione di un appalto per servizi sanitari. La frode consisteva nell’uso di auto private invece di un veicolo dedicato e in un subappalto non autorizzato e nascosto. La Cassazione ha confermato la condanna, chiarendo che per questo reato è sufficiente la malafede contrattuale, manifestata con espedienti ingannevoli, anche senza un danno economico per l’ente pubblico.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Frode in Pubbliche Forniture: Quando la Malafede Diventa Reato

Nell’ambito dei contratti con la Pubblica Amministrazione, la linea di demarcazione tra un semplice inadempimento contrattuale e una condotta penalmente rilevante è spesso sottile. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 31918/2024) offre un’analisi cruciale sulla frode in pubbliche forniture, stabilendo che la malafede e gli espedienti ingannevoli sono sufficienti a configurare il reato, anche in assenza di un danno diretto per l’ente pubblico.

I Fatti del Caso: Un Appalto per Servizi Sanitari

Il caso riguarda l’amministratore di una cooperativa sociale, condannato per frode nell’esecuzione di un contratto di appalto con un Comune. L’appalto prevedeva la fornitura di servizi di telemedicina e diagnostica domiciliare per soggetti anziani e fragili.
Secondo l’accusa, confermata nei gradi di merito, la società aveva commesso diverse violazioni fraudolente degli obblighi contrattuali:

1. Veicolo Dedicato: In fase di offerta, la cooperativa aveva presentato un’autovettura specifica come unità mobile dedicata al servizio, per poi restituirla al concessionario subito dopo. Il servizio veniva di fatto svolto con veicoli personali dei soci, privi delle caratteristiche e garanzie richieste dal capitolato.
2. Subappalto Occulto: La società aveva dichiarato di avvalersi di una propria ‘divisione interna’ per svolgere il cuore del servizio. In realtà, si trattava di una società esterna distinta, alla quale era stato affidato in subappalto non autorizzato il core business dell’appalto.

Queste condotte, unite alla presentazione di fatture ritenute di dubbia legittimità, sono state considerate espressione di una ‘malafede contrattuale’ finalizzata a ingannare l’ente pubblico.

Le Doglianze del Ricorrente: Tra Prescrizione e Violazione di Legge

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su diversi motivi, tra cui:

* La prescrizione del reato, sostenendo che il momento consumativo dovesse essere anticipato a quando l’inadempimento era diventato palese.
* La violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza, lamentando che la condanna fosse basata su una condotta (mancata messa a disposizione di un veicolo ‘adibito’) diversa da quella contestata (simulazione dell’acquisto).
L’insussistenza del reato, argomentando che le condotte contestate rappresentassero al massimo un inadempimento contrattuale, privo di quel quid pluris* di fraudolenza richiesto dalla norma.

Le Motivazioni della Cassazione: Analisi della Frode in Pubbliche Forniture

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando tutte le censure e fornendo importanti chiarimenti sulla natura della frode in pubbliche forniture.

Sul Momento Consumativo del Reato e la Prescrizione

La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: nei reati di durata o a prestazione complessa, il momento consumativo della frode in pubbliche forniture coincide con il momento in cui la Pubblica Amministrazione viene messa in condizione di verificare e accertare l’inadempimento. Questo momento, spesso, coincide con la formale contestazione dei vizi. La difesa non è riuscita a fornire prove incontrovertibili che il Comune fosse a conoscenza della frode in un momento anteriore.

La Malafede come Elemento Distintivo della Frode in Pubbliche Forniture

Il punto centrale della decisione riguarda la distinzione tra inadempimento civile e frode penale. La Corte ha spiegato che la condotta della società non era una mera negligenza. L’aver fatto maliziosamente apparire la disponibilità di un veicolo dedicato per poi sostituirlo con mezzi privati inadeguati, senza alcuna comunicazione, integra un espediente ingannevole. Questa ‘malafede contrattuale’ è il quid pluris che trasforma un illecito civile in un reato.

Il Subappalto Occulto e l’Inganno alla Pubblica Amministrazione

Anche riguardo al subappalto, la Cassazione ha chiarito che la condotta penalmente rilevante non risiedeva nella semplice omissione di comunicazione. La frode è consistita nell’aver presentato la società subappaltatrice come una ‘divisione interna’, ingannando così il Comune sulla reale struttura e capacità della cooperativa di adempiere agli obblighi contrattuali. Questo è stato ritenuto un espediente malizioso e ingannevole, idoneo a far apparire l’esecuzione del contratto come conforme agli obblighi assunti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia della Cassazione rafforza un principio fondamentale: la tutela penale nel reato di frode in pubbliche forniture è diretta a garantire la correttezza e la lealtà nell’esecuzione dei contratti pubblici. La sentenza chiarisce che per integrare il reato non è necessario che si verifichi un danno economico per l’ente pubblico o che si utilizzino artifici e raggiri complessi come nella truffa. È sufficiente la presenza di una ‘malafede contrattuale’ manifestata attraverso un comportamento deliberatamente ingannevole, volto a nascondere l’inadempimento delle prestazioni essenziali del contratto. Questa decisione serve da monito per tutte le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione, sottolineando che la trasparenza e la lealtà non sono solo obblighi contrattuali, ma presupposti per evitare gravi conseguenze penali.

Quando si consuma il reato di frode in pubbliche forniture?
Secondo la sentenza, il reato si consuma nel momento in cui la Pubblica Amministrazione è messa in condizione di compiere le attività di verifica e controllo che le consentono di disvelare il mancato adempimento. Tale momento spesso coincide con la data della contestazione formale dei vizi da parte dell’ente.

Un semplice inadempimento contrattuale può costituire frode in pubbliche forniture?
No. La Corte chiarisce che è necessario un ‘quid pluris’ rispetto al mero inadempimento. Questo elemento aggiuntivo è rappresentato dalla ‘malafede contrattuale’, ovvero un comportamento malizioso o un espediente ingannevole volto a far apparire l’esecuzione del contratto come conforme agli obblighi assunti, nascondendo la violazione.

Per configurare la frode in pubbliche forniture è necessario un danno economico per la Pubblica Amministrazione?
No. La sentenza ribadisce che la norma non richiede che il comportamento fraudolento determini un evento di danno per la P.A. Per la configurazione del reato è sufficiente la semplice malafede contrattuale, che si manifesta attraverso la presenza di un espediente malizioso o ingannevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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