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Frode assicurativa: chi è responsabile del reato?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre imputati condannati per frode assicurativa. La Corte ha ribadito di non poter riesaminare i fatti del processo, compito esclusivo dei giudici di merito. È stato inoltre confermato un principio cruciale: il reato di frode assicurativa non è un ‘reato proprio’, ma può essere commesso da chiunque partecipi all’azione fraudolenta ai danni della compagnia, anche se non è il titolare della polizza.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Frode Assicurativa: Anche chi non è Titolare della Polizza può essere Condannato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i contorni del reato di frode assicurativa, stabilendo che la responsabilità non è limitata al solo assicurato. La pronuncia sottolinea inoltre i limiti invalicabili del giudizio di legittimità, che non può trasformarsi in una nuova valutazione delle prove. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: un Ricorso contro una Condanna

Tre individui, condannati nei gradi di merito per un reato legato a una denuncia di sinistro, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione. La loro difesa si basava su due argomenti principali:

1. Una richiesta di ‘rilettura’ degli elementi di fatto che avevano portato alla loro condanna, sostenendo che una diversa valutazione delle prove avrebbe portato a un esito differente.
2. Una tesi giuridica secondo cui la responsabilità per il reato di denuncia di un sinistro mai accaduto (previsto dall’art. 642 del codice penale) dovrebbe ricadere unicamente sul soggetto che presenta materialmente la denuncia, e non su chi semplicemente la inoltra alla compagnia di assicurazione.

La parte civile, una nota compagnia assicurativa, ha depositato una memoria difensiva per contrastare le argomentazioni dei ricorrenti.

La Questione Giuridica: Limiti del Giudizio e Natura della Frode Assicurativa

La Corte è stata chiamata a pronunciarsi su due questioni distinte. La prima, di natura procedurale, riguarda i poteri della Corte di Cassazione: può il giudice di legittimità entrare nel merito delle prove e sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti? La seconda, di natura sostanziale, attiene alla configurazione del reato di frode assicurativa: si tratta di un ‘reato proprio’, che può essere commesso solo dal titolare del contratto assicurativo, oppure di un reato comune, a cui chiunque può concorrere?

La Decisione della Corte: Ricorsi Inammissibili

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili. Di conseguenza, ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende. Ha inoltre disposto la rifusione delle spese legali sostenute dalla parte civile.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte sono chiare e si articolano su due pilastri fondamentali.

Il Ruolo della Corte di Cassazione

In primo luogo, la Corte ribadisce un principio consolidato: il giudizio di Cassazione è un controllo di legittimità, non un terzo grado di merito. Al giudice di legittimità è precluso ‘riesaminare gli elementi di fatto’ o adottare ‘nuovi e diversi parametri di valutazione’. Prospettare una ricostruzione dei fatti alternativa a quella del giudice di merito, per quanto plausibile, non costituisce un vizio di legittimità della sentenza, ma un tentativo inammissibile di ottenere una nuova valutazione del caso.

La Natura del Reato di Frode Assicurativa

In secondo luogo, e con particolare rilevanza, la Corte ha definito ‘manifestamente infondata’ la tesi difensiva sulla natura del reato. Citando una precedente sentenza (Cass. Sez. 2, n. 43534 del 19/11/2021), i giudici hanno chiarito che la fattispecie prevista dall’art. 642 del codice penale costituisce un’ipotesi speciale di truffa. Non si tratta, quindi, di un ‘reato proprio’ che può essere commesso esclusivamente dal titolare del rapporto assicurativo.
Al contrario, può essere ritenuto responsabile chiunque ponga in essere un’azione fraudolenta diretta a ledere il patrimonio della compagnia assicurativa attraverso la manipolazione del rapporto contrattuale. Questo include anche soggetti ‘estranei al sinallagma’, ovvero terze persone che, pur non essendo parti del contratto di assicurazione, contribuiscono all’inganno.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza consolida due principi importanti. Da un lato, ricorda ai difensori che il ricorso in Cassazione non è la sede per ridiscutere le prove, ma solo per contestare violazioni di legge. Dall’altro, estende in modo chiaro la portata del reato di frode assicurativa, confermando che chiunque partecipi, a qualsiasi titolo, a un disegno fraudolento ai danni di un’assicurazione può essere chiamato a risponderne penalmente. La responsabilità non è un’esclusiva dell’assicurato, ma si estende a tutti i complici dell’azione illecita.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, alla Corte di Cassazione è preclusa la rilettura degli elementi di fatto e l’autonoma adozione di nuovi parametri di valutazione delle prove. Il suo compito è controllare la corretta applicazione della legge (controllo di legittimità), non riesaminare il merito della vicenda.

Il reato di frode assicurativa (art. 642 c.p.) può essere commesso solo da chi ha firmato il contratto di assicurazione?
No. La Corte ha stabilito che non si tratta di un ‘reato proprio’ attribuibile solo al titolare del rapporto assicurativo. Può essere commesso da chiunque ponga in essere un’azione fraudolenta per ledere il patrimonio della compagnia assicuratrice, anche se estraneo al contratto.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, oltre all’eventuale rifusione delle spese alla parte civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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