LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Frazionamento sanatoria: illegittimo per eludere limiti

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un ordine di demolizione. Il caso riguarda un tentativo di frazionamento sanatoria per un immobile abusivo, presentando più istanze per superare i limiti di cubatura. La Corte ha confermato che tale pratica è illegittima quando l’immobile è unico e non vi sono titoli distinti, condannando il ricorrente al pagamento delle spese.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Frazionamento Sanatoria: No alla Divisione Fittizia per Evitare i Limiti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14308/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di condono edilizio: il frazionamento sanatoria artificioso, volto a eludere i limiti di cubatura imposti dalla legge, è illegittimo. Questa pratica, che consiste nel presentare più domande di sanatoria per un unico immobile a nome di soggetti diversi, non è ammessa dalla giurisprudenza e comporta la disapplicazione degli atti amministrativi ottenuti illecitamente. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un ordine di demolizione emesso dalla Procura Generale nei confronti del proprietario di un immobile realizzato abusivamente. L’ordine era l’atto finale di una sentenza di condanna divenuta irrevocabile molti anni prima. Il proprietario ha presentato un incidente di esecuzione, contestando la legittimità della demolizione.

Il fulcro della questione risiedeva nelle modalità con cui era stata richiesta la sanatoria. Per l’immobile, che superava il limite di 750 metri cubi previsto per il condono, erano state presentate tre distinte domande: una a nome del proprietario, una a nome di sua madre e una a nome di sua zia. Secondo il ricorrente, questa divisione era giustificata dal fatto che l’immobile, sebbene di sua proprietà esclusiva, era stato concepito come tre unità abitative distinte, con un diritto di abitazione destinato alle due parenti.

Il Problema del Frazionamento Sanatoria Illegittimo

La Corte di Appello, prima, e la Corte di Cassazione, poi, hanno respinto categoricamente questa tesi. I giudici hanno accertato che l’immobile era un unico fabbricato, di proprietà esclusiva del ricorrente. Le due parenti non solo non avevano alcun titolo reale o formale sull’immobile (il presunto diritto di abitazione non era mai stato costituito), ma risiedevano addirittura in un altro Comune. Inoltre, la relazione tecnica allegata alle istanze era unica e si riferiva all’intero edificio, a riprova della natura unitaria dell’intervento abusivo.

La Cassazione ha qualificato l’operazione come un frazionamento sanatoria fittizio, il cui unico scopo era eludere i limiti volumetrici imposti dalla normativa sul condono. Questa pratica è considerata illegittima e determina la disapplicazione dei permessi a costruire in sanatoria eventualmente rilasciati.

Chi è Legittimato a Chiedere la Sanatoria?

La sentenza offre un importante chiarimento sui soggetti che possono legittimamente richiedere un condono edilizio. Oltre al proprietario, sono legittimati tutti coloro che hanno una “relazione qualificata” con il bene. Questa relazione può essere di natura reale (es. usufruttuario) o anche solo obbligatoria (es. conduttore), ma in quest’ultimo caso è necessario il consenso del proprietario.

Nel caso di specie, le parenti del ricorrente non avevano alcuna relazione qualificata con l’immobile. Non erano proprietarie, non avevano un diritto di abitazione formalizzato e non avevano la disponibilità del bene. La loro residenza in un altro Comune rendeva ulteriormente evidente l’assenza di un legame effettivo con la proprietà. Di conseguenza, le loro domande di sanatoria erano prive di legittimazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su consolidati principi giurisprudenziali. I giudici hanno sottolineato che non è permessa la presentazione di distinte istanze di sanatoria da parte di diversi soggetti per un unico immobile, quando lo scopo è aggirare i limiti normativi e non esistono titoli distinti derivanti da un reale frazionamento del cespite.

La Corte ha evidenziato come le argomentazioni del ricorrente fossero inconsistenti e non provate. L’assenza di un atto formale che costituisse il diritto di abitazione e la mancanza di un legame effettivo delle parenti con l’immobile hanno reso la tesi difensiva del tutto infondata. I giudici hanno concluso che il ricorso rappresentava un tentativo di rivalutare i fatti già accertati dalla Corte territoriale, attività preclusa nel giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

La sentenza conferma la linea dura della giurisprudenza contro i tentativi di aggirare le norme urbanistiche attraverso espedienti formali. Il frazionamento sanatoria è una pratica illegittima che non può sanare un abuso edilizio unitario. La decisione ribadisce che la legittimazione a richiedere un condono deve basarsi su una relazione giuridica concreta e dimostrabile con l’immobile, e non su accordi familiari non formalizzati o su mere dichiarazioni. Per i proprietari e i tecnici, questo significa che ogni tentativo di dividere fittiziamente un immobile per rientrare nei limiti del condono è destinato a fallire, con conseguenze gravi come l’ordine di demolizione e la condanna al pagamento delle spese processuali.

È possibile presentare più domande di sanatoria per lo stesso immobile per superare i limiti di volume?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata, non è ammessa la presentazione di distinte istanze di sanatoria per un unico immobile da parte di diversi soggetti al fine di eludere i limiti di cubatura (nel caso specifico, 750 mc). Tale pratica è considerata un frazionamento illegittimo.

Chi è legittimato a presentare una domanda di condono edilizio?
Sono legittimati il proprietario e tutti coloro che hanno una relazione qualificata con il bene, sia essa di natura reale (es. usufrutto) o obbligatoria (es. locazione), purché, in quest’ultimo caso, vi sia il consenso del proprietario. Una mera relazione familiare o dichiarazioni di terzi non sono sufficienti a costituire un titolo legittimante.

Cosa succede se si tenta un frazionamento sanatoria illegittimo?
Il frazionamento dei permessi a costruire in sanatoria per eludere i limiti di legge è illegittimo e determina la disapplicazione degli atti amministrativi eventualmente ottenuti. Ciò significa che l’abuso edilizio rimane tale e le relative sanzioni, inclusa la demolizione, diventano esecutive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati