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Foglio di via obbligatorio: nullo senza residenza

Un individuo è stato condannato per la violazione di un foglio di via obbligatorio. La Corte di Cassazione ha annullato la condanna perché il provvedimento era illegittimo. Un foglio di via obbligatorio, per essere valido, deve indicare sia il comune da lasciare sia quello di residenza in cui fare ritorno. Poiché l’individuo era senza fissa dimora, l’ordine era privo di un elemento essenziale e, di conseguenza, la sua violazione non costituisce reato.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Foglio di Via Obbligatorio per i Senza Fissa Dimora: Un Atto Illegittimo

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 19765 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di misure di prevenzione personali: l’illegittimità del foglio di via obbligatorio emesso nei confronti di persone senza fissa dimora. Questa decisione chiarisce i requisiti essenziali del provvedimento e le conseguenze penali della sua violazione, annullando una condanna per un fatto che, alla luce dell’invalidità dell’atto presupposto, non può costituire reato.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per due distinti reati. Il primo riguardava una contravvenzione legata al possesso di oggetti atti a offendere, mentre il secondo, e più rilevante ai fini della decisione della Cassazione, concerneva la violazione dell’art. 76, comma 3, del D.Lgs. 159/2011 (Codice Antimafia). Nello specifico, l’imputato non aveva ottemperato a un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Milano, che gli intimava di lasciare il territorio comunale.

L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso per Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. Un’asserita nullità della sentenza d’appello per una contraddizione nella determinazione della pena.
2. L’illegittimità del foglio di via obbligatorio, in quanto egli era un soggetto privo di fissa dimora e il provvedimento del Questore non indicava un comune di residenza verso cui fare ritorno.

La Questione dell’Errore Materiale nella Pena

Il primo motivo di ricorso si basava su una discrepanza tra la pena comunicata alle parti dopo l’udienza e quella riportata nella motivazione scritta della sentenza. La Corte di Cassazione ha rigettato questa doglianza, qualificando la discrepanza come un semplice errore materiale e non come una causa di nullità della sentenza.

I giudici hanno chiarito che, in caso di difformità, prevale sempre il dispositivo letto in udienza (o, come nel caso di specie, comunicato alle parti nel rito cartolare). Tale errore non inficia la volontà del giudice e può essere corretto direttamente dalla stessa Corte di Cassazione, come infatti è avvenuto, senza bisogno di annullare la decisione.

L’Illegittimità del Foglio di Via Obbligatorio per i Senza Dimora

Il secondo motivo di ricorso è stato invece accolto, portando all’annullamento della condanna per la violazione del foglio di via obbligatorio. La Corte ha riaffermato il suo consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui la legittimità di tale provvedimento è subordinata alla presenza di due condizioni inscindibili:
1. L’ordine di non fare ritorno nel comune oggetto dell’allontanamento.
2. L’ordine di fare rientro nel luogo di residenza.

La ratio della norma è quella di ricondurre la persona ritenuta pericolosa nel suo contesto sociale di riferimento, dove può essere meglio monitorata dalle forze dell’ordine. Quando una persona è priva di una residenza effettiva e abituale, manca un elemento essenziale del provvedimento. Ordinare a un senzatetto di tornare in un luogo di residenza inesistente rende l’atto amministrativo inapplicabile e, pertanto, illegittimo.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che l’assenza dell’indicazione del comune di residenza nel provvedimento del Questore ne determina l’invalidità. Questo non è un mero vizio formale, ma una carenza strutturale che colpisce uno degli elementi essenziali dell’atto. Di conseguenza, il giudice penale ha il potere e il dovere di disapplicare incidenter tantum l’atto amministrativo illegittimo.

Se il provvedimento presupposto (il foglio di via obbligatorio) è invalido, la condotta di inosservanza da parte del destinatario perde ogni rilievo penale. In altre parole, non si può essere puniti per non aver rispettato un ordine che non avrebbe mai dovuto essere emesso in quella forma. Per questo motivo, la Corte ha annullato la sentenza senza rinvio ad altro giudice, dichiarando che “il fatto non sussiste”.

Le conclusioni

La sentenza in esame rafforza la tutela dei diritti individuali, anche per le fasce più vulnerabili della popolazione. Stabilisce con chiarezza che le misure di prevenzione, pur essendo strumenti importanti per la sicurezza pubblica, devono rispettare rigorosamente i requisiti di legge. Un foglio di via obbligatorio non può trasformarsi in un provvedimento che allontana una persona senza offrirle una destinazione, soprattutto quando questa si trova già in una condizione di marginalità. La decisione conferma che l’assenza di una residenza anagrafica non può giustificare l’emissione di un ordine ineseguibile e, di conseguenza, la sua violazione non può mai integrare una fattispecie di reato.

È valido un foglio di via obbligatorio emesso nei confronti di una persona senza fissa dimora?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è valido. L’ordine deve contenere la duplice prescrizione di non tornare in un comune e di rientrare nel proprio luogo di residenza. Se manca l’indicazione del comune di residenza, perché la persona ne è priva, il provvedimento è illegittimo.

La violazione di un foglio di via obbligatorio illegittimo costituisce reato?
No. Se il provvedimento amministrativo (il foglio di via) è illegittimo perché carente di un elemento essenziale, la sua inosservanza non può integrare il reato previsto dalla legge. Il giudice penale, in questi casi, deve disapplicare l’atto amministrativo invalido.

Una differenza tra la pena letta in udienza e quella scritta nella sentenza definitiva rende nulla la condanna?
No, secondo la sentenza non si tratta di una causa di nullità. Prevale sempre la decisione comunicata alle parti al termine dell’udienza (il cosiddetto dispositivo). La discrepanza nella versione scritta è considerata un semplice errore materiale, che può essere corretto senza annullare la sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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