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Foglio di via obbligatorio: annullato se non motivato

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per la violazione di un foglio di via obbligatorio. La decisione si fonda sulla illegittimità del provvedimento amministrativo del Questore, il quale non specificava adeguatamente le ragioni della pericolosità sociale del soggetto né lo inquadrava in una delle categorie di legge. Di conseguenza, l’atto è stato disapplicato e il reato ritenuto insussistente.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Foglio di via obbligatorio: se manca la motivazione è nullo

Il foglio di via obbligatorio è una misura di prevenzione personale che limita la libertà di circolazione di un individuo. Tuttavia, la sua emissione non può essere arbitraria. Con la sentenza n. 9265/2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il provvedimento deve essere adeguatamente motivato, altrimenti è illegittimo e la sua violazione non costituisce reato. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un individuo veniva condannato sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte territoriale per aver violato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore. Il provvedimento gli vietava di fare ritorno in un comune per tre anni. Le corti di merito avevano ritenuto legittimo l’atto del Questore, basandosi sui precedenti penali e di polizia del soggetto, dai quali si desumeva che egli traesse sostentamento da attività illecite e che la sua presenza in una zona nota per lo spaccio fosse un indicatore di attuale pericolosità sociale.

I Motivi del Ricorso contro il Foglio di via obbligatorio

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando, tra le altre cose, un vizio cruciale nel provvedimento amministrativo. Il motivo principale, e quello che si è rivelato decisivo, riguardava l’erronea applicazione della legge sulle misure di prevenzione (d.lgs. 159/2011). In particolare, si sosteneva che il Questore non avesse classificato il soggetto in nessuna delle categorie di persone socialmente pericolose previste dalla legge e che, di conseguenza, i giudici di merito lo avessero arbitrariamente inserito in una di esse per giustificare la condanna.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, giudicandolo fondato e assorbente rispetto agli altri motivi. Il punto centrale della decisione risiede nell’illegittimità del provvedimento del Questore per carenza di motivazione. I giudici hanno richiamato un principio consolidato secondo cui il foglio di via obbligatorio deve essere motivato. Questo significa che l’atto amministrativo deve:

1. Fare riferimento a elementi di fatto concreti che dimostrino l’appartenenza del soggetto a una delle categorie di persone pericolose previste dalla legge.
2. Indicare i motivi specifici per cui l’individuo è ritenuto socialmente pericoloso al momento dell’emissione del provvedimento.

La Corte ha sottolineato che l’appartenenza a una categoria di legge e la pericolosità sociale non sono concetti sovrapponibili. La pericolosità deve essere desunta da circostanze ulteriori e attuali, che vanno esplicitate nella motivazione. Nel caso di specie, il provvedimento del Questore non solo ometteva di indicare elementi sufficienti a suffragare l’appartenenza del ricorrente a una delle categorie legali, ma non specificava nemmeno a quale di esse si ritenesse che appartenesse.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in assenza di una motivazione adeguata che identifichi la categoria di pericolosità e spieghi le ragioni concrete dell’attuale pericolosità sociale, il foglio di via obbligatorio è illegittimo. Per tale ragione, il giudice penale ha il potere e il dovere di disapplicare l’atto amministrativo viziato. La conseguenza diretta è che, venendo meno il presupposto del reato (l’ordine legittimo), il fatto contestato non sussiste. La Corte ha quindi annullato la sentenza di condanna senza rinvio, assolvendo l’imputato con la formula più ampia. Questa pronuncia rafforza le garanzie individuali contro provvedimenti amministrativi che incidono sulla libertà personale, esigendo un rigoroso onere di motivazione da parte dell’autorità di pubblica sicurezza.

Quando un foglio di via obbligatorio è considerato illegittimo?
Un foglio di via obbligatorio è illegittimo quando manca di una motivazione adeguata. In particolare, deve specificare gli elementi di fatto che giustificano l’appartenenza del soggetto a una delle categorie di persone pericolose previste dalla legge e indicare i motivi specifici che lo rendono socialmente pericoloso al momento dell’emissione.

Quali sono le conseguenze della violazione di un foglio di via obbligatorio illegittimo?
Se un giudice ritiene che il foglio di via sia illegittimo, lo disapplica. Di conseguenza, la violazione di tale ordine non costituisce reato. L’imputato deve essere assolto perché il fatto non sussiste, in quanto manca un ordine legittimo da rispettare.

È sufficiente un elenco di precedenti penali per giustificare un foglio di via obbligatorio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è sufficiente elencare i precedenti penali. Il provvedimento deve spiegare perché tali precedenti, uniti ad altre circostanze attuali, rendono il soggetto socialmente pericoloso e devono chiaramente inquadrarlo in una delle specifiche categorie normative di pericolosità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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