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Foglio di via: limiti del sindacato del giudice penale

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per la violazione di un foglio di via obbligatorio. La Corte ribadisce che il giudice penale non può rivalutare nel merito la pericolosità del soggetto, potendo solo verificare la legittimità formale dell’atto amministrativo, come l’esistenza di una motivazione non palesemente illogica. Questo principio conferma la distinzione tra giurisdizione amministrativa e penale.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Foglio di via obbligatorio: fino a dove si spinge il controllo del giudice penale?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, torna a pronunciarsi su un tema cruciale che interseca diritto amministrativo e penale: i limiti del controllo del giudice penale sulla legittimità di un foglio di via obbligatorio. Questa misura di prevenzione, emessa dal Questore, incide profondamente sulla libertà di circolazione dei cittadini, e la sua violazione costituisce reato. L’ordinanza chiarisce che il sindacato del giudice penale non può trasformarsi in una nuova valutazione della pericolosità del soggetto, ma deve arrestarsi alla verifica della legittimità formale dell’atto.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo destinatario di due provvedimenti di foglio di via emessi dal Questore, con divieto di fare ritorno nel comune di Catanzaro per tre anni. Nonostante il divieto, la persona veniva fermata in più occasioni all’interno del territorio comunale tra aprile e agosto 2018. Per tale violazione, veniva condannato dalla Corte di Appello per il reato previsto dall’art. 76, comma 3, del d.lgs. 159/2011 (Codice Antimafia).

L’imputato proponeva ricorso per Cassazione, contestando la legittimità del provvedimento amministrativo posto a fondamento della condanna. In particolare, lamentava un vizio di motivazione del foglio di via riguardo alla valutazione della sua pericolosità sociale.

La Decisione della Corte di Cassazione sul foglio di via obbligatorio

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno ribadito un principio giurisprudenziale consolidato: il giudice penale, chiamato a giudicare del reato di violazione del foglio di via, non può estendere il proprio sindacato al merito della valutazione discrezionale compiuta dall’autorità amministrativa (il Questore).

Il controllo del giudice penale è circoscritto alla verifica della conformità dell’atto amministrativo alle prescrizioni di legge. Questo include l’obbligo di motivazione, specialmente per quanto riguarda gli elementi di fatto su cui si fonda il giudizio di pericolosità del soggetto. Tuttavia, non può spingersi fino a una rivalutazione di tale giudizio.

Le Motivazioni: I Limiti del Sindacato Giudiziale

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nella netta separazione tra la giurisdizione penale e quella amministrativa. Il giudice penale può sindacare l’atto amministrativo solo in via incidentale e unicamente per rilevare vizi macroscopici, come la manifesta illogicità o l’arbitrarietà, che configurano un vero e proprio ‘abuso del potere discrezionale’.

Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva correttamente evidenziato che non sussisteva una ‘condizione patologica’ dell’atto amministrativo. La motivazione del foglio di via, basata su circostanze fattuali specifiche, non era né assente né palesemente illogica. Il ricorrente, invece, chiedeva al giudice penale una nuova e diversa valutazione dei suoi profili personologici, un’attività che esula dalle competenze di quel giudice e che spetta, in sede di impugnazione dell’atto, al giudice amministrativo.

La Cassazione ha richiamato un proprio precedente (Sez. F, n. 54155 del 27/07/2018), secondo cui ‘il sindacato del giudice in ordine al provvedimento del Questore, senza potersi tradurre in una rivalutazione del giudizio di pericolosità espresso dal provvedimento stesso, deve riguardare la verifica della conformità di quest’ultimo alle prescrizioni di legge’.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Chiunque sia destinatario di un foglio di via obbligatorio e ritenga ingiusta la valutazione di pericolosità alla base del provvedimento, non può attendere il processo penale per violazione dello stesso per contestarne il merito. La sede appropriata per contestare la valutazione discrezionale dell’autorità di pubblica sicurezza è il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).

In sede penale, la difesa può solo sperare di dimostrare un vizio formale grave dell’atto, come la totale assenza di motivazione o una sua palese irragionevolezza. In assenza di tali vizi, il provvedimento è considerato legittimo e la sua violazione integra il reato, con la conseguente condanna.

Un giudice penale può annullare un foglio di via obbligatorio se lo ritiene ingiusto nel merito?
No, il giudice penale non può sostituire la propria valutazione a quella dell’autorità amministrativa. Il suo controllo è limitato alla legittimità formale dell’atto, come la presenza di una motivazione, e non può estendersi alla rivalutazione del giudizio di pericolosità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure del ricorrente miravano a ottenere una nuova valutazione dei profili di pericolosità, un’attività che esula dalle competenze del giudice penale e che attiene al merito del provvedimento amministrativo.

Qual è l’unico caso in cui il giudice penale può ‘sindacare’ un foglio di via?
Il giudice penale può esaminare l’atto amministrativo per verificare la presenza di una ‘condizione patologica’, come l’evidenza di un abuso del potere discrezionale, che si manifesta in una motivazione totalmente assente, arbitraria o manifestamente illogica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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