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Foglio di via: limiti del giudice penale sull’atto

La Corte di Cassazione conferma la condanna per violazione del foglio di via obbligatorio, chiarendo i limiti del potere del giudice penale. Il giudice non può rivalutare nel merito la pericolosità sociale del soggetto, ma solo verificare la legittimità formale del provvedimento del Questore. La sentenza ribadisce che il sindacato giudiziario non può estendersi alla scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione se l’atto è sufficientemente motivato, anche sulla base di elementi diversi da condanne penali definitive.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Foglio di via: la Cassazione traccia i confini del controllo del giudice penale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24946/2025, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nel rapporto tra diritto amministrativo e penale: i limiti del potere del giudice penale nel sindacare la legittimità di un foglio di via obbligatorio. La decisione conferma un orientamento consolidato, ribadendo che il giudice non può sostituire la propria valutazione a quella del Questore sulla pericolosità sociale del soggetto, ma deve limitarsi a un controllo di legittimità formale dell’atto.

I Fatti di Causa: la Violazione del Divieto di Ritorno

Il caso riguarda un individuo condannato sia in primo grado che in appello per aver violato la prescrizione emessa dal Questore. In particolare, gli era stato notificato un provvedimento che gli vietava di fare ritorno nel Comune di Lecce per tre anni. Nonostante il divieto, l’uomo aveva raggiunto la città, commettendo così il reato previsto dall’art. 76 del D.Lgs. 159/2011.

I Motivi del Ricorso: Legittimità dell’Atto e Vizi Procedurali

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali:

1. Illegittimità del foglio di via per eccesso di potere: Secondo il ricorrente, il provvedimento si basava su precedenti penali inesatti o su fatti per i quali era stato assolto. Pertanto, l’atto amministrativo doveva essere disapplicato dal giudice penale.
2. Omessa comunicazione di avvio del procedimento: Non era stata data comunicazione all’interessato dell’avvio del procedimento amministrativo, in violazione della L. 241/1990.
3. Mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
4. Mancata concessione delle pene sostitutive, nonostante la richiesta in sede di conclusioni scritte.

I Limiti del Sindacato del Giudice Penale sul Foglio di Via

Il cuore della sentenza ruota attorno al primo motivo di ricorso. La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale: il controllo del giudice penale sull’atto amministrativo, come il foglio di via, è un controllo di mera legittimità e non di merito.

Questo significa che il giudice non può entrare nella valutazione discrezionale compiuta dal Questore circa la pericolosità sociale del soggetto. Il suo compito è verificare che l’atto:

* Sia stato emesso dall’autorità competente.
* Sia correttamente motivato.
* Non presenti vizi evidenti come l’eccesso o la carenza di potere.

Il giudice può disapplicare l’atto solo se riscontra un’illegittimità manifesta, ma non può sostituire il proprio giudizio a quello dell’amministrazione, che si basa su una pluralità di elementi (precedenti, frequentazioni, condotte allarmanti) e non solo sul certificato penale.

La Decisione della Cassazione: Perché il Ricorso è Stato Rigettato

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo infondato in ogni suo punto.

In merito all’illegittimità del foglio di via, la Corte ha stabilito che la motivazione del Questore era sufficiente, in quanto citava episodi specifici (come resistenza a pubblico ufficiale e frequentazione di pregiudicati) idonei a fondare un giudizio di pericolosità, a prescindere dalla loro definizione giuridica o dall’esito processuale. La doglianza della difesa è stata considerata un tentativo di ottenere una rivalutazione del merito, inammissibile in sede di legittimità.

Sulla mancata comunicazione di avvio del procedimento, la Corte ha ritenuto adeguata la motivazione dei giudici di merito, che avevano ravvisato la sussistenza di ragioni di necessità e urgenza, desumibili dalla progressione delle condotte allarmanti del soggetto.

Infine, sono stati dichiarati inammissibili i motivi relativi alla tenuità del fatto (a causa del comportamento abituale del reo) e alle pene sostitutive (poiché la richiesta non era stata veicolata tramite uno specifico motivo d’appello, ma solo nelle conclusioni finali).

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la propria decisione ancorandosi al principio della separazione dei poteri. Il giudizio sulla pericolosità sociale, che è il presupposto per l’emissione del foglio di via, è una valutazione ampiamente discrezionale riservata all’autorità di pubblica sicurezza. Il giudice penale, chiamato a giudicare della violazione di tale ordine, non può sovrapporre la propria analisi a quella del Questore. Può e deve verificare che la valutazione amministrativa sia supportata da una motivazione logica, plausibile e basata su elementi di fatto concreti, anche se non costituenti reati accertati con sentenza definitiva. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il provvedimento del Questore soddisfacesse pienamente questi requisiti formali e sostanziali, rendendo infondata la richiesta di disapplicazione.

Conclusioni

Questa sentenza consolida un importante principio: chi viola un foglio di via non può sperare di ottenere l’assoluzione contestando semplicemente nel merito le ragioni che hanno portato alla sua emissione. Il sindacato del giudice penale è rigorosamente confinato alla verifica della legittimità dell’atto amministrativo. La decisione del Questore, se formalmente corretta e adeguatamente motivata, resta insindacabile nel merito. Ciò rafforza l’efficacia delle misure di prevenzione come strumento di controllo del territorio e di contrasto alla criminalità, ponendo al contempo un chiaro limite all’interferenza del potere giudiziario nelle prerogative dell’amministrazione.

Può il giudice penale annullare un foglio di via che ritiene basato su fatti inesatti?
No, il giudice penale non può annullare l’atto amministrativo né può sostituire la propria valutazione a quella del Questore. Il suo potere è limitato alla ‘disapplicazione’ dell’atto nel singolo processo, ma solo in caso di vizi di legittimità evidenti e macroscopici, come una motivazione inesistente o un palese abuso di potere, non per una mera divergenza di valutazione sui fatti.

Quali elementi possono essere usati per motivare un foglio di via?
La valutazione di pericolosità sociale può basarsi su un’ampia gamma di elementi, non solo su condanne penali definitive. Possono essere considerati precedenti di polizia, denunce, frequentazioni di pregiudicati, e qualsiasi altro comportamento oggettivamente sintomatico di una propensione a commettere reati che minacciano l’ordine e la sicurezza pubblica.

La mancata comunicazione di avvio del procedimento rende sempre nullo il foglio di via?
No. La legge consente di omettere la comunicazione di avvio del procedimento in presenza di particolari ragioni di necessità e urgenza. Affinché tale omissione sia legittima, tali ragioni devono essere esplicitate e adeguatamente motivate nel provvedimento finale emesso dal Questore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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