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Foglio di via: annullata condanna senza rimpatrio

La Cassazione ha annullato una condanna per violazione del foglio di via obbligatorio. La Corte ha stabilito che la mancanza dell’ordine di fare rientro nel comune di residenza, accanto al divieto di ritorno, rende il provvedimento del Questore illegittimo e, di conseguenza, la sua violazione non costituisce reato. Pertanto, il fatto non sussiste.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Foglio di Via Obbligatorio: Nullo Senza Ordine di Rimpatrio, la Cassazione Annulla Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di misure di prevenzione, stabilendo che un foglio di via obbligatorio è illegittimo se privo della duplice prescrizione: non solo il divieto di fare ritorno nel comune di allontanamento, ma anche l’ordine di rientrare nel proprio comune di residenza. La mancanza di quest’ultimo elemento rende l’atto nullo e, di conseguenza, la sua violazione non può costituire reato. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Duplice Condanna

Un individuo veniva condannato sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello per il reato di cui all’art. 76, comma 3, del D.Lgs. 159/2011. L’accusa era quella di aver violato il foglio di via obbligatorio emesso dal Questore, facendo ritorno nel territorio del comune dal quale era stato allontanato. La pena inflitta era di un mese di arresto.

I giudici di merito avevano confermato la legittimità del provvedimento amministrativo e, di conseguenza, la colpevolezza dell’imputato.

Il Ricorso in Cassazione e la questione del foglio di via obbligatorio

La difesa ha proposto ricorso per Cassazione, basando la propria argomentazione su un punto fondamentale: l’illegittimità del provvedimento del Questore. Secondo il difensore, il foglio di via obbligatorio mancava di uno degli elementi essenziali e inscindibili previsti dalla legge: l’ordine di fare rientro nel comune di residenza.

Il provvedimento conteneva, infatti, solo il divieto di fare ritorno nel comune di Salerno. Questa omissione, secondo la tesi difensiva, rendeva l’intero atto amministrativo illegittimo, con la conseguenza che il giudice penale avrebbe dovuto disapplicarlo, assolvendo l’imputato.

L’Illegittimità del Provvedimento del Questore

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi difensiva, ribadendo un principio ormai consolidato nella sua giurisprudenza. La legittimità del foglio di via obbligatorio, secondo la formulazione della legge applicabile all’epoca dei fatti, è subordinata alla presenza di due condizioni imprescindibili e inscindibili.

La Duplice Prescrizione: Un Requisito Essenziale

Il provvedimento del Questore deve contenere:
1. L’ordine di fare rientro nel luogo di residenza.
2. Il divieto di ritornare nel comune oggetto dell’ordine di allontanamento.

La mancanza di una di queste due prescrizioni determina una difformità dell’atto amministrativo rispetto al modello legale, causandone l’illegittimità strutturale. Lo scopo della misura non è solo allontanare una persona ritenuta pericolosa da un luogo, ma anche ricondurla nel contesto territoriale di residenza, dove il controllo di pubblica sicurezza può essere esercitato più efficacemente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha osservato che il provvedimento emesso dal Questore di Salerno conteneva unicamente il divieto di fare ritorno nel comune, ma ometteva completamente la prescrizione relativa al rientro nel comune di residenza. La Corte d’Appello aveva erroneamente rigettato questo motivo di doglianza, sostenendo che l’ordine di rimpatrio non si applicasse ai cittadini italiani.

La Cassazione ha smontato questa motivazione, chiarendo che il difetto della duplice intimazione è un vizio strutturale che rende l’atto illegittimo, a prescindere dalla nazionalità del destinatario. L’assenza dell’ordine di “rimpatrio” nel luogo di residenza rende l’atto amministrativo non conforme alla fattispecie legale. Di conseguenza, venendo meno la validità del presupposto (l’ordine legittimo), viene meno anche il reato contestato.

Le Conclusioni

Per questi motivi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, ma non per prescrizione come richiesto dal Pubblico Ministero, bensì con la formula più favorevole “perché il fatto non sussiste”. Questa decisione sottolinea l’importanza del controllo di legalità che il giudice penale deve esercitare sugli atti amministrativi che costituiscono il presupposto di un reato. Un foglio di via obbligatorio incompleto non è solo un atto viziato, ma un atto inidoneo a fondare una responsabilità penale. La sentenza rappresenta un importante monito per le Autorità amministrative sulla necessità di redigere provvedimenti conformi al modello legale in tutti i loro elementi essenziali.

Un foglio di via obbligatorio è valido se contiene solo il divieto di tornare in un comune, ma non l’ordine di rientrare nel luogo di residenza?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata applicabile ai fatti di causa, la mancanza dell’ordine di fare rientro nel luogo di residenza rende il provvedimento illegittimo, in quanto le due prescrizioni (divieto di ritorno e obbligo di rientro) sono considerate imprescindibili e inscindibili.

Il giudice penale può annullare un foglio di via emesso dal Questore?
Il giudice penale non annulla l’atto amministrativo, ma ha il potere di “disapplicarlo”. Ciò significa che può ritenerlo illegittimo e, di conseguenza, non tenerne conto ai fini della decisione sulla responsabilità penale dell’imputato.

Cosa succede se una persona viola un foglio di via obbligatorio illegittimo?
Se il foglio di via è illegittimo, la sua violazione non costituisce reato. Come stabilito in questa sentenza, la conseguenza è l’assoluzione dell’imputato con la formula “perché il fatto non sussiste”, in quanto manca un elemento essenziale del reato, ovvero la validità dell’ordine violato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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