Favoreggiamento Occultamento Prove: Nascondere un Cellulare può Costare Caro
Il reato di favoreggiamento occultamento prove si configura quando un soggetto, con le sue azioni, aiuta qualcuno a eludere le indagini della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito che anche un gesto apparentemente minore, come consegnare un cellulare diverso da quello cercato dagli inquirenti, può integrare pienamente questo grave delitto. Analizziamo insieme la decisione per capire i confini di questa fattispecie.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine da un tragico evento di cronaca: un omicidio. Subito dopo il delitto, il fratello della vittima si impossessava del cellulare di quest’ultimo, un modello di colore bianco, per poi consegnarlo alla vedova. Successivamente, quando gli inquirenti chiedevano alla donna di consegnare il telefono in uso al marito, lei, pur essendo consapevole di avere con sé il cellulare bianco, ne forniva uno diverso.
Questa condotta, secondo l’accusa, non era una semplice dimenticanza. Dalle intercettazioni emergeva infatti che la donna era consapevole della rilevanza del cellulare bianco e che la sua azione era in linea con un progetto del cognato volto a sottrarre quell’oggetto alle indagini. La Corte d’Appello aveva quindi condannato la donna per il reato di favoreggiamento.
La Decisione della Corte: il Favoreggiamento e l’Occultamento di Prove
La difesa ha tentato di smontare l’impianto accusatorio davanti alla Corte di Cassazione, proponendo una lettura alternativa dei fatti: il cellulare bianco, si sosteneva, apparteneva alla sorella dell’imputata o, in ogni caso, gli inquirenti non lo avevano richiesto specificamente. La Suprema Corte ha però dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo completamente queste argomentazioni.
I giudici di legittimità hanno sottolineato come il ricorso si limitasse a riproporre una diversa valutazione del merito della vicenda, un’operazione preclusa in sede di Cassazione. Il compito della Suprema Corte, infatti, non è quello di ricostruire i fatti, ma di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato la loro decisione in modo logico e coerente.
Le Motivazioni della Sentenza
La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello completa e priva di vizi logici. Gli elementi a fondamento della condanna erano chiari e solidi:
1. L’Elemento Oggettivo: La condotta dell’imputata, consistita nel consegnare un telefono diverso da quello rilevante per le indagini, è stata giudicata di per sé idonea ad alterare il contesto fattuale e a sviare il corso della giustizia. Questo è sufficiente per integrare l’elemento materiale del reato di favoreggiamento.
2. L’Elemento Soggettivo (Dolo): La consapevolezza della donna era palese. Sapeva di possedere il cellulare bianco e, come emerso da una conversazione con il figlio, ha scelto deliberatamente di non consegnarlo. La sua azione manifestava una chiara adesione al progetto del cognato di nascondere le prove, come confermato da un’altra intercettazione di quest’ultimo.
La Corte ha precisato che, ai fini del reato, è irrilevante che la condotta abbia arrecato un effettivo aiuto all’autore dell’omicidio. Ciò che conta è l’intenzione di ostacolare le indagini, aiutando qualcuno (in questo caso il cognato) a eludere l’attività investigativa.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di favoreggiamento occultamento prove: non è necessaria un’azione complessa o eclatante per commettere il reato. Anche un gesto che potrebbe sembrare di poco conto, come sostituire un oggetto richiesto dalle forze dell’ordine, può avere conseguenze penali molto serie se compiuto con la consapevolezza di intralciare la giustizia.
La decisione conferma inoltre che la Corte di Cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti. Se la ricostruzione operata dai giudici di merito è logicamente solida e ben motivata, non è possibile sperare di ottenere un annullamento semplicemente proponendo una propria, alternativa versione della vicenda.
Commettere favoreggiamento significa necessariamente aiutare l’autore del reato principale?
No. Secondo la Corte, il reato di favoreggiamento si configura aiutando chiunque a eludere le investigazioni. In questo caso, la condotta era volta ad aiutare il cognato a nascondere una prova, a prescindere dal fatto che ciò giovasse o meno all’assassino.
È possibile essere assolti se si offre una spiegazione alternativa dei fatti in Cassazione?
Generalmente no. La Corte di Cassazione non riesamina le prove (giudizio di merito), ma valuta solo la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Proporre una lettura alternativa dei fatti non è sufficiente per annullare una condanna se la motivazione dei giudici precedenti è coerente.
Perché la consegna di un telefono diverso è stata considerata favoreggiamento?
Perché è stata ritenuta una condotta fraudolenta, posta in essere con la precisa intenzione di alterare il corso delle indagini e di modificare il quadro probatorio a disposizione degli inquirenti, aderendo così al piano del cognato di occultare il cellulare.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3606 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3606 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 25/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a MELITO DI PORTO SALVO il 25/12/1972
avverso la sentenza del 20/09/2023 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminati i motivi di ricorso e la memoria difensiva inviata,
OSSERVA
Ritenuto che il motivo di ricorso si risolve nella riproposizione di una alternativa lettura del compendio probatorio in una prospettiva inerente al merito, eccedente i limiti dello scrutinio di legittimità, a fronte del fatto che la Corte h invero dato conto degli elementi dai quali ha desunto: 1) la disponibilità del cellulare bianco da parte della vittima NOME; 2) la circostanza che del cellulare, contenuto nel borsello, si fosse impossessato il fratello NOME; 3) la consegna del cellulare alla moglie della vittima, l’odierna ricorrente NOME COGNOME; 4) la circostanza che costei, richiesta dagli inquirenti di consegnare il cellulare in uso al marito, pur consapevole del cellulare bianco, consapevolezza condivisa con il figlio, come emerso da unì conversazione, avesse invece consegnato un diverso cellulare, in tal modo manifestando la sua adesione al progetto del cognato di evitare che le forze dell’ordine potessero disporre in quel frangente di quel cellulare, progetto peraltro risultante da una conversazione di COGNOME NOME con tale COGNOME; 5) l’idoneità di tale condotta ad alterare il corso delle indagini e modificare il contesto fattuale nel cui ambito le stesse si svolgevano, così da integrare l’elemento oggettivo del delitto di favoreggiamento; 6) la sussistenza del coefficiente psicologico, sotteso alla fraudolenta condotta tenuta dalla ricorrente, convergente con la richiesta e gli auspici del cognato, a prescindere dal fatto che in tal modo fosse stato arrecato un effettivo ausilio a chi aveva ucciso il marito;
Ritenuto che in tale prospettiva le deduzioni contenute nel motivo di ricorso non sono idonee a vulnerare la ricostruzione operata dalla Corte, prospettando itinerari alternativi, senza che siano individuate reali lacune o fratture logiche del percorso motivazione della sentenza impugnata, non potendosi attribuire decisivo rilievo all’invocata conversazione della ricorrente con COGNOME o al fatto che il cellulare bianco fosse di proprietà della sorella della ricorrente o ancora al fatto che a costei gli inquirenti non avessero specificamente richiesto la consegna del cellulare bianco, profili resi inconferenti dal complesso della motivazione, in cui si segnala il preciso intendimento della ricorrente di omettere la consegna del cellulare bianco tornato in suo possesso e nel contempo la richiesta formulata alla ricorrente dal cognato;
Ritenuto dunque che il ricorso, pur letto alla luce della memoria integrativa, è inammissibile, conseguendone la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in ragione dei sottesi profili di colpa, a quello della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende,
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 25 novembre 2024
Il Presid