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Favoreggiamento immigrazione: la staffetta è concorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21143/2024, ha confermato la condanna per due individui accusati di favoreggiamento immigrazione clandestina. La Corte ha stabilito che sia fornire il supporto logistico (noleggiando un furgone e mettendo a disposizione un’auto), sia agire come ‘staffetta’ per scortare il veicolo con i migranti, costituiscono pieno concorso nel reato e non un contributo di minima importanza. La sentenza chiarisce che qualsiasi contributo funzionale alla realizzazione del piano criminale integra una responsabilità penale piena.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Favoreggiamento Immigrazione Clandestina: La Cassazione sulla ‘Staffetta’ e il Ruolo Logistico

Con la recente sentenza n. 21143/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sul delitto di favoreggiamento immigrazione clandestina, delineando con precisione i confini tra il pieno concorso nel reato e un contributo di minima rilevanza. La decisione analizza il ruolo di chi fornisce supporto logistico, come il noleggio di un veicolo, e di chi agisce come ‘staffetta’ per eludere i controlli, confermando per entrambi una piena responsabilità penale. Questa pronuncia offre importanti chiarimenti sulla valutazione del contributo di ciascun partecipe in operazioni criminali complesse.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un’operazione organizzata per trasportare otto cittadini stranieri, privi di titolo di ingresso, in Italia. L’operazione vedeva il coinvolgimento di più persone con ruoli distinti. Uno degli imputati si era recato all’estero, a Lubiana, per noleggiare un furgone destinato al trasporto. Successivamente, insieme a un complice, aveva riportato il furgone e un’altra autovettura in Italia. Il giorno del trasporto, un secondo imputato aveva preso in consegna una delle auto per agire da ‘staffetta’, ovvero per precedere e scortare il furgone lungo il tragitto, segnalando eventuali pericoli o posti di blocco. Durante il viaggio di ritorno in Italia, le forze dell’ordine hanno intercettato i veicoli. Ne è scaturito un inseguimento al termine del quale il furgone, guidato da un soggetto rimasto ignoto, è finito fuori strada, mettendo a serio rischio l’incolumità dei migranti a bordo.

La Decisione della Corte di Cassazione

I due imputati, condannati in primo e secondo grado, hanno proposto ricorso per cassazione. Il primo sosteneva che il suo contributo, limitato al noleggio del furgone, fosse un atto neutro o al massimo una connivenza non punibile. Il secondo, che aveva svolto il ruolo di ‘staffetta’, lamentava la mancanza di prove sulla sua consapevolezza e chiedeva il riconoscimento di un contributo di minima importanza. La Suprema Corte ha rigettato entrambi i ricorsi, confermando integralmente le condanne. I giudici hanno ritenuto infondate le argomentazioni difensive, ribadendo che entrambe le condotte costituivano una partecipazione piena e consapevole al reato.

Le Motivazioni: Il Ruolo della ‘Staffetta’ e del Supporto Logistico nel Favoreggiamento Immigrazione Clandestina

La Corte ha chiarito che nel favoreggiamento immigrazione clandestina e, più in generale, nel concorso di persone nel reato, non è necessario compiere materialmente l’atto principale, ma è sufficiente fornire un contributo apprezzabile alla sua realizzazione. Nel caso del primo ricorrente, il noleggio del furgone e la messa a disposizione della propria autovettura per il ruolo di ‘staffetta’ non sono stati considerati atti neutri. Al contrario, sono stati visti come passaggi essenziali e fondamentali per la logistica dell’intera operazione criminosa, dimostrando un pieno coinvolgimento oggettivo e soggettivo. Per quanto riguarda il secondo imputato, la Corte ha sottolineato che il ruolo di ‘staffetta’ è una forma classica di partecipazione a questo tipo di reati. Svolgere tale compito significa assumersi una delle attività più pericolose e cruciali per il successo dell’operazione, rendendo il contributo tutt’altro che marginale. La Corte ha inoltre respinto la richiesta di applicazione dell’attenuante della minima partecipazione (art. 114 c.p.), evidenziando che entrambi i ruoli erano strategicamente indispensabili per la riuscita del piano criminale. Infine, è stata confermata anche la responsabilità per l’aggravante del pericolo per la vita dei migranti, ritenendo l’incidente una conseguenza prevedibile e direttamente collegata all’attività illecita concordata tra i correi.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: qualsiasi contributo causale e consapevole alla realizzazione di un reato è sufficiente per essere considerati concorrenti a pieno titolo. Nel contesto del favoreggiamento immigrazione clandestina, questo significa che non solo chi trasporta materialmente i migranti, ma anche chi organizza la logistica, fornisce i mezzi o contribuisce a eludere i controlli, risponde pienamente del delitto. La Corte traccia una linea netta tra la mera connivenza non punibile e il concorso attivo, specificando che un’azione diventa penalmente rilevante quando si integra funzionalmente nel piano criminale, diventandone una componente essenziale. Questa decisione serve da monito: anche i ruoli apparentemente ‘secondari’ in un’operazione illegale comportano una piena responsabilità penale.

Noleggiare un veicolo poi usato per il trasporto di migranti costituisce reato?
Sì, se tale atto si inserisce consapevolmente in un piano criminale. La Corte ha ritenuto che il noleggio del furgone e la messa a disposizione di un’altra auto per fare da ‘staffetta’ non fossero atti neutri, ma passaggi essenziali dell’attività criminosa, integrando un pieno coinvolgimento e quindi concorso nel reato.

Guidare un’auto ‘staffetta’ è considerato un contributo di minima importanza nel reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina?
No. La sentenza chiarisce che il ruolo di ‘staffetta’ è un contributo cruciale e pericoloso. Consiste nello scortare il veicolo con i migranti per proteggerlo da controlli, rappresentando una piena partecipazione al reato e non un’attività marginale, come tale non meritevole dell’attenuante del contributo di minima importanza.

L’aggravante del pericolo per la vita dei migranti può essere attribuita anche a chi non guidava il veicolo che ha avuto l’incidente?
Sì. Secondo la Corte, l’incidente e il conseguente pericolo erano una conseguenza prevedibile di un’attività illecita concordata, come la fuga dalla polizia. Pertanto, l’aggravante è attribuibile a tutti i concorrenti che hanno partecipato all’operazione con un ruolo consapevole, incluso chi svolgeva il compito di ‘staffetta’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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