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Favoreggiamento immigrazione e corruzione: la Cassazione

Un funzionario pubblico è stato condannato per favoreggiamento immigrazione e corruzione per aver rilasciato falsi ‘nulla osta’ a lavoratori extracomunitari del settore circense in cambio di denaro. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, specificando che il favoreggiamento è un ‘reato di pericolo’, che si consuma con i soli atti diretti a procurare l’ingresso, senza che questo debba effettivamente avvenire. Inoltre, la creazione di documenti falsi integra la più grave fattispecie di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Favoreggiamento Immigrazione e Corruzione: Quando il Reato si Perfeziona?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un complesso caso di favoreggiamento immigrazione e corruzione, fornendo chiarimenti cruciali sulla natura di questi reati. La decisione analizza la condotta di un funzionario pubblico che, in cambio di denaro, facilitava l’ingresso illegale di cittadini extracomunitari attraverso un meccanismo basato su documentazione falsa. Vediamo nel dettaglio i fatti e i principi di diritto affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti: Un Meccanismo Fraudolento per l’Ingresso in Italia

Il caso riguarda un funzionario di un Assessorato regionale al lavoro, condannato per aver agevolato l’ingresso in Italia di cittadini extracomunitari. Il suo ruolo era strategico: istruiva le pratiche per il rilascio del ‘nulla osta’ nominativo, un documento indispensabile per l’assunzione di lavoratori stranieri nel settore dello spettacolo, in particolare quello circense.

Il funzionario, dietro pagamento di ingenti somme di denaro, provvedeva direttamente a formare falsi nulla osta, apponendo firme e timbri contraffatti, e gestiva le pratiche in modo da eludere i controlli. Le domande di assunzione venivano presentate su modelli falsi e all’insaputa dei titolari dei circhi, che infatti sono stati assolti nel corso del giudizio. L’imputato aveva confessato di aver falsificato i documenti e di aver ricevuto denaro in cambio.

L’Analisi della Corte di Cassazione sul Favoreggiamento Immigrazione

La difesa dell’imputato ha presentato diversi motivi di ricorso, tutti respinti dalla Cassazione. L’analisi della Corte si è concentrata su due aspetti fondamentali: la natura del reato di favoreggiamento dell’immigrazione e la corretta qualificazione del reato di corruzione.

Il Favoreggiamento Immigrazione come Reato di Pericolo

Uno dei punti chiave sollevati dalla difesa era che non fosse stato provato l’effettivo ingresso illegale dei lavoratori stranieri in Italia. La Cassazione ha smontato questa tesi ribadendo un principio consolidato: il favoreggiamento immigrazione è un ‘reato di pericolo’ o ‘a consumazione anticipata’.

Questo significa che il reato si perfeziona con il semplice compimento di ‘atti diretti a procurare l’ingresso’ illegale di uno straniero. Non è necessario che l’ingresso avvenga concretamente. La legge punisce la creazione del pericolo per la regolarità dei flussi migratori, a prescindere dal risultato finale. La condotta fraudolenta del funzionario, finalizzata a ottenere i visti, era quindi di per sé sufficiente a integrare il reato.

La Distinzione tra Corruzione Propria e Impropria

La difesa aveva anche tentato di ottenere una riqualificazione del reato di corruzione da ‘propria’ (art. 319 c.p., per un atto contrario ai doveri d’ufficio) a ‘impropria’ (art. 318 c.p., per l’esercizio della funzione), meno grave. La Corte ha respinto anche questa argomentazione.

La differenza è sostanziale: la corruzione ‘impropria’ punisce il pubblico ufficiale che ‘vende’ la propria funzione, mentre quella ‘propria’ sanziona chi, dietro compenso, compie un atto contrario ai propri doveri. Nel caso di specie, il funzionario non si è limitato a essere parziale, ma ha attivamente compiuto atti illeciti: ha falsificato materialmente i nulla osta, ha omesso i controlli dovuti, ha apposto timbri e firme false e ha gestito le pratiche in modo da evitare sospetti. Queste azioni rappresentano una palese violazione dei doveri d’ufficio e giustificano pienamente la qualificazione più grave del reato.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto infondati tutti i motivi di ricorso. In primo luogo, ha chiarito che l’illegalità della condotta non risiedeva nella tipologia di lavoratori (artistici o meno), ma nella falsità ab origine delle domande di assunzione, create all’insaputa dei datori di lavoro. In secondo luogo, ha ribadito la natura di reato di pericolo del favoreggiamento, per cui l’effettivo ingresso non è un elemento necessario per la consumazione. Infine, ha confermato la correttezza della qualificazione giuridica della corruzione come ‘propria’, data la palese contrarietà degli atti compiuti (falsificazioni materiali, omissione di controlli) ai doveri istituzionali del funzionario.

Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

Questa sentenza riafferma con forza due principi cardine del diritto penale in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione e la gestione dei flussi migratori. Primo, il favoreggiamento immigrazione è un reato che non richiede il verificarsi dell’evento finale (l’ingresso illegale), essendo sufficiente la condotta finalizzata a tale scopo. Secondo, un pubblico ufficiale che, per denaro, non si limita a favorire una pratica ma la crea dal nulla attraverso falsificazioni e omissioni, commette il più grave reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. La decisione sottolinea la volontà dell’ordinamento di punire severamente non solo l’atto finale, ma anche ogni comportamento che mini alla base la legalità e l’imparzialità dell’azione amministrativa.

Per configurare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è necessario che lo straniero entri effettivamente in Italia?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che si tratta di un ‘reato di pericolo a consumazione anticipata’. Il reato si perfeziona con il compimento di atti diretti a procurare l’ingresso illegale, a prescindere dal fatto che l’ingresso avvenga o meno.

Qual è la differenza tra corruzione per un atto d’ufficio (art. 318 c.p.) e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.) in questo caso?
La corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.) è stata confermata perché l’imputato non si è limitato a ‘vendere’ la sua funzione, ma ha compiuto atti illeciti e contrari ai suoi doveri, come la falsificazione materiale dei nulla osta, l’omissione di controlli e l’apposizione di timbri e firme false.

L’applicazione di una norma speciale per i lavoratori del circo (art. 27 T.U. Immigrazione) esclude il reato di favoreggiamento?
No. In questo caso, l’elemento qualificante del reato non era la tipologia di lavoratore, ma il fatto che le domande di assunzione fossero false e presentate all’insaputa dei presunti datori di lavoro (i titolari dei circhi), rendendo l’intero procedimento fraudolento fin dall’origine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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