LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Favoreggiamento immigrazione clandestina: il reato c’è

La Corte di Cassazione conferma la condanna per favoreggiamento immigrazione clandestina a carico di un imprenditore che, tramite società fittizie, presentava false domande per permessi di soggiorno. La Corte ha rigettato la tesi del ‘reato impossibile’, chiarendo che il reato si perfeziona con la sola presentazione di pratiche idonee a innescare il procedimento amministrativo, a prescindere dal loro esito finale. Questa sentenza sottolinea la natura di reato di pericolo della fattispecie.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Favoreggiamento immigrazione clandestina: quando la pratica fittizia è reato?

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale, affronta un caso significativo di favoreggiamento immigrazione clandestina, fornendo chiarimenti cruciali sulla consumazione del reato. La pronuncia stabilisce che anche la sola presentazione di domande per permessi di soggiorno basate su documentazione fittizia, pur se destinate al rigetto, integra pienamente il delitto. Questo perché la norma mira a punire la messa in pericolo del bene giuridico, ovvero il controllo dei flussi migratori, a prescindere dall’esito finale della pratica.

I Fatti del Caso: Un Sistema di Permessi Fittizi

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo che, in concorso con altri, aveva organizzato un sistema per aiutare cittadini extracomunitari a ottenere illegalmente permessi di soggiorno. L’imputato, in qualità di formale datore di lavoro, utilizzava le proprie imprese, di fatto inattive e prive di consistenza economica, per presentare domande di lavoro stagionale. Queste pratiche erano corredate da autocertificazioni e proposte di contratto di lavoro fittizie.

In aggiunta, l’organizzazione induceva in errore gli stessi cittadini stranieri, facendosi pagare somme di denaro con la promessa di un posto di lavoro e del conseguente permesso, pur nella piena consapevolezza che le domande sarebbero state respinte per mancanza dei requisiti.

Il Ricorso in Cassazione e la Tesi del ‘Reato Impossibile’

La difesa dell’imputato ha basato il proprio ricorso su due argomenti principali:
1. Estraneità ai fatti: Si sosteneva che l’imputato non fosse pienamente coinvolto nelle attività illecite, portate avanti principalmente dai suoi coimputati.
2. Reato impossibile: Il punto giuridicamente più rilevante era la tesi secondo cui le condotte fossero inidonee a raggiungere lo scopo. Le pratiche erano talmente viziate e incomplete da non avere alcuna possibilità di essere approvate. Di conseguenza, secondo la difesa, si configurerebbe un ‘reato impossibile’ ai sensi dell’art. 49 c.p., in quanto l’azione non avrebbe mai potuto ledere l’interesse protetto dalla legge.

La Decisione della Cassazione sul Favoreggiamento immigrazione clandestina

La Corte Suprema ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la condanna.

In primo luogo, ha ritenuto provata la partecipazione dell’imputato sulla base di prove concrete: centinaia di contatti telefonici con i correi, la costituzione di una cooperativa ‘fantasma’ usata per inoltrare le domande e il suo intervento diretto per correggere errori nelle pratiche pendenti. Questi elementi dimostravano un accordo preventivo e una piena consapevolezza dell’attività illecita.

Il Rigetto della Tesi del ‘Reato Impossibile’

Il cuore della sentenza risiede nella confutazione della tesi del reato impossibile. La Corte ha ribadito che il favoreggiamento immigrazione clandestina è un reato di pericolo. Ciò significa che la legge non punisce solo il risultato finale (l’ottenimento del permesso), ma anche la sola condotta idonea a mettere in pericolo il bene giuridico tutelato, ovvero l’ordinata gestione dei flussi migratori da parte dello Stato.

Le motivazioni

I giudici hanno spiegato che qualsiasi attività finalizzata a promuovere pratiche di regolarizzazione, come la presentazione di false domande di assunzione, è sufficiente a consumare il reato. Non è necessario che la regolarizzazione abbia successo. La condotta è punibile perché, di per sé, è capace di condizionare la procedura amministrativa, incidendo sui tempi e sulle modalità di un’eventuale espulsione dello straniero.

Presentare una domanda, anche se destinata a un esito infausto, innesca comunque un procedimento presso gli uffici pubblici. Questo semplice fatto è considerato sufficientemente pericoloso da integrare il delitto. La Corte ha specificato che il reato impossibile si configura solo quando il mezzo usato è assolutamente e strutturalmente inefficace, una condizione che non ricorre nel caso di presentazione di documentazione falsa, che è anzi una modalità tipica di commissione di questo reato.

Le conclusioni

Questa sentenza consolida un principio fondamentale in materia di immigrazione: per commettere il reato di favoreggiamento non è necessario garantire l’ingresso o la permanenza illegale, ma basta compiere atti finalizzati a tale scopo per trarne profitto. La decisione serve da monito per chiunque intenda sfruttare la condizione di vulnerabilità dei cittadini stranieri attraverso pratiche fraudolente, chiarendo che anche un tentativo palesemente maldestro e destinato al fallimento costituisce un reato pienamente punibile.

Quando si considera consumato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina?
Il reato si considera consumato nel momento in cui vengono posti in essere atti diretti a procurare l’ingresso o la permanenza illegale dello straniero, come la presentazione di una domanda di assunzione fittizia. Non è necessario che il permesso di soggiorno venga effettivamente rilasciato.

Perché la presentazione di una pratica destinata al rigetto non è considerata un ‘reato impossibile’?
Non è considerata un reato impossibile perché il delitto di favoreggiamento è un reato di pericolo. La legge punisce la semplice idoneità dell’azione a ledere l’interesse dello Stato al controllo dei flussi migratori. La presentazione di una domanda, anche se incompleta o falsa, è sufficiente a innescare e condizionare una procedura amministrativa, e quindi non è un’azione ‘assolutamente inidonea’.

Per la configurazione del reato è necessario che l’imputato tragga un profitto?
Sì, la norma (art. 12, comma 5, d.lgs. 286/1998) richiede specificamente che l’azione sia compiuta ‘al fine di trarre un ingiusto profitto dalla loro condizione di illegalità’. Nel caso di specie, l’imputato e i suoi complici ricevevano somme di denaro dagli stranieri in cambio della promessa di un lavoro e di un permesso di soggiorno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati