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Fatture false: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per l’utilizzo di fatture false. La sentenza sottolinea che il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio per riesaminare i fatti, ma deve limitarsi a vizi di legittimità. La Corte ha confermato la solidità delle motivazioni dei giudici di merito, che avevano accertato l’esistenza di una società ‘cartiera’ e la natura fittizia delle operazioni, respingendo la ricostruzione alternativa della difesa.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatture false: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18456/2025, ha affrontato un caso di utilizzo di fatture false, ribadendo principi fondamentali sull’inammissibilità del ricorso e sulla prova del dolo specifico. La decisione conferma la condanna a due anni di reclusione per un imprenditore, chiarendo i limiti del giudizio di legittimità e la solidità necessaria delle motivazioni delle sentenze di merito.

I Fatti del Processo

Un imprenditore veniva condannato in primo grado e in appello per il reato previsto dall’art. 2 del D.Lgs. 74/2000, ovvero l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Le accuse riguardavano gli anni d’imposta 2013, 2014 e 2015.

La difesa dell’imputato aveva proposto ricorso per cassazione, basandosi su diversi motivi, tra cui:
* La manifesta illogicità della motivazione della Corte d’Appello.
* La mancata valutazione di una ricostruzione alternativa dei fatti, secondo cui le operazioni erano reali e i pagamenti, seppur anomali (in parte in contanti), erano avvenuti.
* Una critica alla valutazione delle testimonianze.
* L’errata configurazione del dolo specifico, sostenendo che la Corte lo avesse fatto coincidere con la mera condotta contestata.
* La richiesta di applicazione delle attenuanti generiche e una pena più mite.

In sostanza, la difesa contestava l’intera impalcatura accusatoria, secondo cui l’imprenditore si sarebbe avvalso di una società ‘cartiera’ per abbattere il proprio reddito imponibile.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’uso di fatture false

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Questa decisione ha impedito ai giudici di entrare nel merito delle doglianze e, aspetto cruciale, di poter dichiarare l’eventuale prescrizione del reato per le condotte più risalenti.

La Corte ha stabilito che i motivi presentati dal ricorrente non denunciavano reali vizi di legittimità (come violazioni di legge o difetti logici evidenti della motivazione), ma miravano a ottenere una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio, un’operazione preclusa in sede di Cassazione. Il giudizio di legittimità, infatti, non è un ‘terzo grado di merito’.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato le sue motivazioni smontando punto per punto le argomentazioni difensive e confermando la coerenza del percorso logico-giuridico seguito dalla Corte d’Appello.

### La Ricostruzione dei Fatti e la Società ‘Cartiera’

I giudici di legittimità hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione ‘estremamente solida e logica’, in linea con quella del Tribunale (c.d. ‘doppia conforme’). Era stato provato che la società emittente delle fatture era una mera ‘cartiera’, non operativa e priva di struttura. Le anomalie, come la strana compilazione dei documenti di trasporto e i presunti ingenti pagamenti in contanti senza alcuna quietanza, erano state correttamente interpretate come indizi gravi, precisi e concordanti della frode.

### L’inammissibilità della ricostruzione alternativa

La Cassazione ha chiarito che il suo compito non è ‘bilanciare’ l’interpretazione dei fatti proposta dalla difesa con quella accolta dai giudici di merito, ma solo verificare che quest’ultima sia adeguatamente motivata e non viziata. Poiché la motivazione della Corte d’Appello era coerente e priva di vizi, la tesi difensiva è stata respinta come un tentativo inammissibile di rivalutazione del merito.

### La Prova del Dolo Specifico nell’utilizzo di fatture false

Contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, la Corte ha ritenuto che il dolo specifico di evasione fiscale non fosse stato confuso con la semplice condotta. Esso è stato desunto da un ‘complessivo insieme di elementi’: la sistematicità della condotta, la creazione di una ‘artefatta realtà documentale’ e l’architettura di una ‘frode fiscale ben congegnata’. Questo ‘quid pluris’ rispetto al mero comportamento materiale è ciò che ha permesso di accertare l’intenzione specifica di evadere le imposte.

### Attenuanti e Pena

Anche le censure relative al diniego delle attenuanti generiche e all’entità della pena sono state respinte. La Corte ha sottolineato che i giudici di merito avevano correttamente valutato la ‘non modesta gravità dei fatti’ e l’assenza di qualsiasi segno di resipiscenza, giustificando così sia il mancato riconoscimento delle attenuanti sia una pena ritenuta adeguata.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio cardine del processo penale: il ricorso per Cassazione non può essere utilizzato per rimettere in discussione l’accertamento dei fatti compiuto nei gradi di merito, a meno che la motivazione della sentenza impugnata non sia palesemente illogica, contraddittoria o carente. Se la motivazione è solida e coerente, le ricostruzioni alternative proposte dalla difesa, per quanto plausibili, non possono trovare accoglimento in sede di legittimità. Infine, la declaratoria di inammissibilità del ricorso congela la situazione processuale, impedendo anche la declaratoria di cause di estinzione del reato come la prescrizione.

Perché il ricorso dell’imprenditore è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di contestare vizi di legittimità (come errori di diritto o palesi illogicità della motivazione), mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, un’attività che non è consentita alla Corte di Cassazione.

Come è stato provato il dolo specifico di evasione fiscale?
Il dolo specifico non è stato desunto dalla semplice registrazione delle fatture false, ma da un complesso di elementi. Tra questi, la sistematicità della frode, l’architettura fraudolenta complessiva e la creazione di documentazione artefatta, che dimostravano la piena consapevolezza e la volontà di perseguire il fine illecito dell’evasione fiscale.

Che effetto ha avuto la dichiarazione di inammissibilità sulla prescrizione del reato?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha impedito alla Corte di poter dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, anche se i termini fossero maturati dopo la sentenza d’appello. L’inammissibilità, infatti, preclude l’esame di qualsiasi altra questione, inclusa l’estinzione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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