Fatto non più reato: la Cassazione annulla la condanna
Con la sentenza n. 16044 del 2025, la Corte di Cassazione interviene su un caso emblematico, applicando un principio cardine del diritto penale: quello del fatto non più reato. Questa decisione sottolinea come l’evoluzione della legislazione possa incidere direttamente su sentenze già emesse, portando al loro annullamento definitivo. Analizziamo insieme la pronuncia per comprenderne la portata e le conseguenze pratiche.
La vicenda processuale
Il caso trae origine dal ricorso presentato avverso una sentenza del Tribunale di Napoli del 2014. L’imputato, condannato in quella sede, ha portato la questione dinanzi alla Suprema Corte, contestando la validità della pronuncia di condanna. Il procedimento è giunto quindi all’ultimo grado di giudizio per la valutazione della legittimità della decisione impugnata.
La decisione della Cassazione e il principio del fatto non più reato
La Corte di Cassazione, con una decisione tanto sintetica quanto incisiva, ha accolto il ricorso, annullando la sentenza senza disporre un nuovo processo. La formula utilizzata è chiara: “Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”.
Questa statuizione si fonda sul principio di successione delle leggi penali nel tempo. Se una nuova legge entra in vigore e cessa di considerare un determinato comportamento come un illecito penale (fenomeno noto come abolitio criminis), nessuno può più essere punito per quel comportamento, anche se commesso quando era ancora considerato reato. La condanna, se già pronunciata, cessa di avere i suoi effetti penali.
Le motivazioni della decisione
Le motivazioni alla base della sentenza sono cristalline e si concentrano interamente sulla modifica legislativa intervenuta dopo la sentenza di primo grado. La Corte non entra nel merito dei fatti o delle prove, ma si limita a prendere atto di un dato normativo oggettivo: il comportamento per cui era stata emessa la condanna è stato depenalizzato.
Di fronte a un fatto non più reato, il giudice non ha altra scelta che prosciogliere l’imputato o, come in questo caso, annullare la condanna già inflitta. L’annullamento è “senza rinvio” perché non vi è più nulla da giudicare in sede penale; la questione è chiusa definitivamente.
Le conclusioni e le implicazioni pratiche
La pronuncia ha conseguenze immediate e significative. In primo luogo, la condanna penale viene cancellata, con la conseguente pulizia della fedina penale dell’interessato per quel specifico fatto.
In secondo luogo, la Corte ha disposto la trasmissione di una copia della sentenza al Prefetto di Napoli. Questo passaggio è cruciale: suggerisce che, sebbene il fatto non sia più un reato, potrebbe essere stato trasformato in un illecito amministrativo. Sarà quindi il Prefetto, in qualità di autorità amministrativa, a valutare se sussistono i presupposti per l’applicazione di una sanzione di diversa natura, come una multa. Questa decisione esemplifica perfettamente la distinzione tra illecito penale e illecito amministrativo e le diverse conseguenze che ne derivano.
Cosa significa annullamento senza rinvio?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato la sentenza precedente in modo definitivo, chiudendo il caso senza che sia necessario un nuovo processo davanti a un altro giudice.
Per quale motivo la Corte ha annullato la sentenza?
La sentenza è stata annullata perché il comportamento per il quale la persona era stata condannata non è più considerato un reato dalla legge vigente, a seguito di una modifica normativa.
Cosa accade dopo l’annullamento per un fatto non più reato in questo caso?
La condanna penale viene completamente eliminata. Inoltre, la Corte ha ordinato di inviare gli atti al Prefetto di Napoli, il quale valuterà se il fatto costituisca ora un illecito amministrativo, potenzialmente sanzionabile con una multa.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16044 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 16044 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 08/01/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME NOURREDINE nato il 06/05/1979
avverso la sentenza del 02/05/2014 del TRIBUNALE di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il Tribunale di Napoli, sezione distaccata di Marano, con sentenza del 2 maggio
2014, ha condannato NOME COGNOME per il reato di cui all’art
116 d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285.
2. L’imputata ricorre per cassazione, lamentando, con un unico motivo, violazione di legge in ragione della depenalizzazione del reato di guida senza patente.
3. Il motivo è fondato. Invero il fatto non è più previsto dalla legge come reato posto che, successivamente alla sentenza impugnata, è intervenuto il d.lgs. del 1
gennaio 2016, n. 8, che ha previsto all’art. 1, comma 1, la depenalizzazione di tu le violazioni per le quali è prevista la sola pena della multa o dell’ammenda, tr
quali rientra quella contestata che afferisce unicamente alla guida senza paten
(perché mai conseguita) e non alla recidiva nel biennio.
4. La sentenza impugnata deve, pertanto, essere annullata senza rinvio perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Va disposta la trasmissione di cop della sentenza al Prefetto di Napoli.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il fatto non è più previsto dall legge come reato. Dispone trasmettersi copia della sentenza al Prefetto di Napoli. Così deciso in Roma, in data 8 gennaio 2025.