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Fatto lieve: quando la quantità di droga lo esclude

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una condanna per spaccio, negando la qualificazione di fatto lieve. La decisione si basa sulla notevole quantità di hashish (213 dosi), ritenuta un elemento negativo assorbente che prevale su ogni altra valutazione, confermando l’impossibilità di applicare la fattispecie attenuata.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto Lieve e Spaccio di Droga: Quando la Quantità Esclude l’Attenuante

L’ordinamento giuridico italiano prevede una specifica disciplina per i reati connessi agli stupefacenti, distinguendo tra condotte di grave allarme sociale e quelle di minore entità. In questo contesto si inserisce la nozione di fatto lieve, una fattispecie attenuata prevista per lo spaccio di droga. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui criteri per la sua applicazione, chiarendo come un singolo elemento, come la quantità della sostanza, possa essere decisivo per escluderla.

I Fatti del Caso in Analisi

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte d’Appello per detenzione e trasporto di sostanze stupefacenti. La difesa del ricorrente contestava la decisione dei giudici di merito di non aver qualificato il reato come fatto lieve, ai sensi dell’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/90. L’imputato era stato trovato in possesso di una quantità di hashish corrispondente a 213 dosi, un dato che è diventato il fulcro della valutazione giudiziaria.

La Decisione della Corte e la valutazione del fatto lieve

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando pienamente la valutazione della Corte d’Appello. I giudici hanno ribadito un principio di diritto consolidato: la valutazione del fatto lieve non può essere frammentaria, ma deve considerare complessivamente tutti i parametri indicati dalla legge. Questi parametri includono:

* Il dato qualitativo e quantitativo della sostanza.
* I mezzi utilizzati per l’azione criminale.
* Le modalità e le circostanze della condotta.

Il punto cruciale, sottolineato dalla Corte, è che questi indici non hanno tutti lo stesso peso. Se anche uno solo di essi risulta “negativamente assorbente”, ovvero talmente grave da caratterizzare l’intera condotta, ogni altra considerazione favorevole all’imputato perde di rilevanza.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si concentrano principalmente sul dato ponderale. La detenzione di 213 dosi di hashish è stata ritenuta un elemento di per sé indicativo di una condotta non marginale. In assenza di altri elementi a favore dell’imputato che potessero giustificare una diversa qualificazione, la quantità della droga è diventata il fattore determinante. Inoltre, la Corte ha valorizzato anche le modalità del trasporto, ritenute incompatibili con un’ipotesi di lieve entità. Le censure mosse dal ricorrente sono state giudicate generiche, poiché non riuscivano a scalfire la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, la Corte ha ritenuto che la decisione dei giudici di merito fosse basata su una corretta applicazione dei principi giuridici.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma che la qualificazione di un reato di spaccio come fatto lieve richiede una valutazione globale e rigorosa. Non è sufficiente l’assenza di precedenti penali o altri elementi potenzialmente favorevoli se uno degli indici legali, come la quantità di droga, dimostra una significativa offensività della condotta. Per i professionisti del diritto e per i cittadini, la lezione è chiara: la lotta al traffico di stupefacenti considera il dato quantitativo un elemento cruciale, capace da solo di orientare la decisione del giudice verso un giudizio di maggiore gravità. La declaratoria di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3000 euro.

Quando si può applicare l’attenuante del “fatto lieve” nello spaccio di droga?
La sua applicazione richiede una valutazione complessiva di tutti i parametri di legge: il dato qualitativo e quantitativo della sostanza, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione. Non si basa su un singolo elemento, ma su un giudizio globale della condotta.

La sola quantità di droga può bastare per escludere il “fatto lieve”?
Sì. Secondo la Corte, se uno degli indici previsti dalla legge, come il dato quantitativo, risulta “negativamente assorbente” (cioè particolarmente grave), ogni altra considerazione favorevole all’imputato diventa irrilevante ai fini della decisione.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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