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Fatto lieve e droga: quantità esclude lo sconto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento del fatto lieve per detenzione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che la notevole quantità di droga (oltre 2500 dosi di hashish) è un elemento decisivo e assorbente che, da solo, può escludere l’applicazione della norma di favore prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90, rendendo irrilevanti altre considerazioni. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla cassa delle ammende.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto Lieve: la Quantità della Droga Può Annullare Ogni Altra Valutazione?

L’applicazione della circostanza attenuante del fatto lieve nei reati legati agli stupefacenti rappresenta uno dei temi più dibattuti nelle aule di giustizia. La legge prevede pene notevolmente ridotte per chi commette un illecito di minore gravità, ma quali sono i criteri per definirlo tale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la quantità della sostanza può essere un fattore talmente decisivo da escludere, da solo, l’applicazione di questo beneficio.

Il Caso in Esame: Dalla Corte d’Appello alla Cassazione

Il caso ha origine dalla condanna di un giovane, ritenuto responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti. La difesa dell’imputato aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello, lamentando il mancato riconoscimento dell’ipotesi del fatto lieve, prevista dall’articolo 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/90). Secondo la tesi difensiva, i giudici di merito non avrebbero valutato correttamente tutti gli elementi a favore dell’imputato, concentrandosi unicamente sulla quantità di droga sequestrata.

Il ricorso è quindi giunto al vaglio della Suprema Corte, chiamata a decidere se la valutazione operata dalla Corte d’Appello fosse corretta o se, al contrario, avesse illegittimamente trascurato altri aspetti della vicenda.

La Decisione della Corte: il peso del dato ponderale nel fatto lieve

Con una decisione netta, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto le censure mosse dalla difesa “del tutto generiche” e hanno confermato la validità del ragionamento seguito nella sentenza impugnata. Il cuore della decisione si basa su un principio di diritto ormai consolidato: la valutazione del fatto lieve deve essere globale e tenere conto di tutti i parametri indicati dalla legge, ovvero i mezzi, le modalità, le circostanze dell’azione, la qualità e la quantità delle sostanze.

Tuttavia, la Corte ha precisato che, se uno di questi parametri risulta “negativamente assorbente”, cioè talmente grave da sovrastare tutti gli altri, ogni ulteriore considerazione perde di rilevanza. Nel caso specifico, il dato ponderale — pari a 2507 dosi di hashish — è stato considerato di per sé sufficiente a escludere la lieve entità del fatto.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione dell’ordinanza si sofferma sul concetto di “indice negativamente assorbente”. La Corte ha spiegato che un quantitativo così ingente di sostanza stupefacente è un indicatore oggettivo di una significativa offensività della condotta. A fronte di un dato così eloquente, l’assenza di altri elementi particolarmente favorevoli all’imputato ha reso impossibile qualificare diversamente il reato.

Inoltre, i giudici hanno valorizzato anche le modalità di detenzione della droga: la sostanza era custodita in un borsello insieme a strumenti tipicamente utilizzati per l’attività di spaccio. Questo elemento ha ulteriormente rafforzato la convinzione che la condotta non potesse essere considerata di lieve entità. La Corte ha quindi concluso che, di fronte a un quadro probatorio così chiaro, il ricorso non aveva alcuna possibilità di essere accolto e ne ha dichiarato l’inammissibilità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di 3000 euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione ribadisce un importante criterio interpretativo per l’applicazione del fatto lieve. Insegna che, sebbene la valutazione debba essere comprensiva di tutti gli aspetti della condotta, il dato quantitativo può assumere un ruolo preponderante e decisivo. Un quantitativo ingente di droga non è solo un numero, ma un indice concreto della gravità del reato e del suo potenziale danno alla salute pubblica. Per gli operatori del diritto, questa ordinanza conferma che per sostenere con successo la tesi del fatto lieve in presenza di quantità significative di stupefacente, è necessario portare elementi favorevoli di eccezionale solidità, capaci di controbilanciare la gravità intrinseca del dato ponderale.

Quando si può applicare l’ipotesi di ‘fatto lieve’ nei reati di droga?
L’ipotesi di ‘fatto lieve’ si applica quando, valutando complessivamente i mezzi, le modalità, le circostanze dell’azione, nonché la qualità e la quantità delle sostanze, il reato appare di minore gravità complessiva.

La sola quantità di droga è sufficiente per escludere il ‘fatto lieve’?
Sì. Secondo la Corte, se la quantità (il dato ponderale) è così rilevante da essere considerato ‘negativamente assorbente’, può essere da sola sufficiente a escludere l’applicazione del ‘fatto lieve’, rendendo irrilevante ogni altra considerazione.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Come conseguenza, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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