LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Fatto Lieve Droga: Cassazione e Inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 46211/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una condanna per spaccio. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla destinazione a uso personale e sulla configurabilità del ‘fatto lieve droga’ spetta ai giudici di merito. La notevole quantità di stupefacente (1.098 dosi) è stata ritenuta un elemento decisivo per escludere la lieve entità, rendendo il ricorso una mera riproposizione di questioni di fatto non consentite in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto Lieve Droga: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti sui limiti del ricorso in sede di legittimità in materia di stupefacenti, con particolare riferimento alla qualificazione del fatto lieve droga. La pronuncia sottolinea la netta distinzione tra la valutazione dei fatti, riservata ai giudici di merito, e il controllo sulla corretta applicazione della legge, unico compito della Suprema Corte. Questo caso offre uno spunto essenziale per comprendere perché alcuni ricorsi vengano dichiarati inammissibili.

Il Contesto del Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte d’Appello di Roma per reati legati agli stupefacenti. L’imputato ha impugnato la sentenza davanti alla Corte di Cassazione, basando la sua difesa su tre argomenti principali: la destinazione della sostanza a uso esclusivamente personale, la richiesta di applicazione dell’ipotesi del fatto lieve droga prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90, e la mancata concessione dell’attenuante per la collaborazione.

Fatto Lieve Droga: I Criteri di Valutazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, ritenendo che tutte le censure sollevate non fossero appropriate per il giudizio di legittimità. Analizziamo i punti chiave della decisione.

La Questione dell’Uso Personale e la Valutazione dei Fatti

Il primo motivo di ricorso, relativo alla destinazione della droga per uso personale, è stato respinto perché introduceva censure sulla ricostruzione dei fatti. La Suprema Corte ha ricordato che l’apprezzamento del materiale probatorio e la valutazione delle circostanze sono compiti esclusivi del giudice di merito. Se il giudice di merito ha fornito una motivazione logica e coerente, come nel caso di specie, la Cassazione non può intervenire per offrire una diversa interpretazione delle prove.

I Limiti per il Riconoscimento del Fatto di Lieve Entità

Anche le censure relative al mancato riconoscimento del fatto lieve droga sono state considerate generiche e infondate. La Corte ha richiamato un principio consolidato, espresso dalle Sezioni Unite (sentenza n. 51063/2018), secondo cui la lieve entità deve essere valutata considerando un insieme di parametri: qualitativi, quantitativi, le modalità dell’azione e le altre circostanze. Nel caso specifico, il dato ponderale, pari a 1.098 dosi di hashish, e l’inserimento dell’imputato in una rete di spaccio sono stati ritenuti elementi talmente negativi da rendere irrilevante ogni altra considerazione, giustificando così l’esclusione dell’ipotesi lieve.

L’Attenuante della Collaborazione

Infine, anche il motivo sulla mancata concessione dell’attenuante della collaborazione è stato giudicato inammissibile. La Corte d’Appello aveva già motivato la sua decisione evidenziando l’assenza di elementi per verificare la rilevanza e l’attendibilità delle dichiarazioni dell’imputato. Anche questa, quindi, è stata considerata una valutazione di fatto, non sindacabile in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda sulla natura stessa del giudizio di Cassazione. Questo non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare le prove, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione delle norme giuridiche e sulla logicità della motivazione della sentenza impugnata. I motivi del ricorso, tentando di ottenere una nuova valutazione delle prove e delle circostanze del caso, superavano i limiti consentiti dalla legge, rendendo l’impugnazione inevitabilmente inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: chi intende ricorrere in Cassazione deve basare le proprie argomentazioni su vizi di legge o illogicità manifeste della motivazione, non sulla speranza di una diversa interpretazione dei fatti. Per quanto riguarda il fatto lieve droga, la decisione conferma che la presenza di uno o più indicatori particolarmente negativi, come l’ingente quantità di stupefacente, può essere sufficiente a escludere questa ipotesi più favorevole. La conseguenza diretta dell’inammissibilità è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.

Perché un ricorso basato sulla destinazione della droga a uso personale è stato respinto dalla Cassazione?
Perché la valutazione sulla destinazione della sostanza stupefacente è una questione di fatto, la cui analisi spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado (giudici di merito). La Corte di Cassazione si limita a controllare la corretta applicazione della legge, non a riesaminare le prove.

Quali sono i criteri per stabilire se un reato di droga è un ‘fatto lieve’?
La valutazione si basa su un insieme di parametri, tra cui la quantità e qualità della droga, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione. Come chiarito dalla Corte, se anche uno solo di questi elementi risulta particolarmente grave (in questo caso, una quantità pari a 1.098 dosi), può essere sufficiente per escludere la qualificazione di ‘fatto lieve’.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta che il ricorso non viene esaminato nel merito. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati