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Fatto di lieve entità: quando non si applica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la decisione di non riconoscere il fatto di lieve entità in un caso di detenzione di stupefacenti. La presenza di un quantitativo di cocaina da cui si potevano ricavare oltre 264 dosi e il rinvenimento di una cospicua somma di denaro (€49.340,00) sono stati ritenuti elementi decisivi per escludere la minima offensività della condotta. La Corte ha inoltre confermato la confisca della somma per sproporzione, data l’assenza di giustificazione sulla sua lecita provenienza.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di Lieve Entità: La Cassazione Chiarisce i Limiti con l’Ordinanza 12430/2024

L’applicazione del fatto di lieve entità nei reati legati agli stupefacenti è un tema centrale nel diritto penale, capace di modificare significativamente l’esito di un processo. Con la recente ordinanza n. 12430 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sui criteri per il suo riconoscimento, sottolineando come la valutazione non possa limitarsi al solo dato quantitativo della sostanza. La presenza di ingenti somme di denaro, infatti, può essere un indice decisivo di un’offensività non minima.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello che aveva negato la qualificazione del reato come di lieve entità. All’imputato era stata contestata la detenzione di un quantitativo di cocaina dal quale era possibile ricavare ben 264,68 dosi. Oltre alla sostanza, le forze dell’ordine avevano rinvenuto una somma in contanti pari a 49.340,00 euro. L’imputato, nel suo ricorso, contestava sia il mancato riconoscimento della lieve entità del fatto sia la legittimità della confisca dell’ingente somma di denaro disposta ai sensi dell’art. 240 bis del codice penale.

L’Analisi della Corte sul Fatto di Lieve Entità

La Suprema Corte ha ritenuto il primo motivo di ricorso manifestamente infondato. Richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sent. n. 51063 del 2018), i giudici hanno ribadito che l’accertamento del fatto di lieve entità richiede una valutazione complessiva e non atomistica degli elementi della fattispecie.

La Corte ha specificato che per riconoscere la ‘minima offensività penale della condotta’ è necessario considerare:

* Il dato qualitativo e quantitativo della sostanza.
* I mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente valorizzato non solo il numero elevato di dosi ricavabili, ma anche due elementi sintomatici di una spiccata pericolosità: il rinvenimento della cospicua somma di denaro, indicativa di rilevanti guadagni derivanti dall’attività illecita, e le particolari modalità di occultamento (chiave di casa nascosta). Pertanto, la conclusione che il fatto non fosse di minima offensività è stata ritenuta corretta in diritto e logicamente motivata.

La Questione della Confisca per Sproporzione

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla confisca della somma di 49.340,00 euro, è stato giudicato infondato. La difesa aveva sostenuto che l’imputato stesse semplicemente detenendo il denaro per conto di terzi ignoti, ma non aveva fornito alcuna prova di un’attività lavorativa lecita che potesse giustificare il possesso di una tale cifra.

La Cassazione ha sottolineato che si trattava di una confisca per sproporzione ai sensi dell’art. 240 bis c.p. e non di una confisca ordinaria. Questa misura si applica proprio quando vi è una manifesta sproporzione tra i beni posseduti e il reddito dichiarato o l’attività economica svolta, e il condannato non è in grado di giustificarne la legittima provenienza. L’assenza di prove a sostegno della liceità del denaro ha reso la confisca pienamente legittima.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda sul principio che la valutazione del fatto di lieve entità deve essere globale. Il solo dato ponderale dello stupefacente, sebbene importante, non può essere l’unico parametro di riferimento. Elementi contestuali, come l’ingente disponibilità di denaro contante, sono indicatori cruciali del livello di inserimento del soggetto nel mercato illegale e, di conseguenza, della gravità della condotta. La Corte ha chiarito che non si può ricorrere a medie statistiche per definire la lieve entità, ma è necessario un apprezzamento complessivo di tutti gli indici previsti dalla norma. La confisca, a sua volta, è stata ritenuta corretta in quanto l’imputato non ha superato l’onere di dimostrare la provenienza lecita della somma, risultata sproporzionata rispetto a qualsiasi attività legale.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: per beneficiare dell’attenuante del fatto di lieve entità, non basta essere trovati in possesso di una quantità di droga al di sotto di determinate soglie quantitative. Il giudice deve esaminare l’intero quadro fattuale. La presenza di somme di denaro ingiustificate, attrezzature per il confezionamento o altre circostanze che suggeriscono un’attività strutturata e redditizia possono legittimamente portare all’esclusione dell’ipotesi lieve, con conseguenze significative sulla pena. La sentenza ribadisce inoltre la piena operatività della confisca per sproporzione come strumento per aggredire i patrimoni illeciti accumulati.

Quando può essere escluso il riconoscimento del fatto di lieve entità in un reato di droga?
Può essere escluso quando, oltre al dato quantitativo della sostanza, emergono altri elementi che indicano un’offensività non minima della condotta. Nel caso specifico, il rinvenimento di un’ingente somma di denaro (49.340,00 euro) è stato considerato un indice decisivo di un inserimento in un contesto delinquenziale più ampio.

La valutazione del fatto di lieve entità si basa solo sulla quantità di droga?
No. Secondo la giurisprudenza costante, la valutazione deve essere complessiva e considerare tutti gli indici sintomatici previsti dalla norma, ovvero il dato qualitativo e quantitativo, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione. Un’analisi basata solo sulla quantità è considerata insufficiente.

Perché è stata confermata la confisca della somma di denaro?
La confisca è stata confermata perché l’imputato non ha fornito alcuna giustificazione credibile sulla lecita provenienza del denaro. La somma è stata ritenuta sproporzionata rispetto a qualsiasi attività lavorativa lecita e, in assenza di prove contrarie, è stata assoggettata a confisca ai sensi dell’art. 240 bis del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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