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Fatto di lieve entità: quando lo spaccio è grave?

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per spaccio di stupefacenti, negando la riqualificazione del reato come fatto di lieve entità. La decisione si basa sulla cessione di 50 grammi di cocaina, avvenuta in un contesto organizzato con l’uso di più veicoli e il coinvolgimento di diverse persone. Secondo la Corte, tali elementi dimostrano una capacità logistica e un inserimento nella filiera dello spaccio che superano la soglia della lieve entità, rendendo irrilevante la mancanza di analisi specifiche sul principio attivo della sostanza.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di lieve entità: quando l’organizzazione esclude la lieve entità nello spaccio?

La distinzione tra spaccio di stupefacenti e fatto di lieve entità rappresenta una delle questioni più dibattute nel diritto penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui criteri utilizzati per tracciare questa linea di confine, sottolineando come la presenza di un contesto organizzato possa essere decisiva per escludere l’applicazione della norma più favorevole. Il caso analizzato riguarda un ricorso presentato da un imputato contro la decisione della Corte d’Appello che aveva negato la riqualificazione di una cessione di 50 grammi di cocaina in reato di lieve entità.

I Fatti del Caso

L’imputato era stato condannato per un episodio di spaccio, specificatamente la cessione di 50 grammi di cocaina. In appello, la difesa aveva sostenuto che l’episodio dovesse essere considerato un fatto di lieve entità ai sensi dell’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990, e quindi punito con una pena decisamente inferiore. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto questa tesi, confermando la gravità del reato. Da qui il ricorso in Cassazione, basato su una presunta errata applicazione della legge e su un vizio di motivazione. La difesa lamentava che non si fosse tenuto conto del fatto che si trattava di un singolo episodio e che la sostanza non era stata analizzata per determinarne il peso netto e il principio attivo.

La Decisione della Cassazione sul Fatto di lieve entità

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendo la motivazione della sentenza d’appello completa, logica e corretta in punto di diritto. I giudici hanno evidenziato come diversi elementi concreti impedissero di classificare la condotta come fatto di lieve entità.

L’Organizzazione come Elemento Decisivo

Il fattore cruciale, secondo la Cassazione, è stato il contesto “adeguatamente organizzato” in cui è avvenuta la cessione. La Corte d’Appello aveva correttamente valorizzato elementi come:

* La disponibilità di autovetture: l’uso di più veicoli per il trasporto e la consegna della droga.
* Il coinvolgimento di più persone: la partecipazione coordinata di vari soggetti interessati alla compravendita illecita.
* Una consolidata filiera di spaccio: la capacità dell’imputato di procurare e smerciare in breve tempo un quantitativo non trascurabile di cocaina, segno di contatti stabili e a un “buon livello”.

Questi aspetti, nel loro insieme, delineano un’operatività che va ben oltre lo spaccio occasionale o di modesta portata, escludendo a priori la lieve entità.

La Quantità e la Qualità dello Stupefacente

Anche il dato quantitativo, 50 grammi lordi di cocaina, è stato ritenuto di per sé significativo. La Corte ha affermato che una tale quantità è oggettivamente indicativa di una sostanza dal valore non indifferente, destinata a una successiva suddivisione in dosi e quindi a un’ampia platea di acquirenti. La mancanza di una perizia per determinare il principio attivo non è stata considerata una lacuna decisiva, poiché il contesto organizzativo e il quantitativo stesso erano sufficienti a dimostrare la gravità del fatto.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che la valutazione sulla lieve entità del fatto deve essere complessiva e non può basarsi su singoli aspetti isolati. Sebbene la difesa avesse tentato di paragonare questo episodio (capo 8d) a un altro (capo 8a), per il quale era stata riconosciuta la lieve entità, la Corte ha chiarito che non vi era alcuna contraddizione. Il primo caso riguardava la cosiddetta “droga parlata”, ovvero cessioni di cui non si era riusciti a provare né il quantitativo esatto né la tipologia, rendendo plausibile una riqualificazione più benevola. Al contrario, per l’episodio dei 50 grammi di cocaina, la prova era solida e i contorni dell’azione criminale ben definiti e indicativi di una maggiore gravità. I giudici hanno ribadito che il cosiddetto “spaccio di quartiere” può integrare un fatto lieve solo a determinate condizioni, che nel caso di specie erano assenti a causa delle peculiari circostanze geografiche e logistiche dell’operazione. La Corte ha inoltre sottolineato che il ricorrente non aveva fornito alcuna prova circa la scarsità dei guadagni o una ridotta circolazione della merce, elementi che avrebbero potuto, in astratto, supportare la tesi della lieve entità.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: la qualificazione di un reato di spaccio come fatto di lieve entità non dipende solo dalla quantità di droga ceduta, ma richiede un’analisi globale della condotta. La presenza di un’organizzazione, anche minima, che dimostri una certa pianificazione e capacità logistica (come l’uso di veicoli e la collaborazione di più persone), è un indice forte della gravità del reato. Questa decisione serve da monito, chiarendo che anche un singolo episodio di spaccio, se supportato da una struttura organizzata e riguarda quantitativi non trascurabili, sarà difficilmente considerato di lieve entità, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di sanzione penale.

Quando la cessione di droga può essere considerata un fatto di lieve entità?
Un fatto di spaccio può essere considerato di lieve entità quando, valutando complessivamente le modalità dell’azione, i mezzi utilizzati, la qualità e la quantità delle sostanze, nonché la scarsità dei guadagni e la ridotta circolazione della merce, il reato risulta complessivamente di minore gravità.

La presenza di un contesto organizzato esclude sempre il fatto di lieve entità?
Sì, secondo questa sentenza, un contesto adeguatamente organizzato, dimostrato dall’uso di autovetture, dal coinvolgimento di più persone e dall’inserimento in una filiera dello spaccio, è un elemento decisivo che esclude la possibilità di qualificare il reato come fatto di lieve entità.

Una singola cessione di 50 grammi di cocaina è di lieve entità?
No, in questo caso la Corte ha stabilito che la cessione di 50 grammi di cocaina, pur essendo un singolo episodio, non costituisce un fatto di lieve entità. Il quantitativo è stato ritenuto di per sé significativo e indicativo di una sostanza destinata alla suddivisione in dosi, specialmente se, come nel caso di specie, è accompagnato da indici di organizzazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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