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Fatto di lieve entità: quando è escluso dalla Cassazione

Un soggetto condannato per detenzione di cocaina e marijuana si è rivolto alla Cassazione chiedendo la riqualificazione del reato in fatto di lieve entità. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che la notevole quantità di droga, la sua suddivisione in dosi e la presenza di attrezzatura per lo spaccio (bilancini e materiale per il confezionamento) configurano un’attività organizzata e non occasionale, incompatibile con l’ipotesi del fatto di lieve entità.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di lieve entità: Quando Quantità e Attrezzatura Escludono l’Ipotesi Meno Grave

L’applicazione della fattispecie di fatto di lieve entità nel contesto dei reati legati agli stupefacenti rappresenta uno dei temi più dibattuti e delicati del diritto penale. La sua concessione può portare a una significativa riduzione della pena, ma quali sono i criteri che guidano la decisione del giudice? Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre chiarimenti cruciali, confermando un orientamento rigoroso basato su una valutazione complessiva di tutti gli elementi del caso, e non solo sulla quantità di droga detenuta.

I Fatti del Caso: Oltre la Semplice Detenzione

Il caso esaminato ha origine dalla condanna di un individuo a due anni e otto mesi di reclusione e dodicimila euro di multa. La condanna, emessa a seguito di un giudizio abbreviato, riguardava la detenzione, all’interno della propria abitazione, di un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti:
– 40 dosi di cocaina per un peso di 13,40 grammi.
– 17 dosi di marijuana per un peso di 22,90 grammi.
– Tre sacchetti di nylon contenenti oltre un chilogrammo (1,025 kg) di marijuana.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano confermato la condanna. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il reato dovesse essere riqualificato nella più lieve ipotesi prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990, ovvero il cosiddetto “fatto di lieve entità”.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la richiesta dell’imputato manifestamente infondata. La decisione si fonda su un’analisi approfondita dei principi giurisprudenziali consolidati, in particolare quelli stabiliti dalle Sezioni Unite. La Corte ha ribadito che la qualificazione di un reato come “di lieve entità” non può derivare da un’analisi astratta e aprioristica dei singoli elementi, ma deve emergere da una valutazione globale e concreta di tutte le circostanze.

Fatto di lieve entità: l’Analisi della Corte

La difesa dell’imputato si concentrava sulla richiesta di applicare la fattispecie meno grave, ma la Cassazione ha evidenziato come gli elementi raccolti fossero in netta contraddizione con tale ipotesi.

La Valutazione Complessiva degli Indici

I giudici hanno spiegato che per accertare la lieve entità è necessario considerare tutti i parametri indicati dalla norma: i mezzi, le modalità, le circostanze dell’azione, la quantità e la qualità delle sostanze. Nel caso specifico, i seguenti elementi sono stati ritenuti decisivi per escludere la minore gravità del fatto:

1. Quantità e varietà: La detenzione di quantitativi importanti di due diverse tipologie di droga (cocaina e marijuana) è stata interpretata come un indicatore di un’attività di spaccio non occasionale e ben avviata.
2. Suddivisione in dosi: Il fatto che parte dello stupefacente fosse già confezionata in dosi pronte per la cessione a terzi è un chiaro segnale di destinazione allo spaccio.
3. Attrezzatura: Il ritrovamento, nella stessa abitazione, di bilancini di precisione e materiale per il confezionamento di ulteriori dosi ha costituito la prova di un’attività organizzata, seppur in modo rudimentale, e sistematica.

Il Ruolo del Dato Quantitativo

La Corte ha precisato che il dato ponderale (la quantità), sebbene rilevante, non può essere l’unico parametro di valutazione. Esso assume un valore preponderante solo quando è talmente significativo da escludere a priori ogni altra considerazione. In tutti gli altri casi, deve essere ponderato insieme agli altri indici. In questa vicenda, la quantità, unita agli altri elementi, ha contribuito a delineare un quadro di gravità incompatibile con la lieve entità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha concluso che la sentenza della Corte d’Appello era logicamente motivata e immune da censure. La valutazione effettuata dai giudici di merito è stata analitica e ha considerato tutti i parametri richiesti dalla legge. L’insieme degli elementi (quantità superiore al fabbisogno personale, suddivisione in dosi, presenza di strumentazione tipica dello spacciatore) ha correttamente portato a qualificare la condotta come espressione di un’attività organizzata e non occasionale di spaccio. Il ricorso è stato quindi giudicato come una mera reiterazione di argomentazioni già respinte nei precedenti gradi di giudizio, rendendolo inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida l’orientamento secondo cui la configurabilità del fatto di lieve entità richiede un’attenta e rigorosa analisi complessiva. Non è sufficiente che manchi un singolo elemento di gravità; è necessario che l’intera condotta, nel suo complesso, presenti una portata offensiva minima. La presenza simultanea di quantità significative, diversità di sostanze, preparazione delle dosi e possesso di strumenti per lo spaccio costituisce un insieme di indici che, quasi certamente, porterà il giudice a escludere l’applicazione della norma di favore, confermando la piena punibilità per il reato di spaccio ordinario.

La sola quantità di droga è sufficiente per escludere il fatto di lieve entità?
No, la Cassazione ribadisce che il dato quantitativo è solo uno degli indici da valutare. La decisione deve basarsi su una valutazione complessiva che include mezzi, modalità e circostanze dell’azione, per determinare se il fatto ha una carica negativa preponderante.

Quali elementi, oltre alla quantità, hanno portato i giudici a escludere il fatto di lieve entità in questo caso?
Gli elementi decisivi sono stati: la suddivisione della cocaina e di parte della marijuana in dosi pronte per la vendita; il rinvenimento di attrezzatura tipica dello spacciatore (bilancini di precisione, materiali per il confezionamento); e la detenzione di sostanze diverse (cocaina e marijuana), che suggerisce un’attività non occasionale.

Cosa significa che il ricorso è stato dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato nel merito le argomentazioni del ricorrente, ritenendole manifestamente infondate e una semplice riproposizione di censure già valutate e respinte nel giudizio di appello, senza introdurre nuovi vizi di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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