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Fatto di lieve entità: quando è escluso dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento del fatto di lieve entità per detenzione di stupefacenti. La decisione si fonda su una valutazione complessiva che ha escluso la minima offensività della condotta, considerando la notevole quantità di droga (957 dosi), le modalità di confezionamento e occultamento sul corpo, e il luogo del sequestro, avvenuto nei pressi di un carcere.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di Lieve Entità: I Criteri della Cassazione per Escluderlo

L’applicazione della norma sul fatto di lieve entità nel contesto dei reati legati agli stupefacenti è spesso oggetto di dibattito nelle aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce chiarimenti cruciali sui parametri che i giudici devono considerare per decidere se una condotta possa beneficiare di un trattamento sanzionatorio più mite. Il caso in esame riguarda un ricorso respinto perché la condotta dell’imputato, valutata nel suo complesso, non presentava i caratteri della minima offensività richiesti dalla legge.

I Fatti del Caso

Il ricorrente si era rivolto alla Corte di Cassazione dopo che la Corte d’Appello aveva confermato la sua condanna per detenzione di sostanze stupefacenti. Il punto centrale del ricorso era la richiesta di riconoscere la fattispecie del fatto di lieve entità, prevista dall’articolo 73, comma 5, del D.P.R. 309/90, che avrebbe comportato una pena significativamente ridotta. La difesa sosteneva che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente motivato il diniego di tale attenuante.

La Valutazione del Fatto di Lieve Entità secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno sottolineato come la motivazione della Corte d’Appello fosse logica, congrua e giuridicamente corretta, e quindi non soggetta a censure di legittimità. La decisione si basa su una valutazione complessiva di tutti gli elementi della condotta, come richiesto dalla giurisprudenza consolidata.

Analisi Complessiva degli Indici Rivelatori

Per escludere il fatto di lieve entità, i giudici hanno considerato tre elementi principali:

1. Qualità e Quantità: La sostanza sequestrata ammontava a 957 dosi medie singole, caratterizzate da un discreto livello di purezza. Un quantitativo così significativo è stato ritenuto incompatibile con una minima offensività penale.
2. Modalità dell’Azione: Lo stupefacente era confezionato in diversi pezzi e ovuli, occultati sul corpo della persona. Questa modalità di trasporto è stata interpretata come un indice di professionalità e astuzia, allontanando l’ipotesi di un’attività occasionale o marginale.
3. Circostanze di Luogo: Il sequestro è avvenuto nelle immediate vicinanze di un istituto penitenziario. Questo luogo è stato considerato particolarmente grave, in quanto rivolto a una “platea di soggetti facili acquirenti in condizioni di astinenza o difficoltà psicologica”, aumentando così il pericolo sociale della condotta.

Il Peso Decisivo di un Singolo Elemento Negativo

Richiamando importanti sentenze delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: sebbene la valutazione debba essere complessiva, anche un solo indice di particolare gravità può essere sufficiente a escludere il riconoscimento del fatto di lieve entità. In questo caso, ciascuno dei tre elementi analizzati (quantità, modalità, luogo) era di per sé sufficientemente grave da giustificare la decisione della Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione evidenziando che il ricorrente non si è confrontato adeguatamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Il ricorso è stato giudicato assertivo e privo di specificità. La decisione della Corte d’Appello, al contrario, era pienamente conforme ai principi stabiliti dalla giurisprudenza di legittimità, secondo cui la fattispecie di lieve entità può essere riconosciuta solo in ipotesi di minima offensività penale. Questa offensività deve essere desunta non solo dal dato quantitativo e qualitativo della sostanza, ma anche da tutti gli altri parametri indicati dalla norma, come i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione. L’analisi congiunta di questi elementi ha portato i giudici a concludere, senza alcuna illogicità, che la condotta in esame superava ampiamente la soglia della lieve entità.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un orientamento rigoroso della giurisprudenza nel valutare i requisiti per il riconoscimento del fatto di lieve entità. Non è sufficiente appellarsi genericamente alla norma, ma è necessario che dall’analisi completa del caso emerga una condotta di minima offensività. La presenza di elementi come un ingente quantitativo di droga, modalità di occultamento elaborate o la scelta di un luogo di spaccio particolarmente sensibile può, anche singolarmente, precludere l’applicazione del trattamento sanzionatorio più favorevole. La decisione sottolinea l’importanza per la difesa di articolare ricorsi specifici che contestino punto per punto le motivazioni del giudice di merito, pena la dichiarazione di inammissibilità.

Quando un reato legato agli stupefacenti può essere considerato un ‘fatto di lieve entità’?
Un reato di stupefacenti può essere considerato di lieve entità solo quando la condotta presenta una minima offensività penale. Questa valutazione deriva dall’analisi complessiva di tutti i parametri previsti dalla legge, quali la qualità e quantità della sostanza, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione.

Quali elementi specifici ha considerato la Corte per escludere il ‘fatto di lieve entità’ in questo caso?
La Corte ha considerato tre elementi decisivi: 1) la quantità dello stupefacente (957 dosi medie singole con buona purezza); 2) le modalità di confezionamento e occultamento (in ovuli nascosti sul corpo); 3) il luogo del sequestro (vicino a un carcere, rivolto a soggetti vulnerabili).

È sufficiente un solo elemento negativo per escludere la lieve entità del fatto?
Sì. Secondo la giurisprudenza richiamata dalla Corte, sebbene la valutazione debba essere complessiva, è possibile che anche un solo indice previsto dalla legge risulti così negativamente assorbente da rendere irrilevante ogni altra considerazione e, di conseguenza, escludere il riconoscimento della fattispecie di lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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