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Fatto di lieve entità: no se lo spaccio è ripetuto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di sostanze stupefacenti. La richiesta di riconoscere l’ipotesi del fatto di lieve entità è stata respinta perché l’attività di spaccio, sebbene avvenuta in un breve arco temporale (20-30 minuti), si era concretizzata in ben otto episodi di cessione. Questa non occasionalità della condotta è stata considerata un elemento decisivo, sufficiente a escludere la minore offensività del reato.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di lieve entità: No se lo Spaccio è Continuativo, anche in Breve Tempo

La distinzione tra spaccio di sostanze stupefacenti e fatto di lieve entità rappresenta uno dei punti cruciali del diritto penale in materia di droga. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con fermezza un principio fondamentale: la sistematicità e la ripetizione delle cessioni, anche se concentrate in un arco temporale molto ristretto, escludono la possibilità di applicare la fattispecie attenuata. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, ai sensi dell’art. 73, commi 1 e 4, del d.P.R. 309/1990. La difesa dell’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, basando le proprie argomentazioni su un unico motivo: la richiesta di riconoscere l’ipotesi del fatto di lieve entità, disciplinata dal comma 5 dello stesso articolo. Tale richiesta si fondava sulla presunta scarsa gravità della condotta.

L’elemento chiave del caso, emerso durante le indagini, era che l’attività di osservazione delle forze dell’ordine aveva permesso di accertare ben otto distinti episodi di cessione di droga nell’arco di soli 20-30 minuti. La Corte d’appello aveva già valorizzato questa circostanza per negare la lieve entità, sottolineando la non occasionalità del comportamento.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione dei giudici di merito. Secondo gli Ermellini, la motivazione della Corte d’appello era corretta e in linea con i principi consolidati espressi dalle Sezioni Unite della stessa Cassazione. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la Non Occasionalità come Fattore Decisivo

La Corte di Cassazione ha articolato le sue motivazioni richiamando la propria giurisprudenza più autorevole. Il punto centrale è che la fattispecie del fatto di lieve entità può essere configurata solo in ipotesi di “minima offensività penale”.

Per stabilire se un fatto sia di lieve entità, il giudice non deve limitarsi a un singolo aspetto, ma deve compiere una valutazione complessiva di tutti i parametri indicati dalla norma. Questi includono:

* Dato qualitativo e quantitativo: la tipologia e la quantità di sostanza stupefacente.
* Mezzi, modalità e circostanze dell’azione: come è stata organizzata e portata a termine la cessione.

Il principio, espresso dalle Sezioni Unite, è che se anche uno solo di questi indici risulta “negativamente assorbente”, ovvero talmente grave da indicare una significativa offensività, ogni altra considerazione (ad esempio una quantità minima di droga) perde di rilevanza.

Nel caso specifico, la Corte ha identificato la ripetizione di otto episodi di spaccio in meno di mezz’ora come un chiaro indicatore della “non occasionalità della condotta”. Questa sistematicità, pur concentrata nel tempo, è stata considerata un elemento “negativamente assorbente” che, da solo, era sufficiente a escludere la qualificazione del reato come fatto di lieve entità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza un orientamento giurisprudenziale rigoroso e offre importanti spunti pratici:

1. L’occasionalità non è legata alla durata: La natura non occasionale di un’attività di spaccio non dipende dalla sua durata nel tempo (giorni o settimane), ma dalla sua organizzazione e ripetitività. Anche un’attività intensa ma breve può essere considerata abituale.
2. Valutazione globale ma selettiva: Il giudice deve sempre considerare tutti gli elementi, ma la presenza di un singolo fattore di particolare gravità, come la serialità delle cessioni, può essere decisivo per negare l’attenuante.
3. Onere probatorio: Per la difesa diventa fondamentale dimostrare non solo la scarsa quantità di droga, ma anche l’assoluta occasionalità e la mancanza di organizzazione dell’attività illecita.

In sintesi, la Suprema Corte ha chiarito che un’attività di spaccio frammentata in più episodi, anche se ravvicinati, rivela una professionalità e una pericolosità sociale che sono incompatibili con la minima offensività richiesta per il fatto di lieve entità.

Quando un reato di spaccio può essere considerato un fatto di lieve entità?
Un reato di spaccio si qualifica come fatto di lieve entità solo in ipotesi di minima offensività penale. La valutazione deve essere complessiva e tenere conto sia del dato qualitativo e quantitativo della sostanza, sia dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell’azione.

La ripetizione di più cessioni di droga in poco tempo esclude l’ipotesi del fatto di lieve entità?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la ripetizione di otto episodi di cessione in soli 20-30 minuti dimostra la non occasionalità della condotta. Questo elemento è considerato sufficientemente grave da escludere, da solo, il riconoscimento del fatto di lieve entità.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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