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Fatto di lieve entità: la valutazione del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la condanna per spaccio di stupefacenti. La Corte ha chiarito che per il riconoscimento del fatto di lieve entità non basta la modesta quantità di droga, ma è necessaria una valutazione complessiva che include le modalità dell’azione, la diversità delle sostanze e i precedenti dell’imputato. Anche le attenuanti generiche sono state negate a causa della personalità ‘allarmante’ e delle ammissioni tardive.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di lieve entità: quando la quantità non basta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, torna a pronunciarsi su un tema centrale in materia di stupefacenti: i criteri per il riconoscimento del fatto di lieve entità. Questa pronuncia ribadisce un principio consolidato: la sola quantità di droga non è sufficiente per ottenere il beneficio di una pena ridotta. È necessaria un’analisi complessiva che tenga conto di tutti gli indici previsti dalla norma. Analizziamo insieme la decisione per comprendere quali elementi il giudice considera determinanti.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un soggetto che ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I motivi del ricorso erano due: in primo luogo, il mancato riconoscimento dell’ipotesi di reato di fatto di lieve entità, nonostante i quantitativi di sostanza rinvenuti fossero, a suo dire, modesti. In secondo luogo, la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

L’imputato era stato trovato in possesso di droghe pesanti di diversa tipologia, occultate con cura all’interno del sedile anteriore del veicolo che stava guidando. Ulteriore sostanza era stata rinvenuta presso la sua abitazione. Durante il controllo, aveva anche tentato di nascondere il proprio telefono cellulare agli agenti, sostenendo falsamente che non fosse funzionante.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione dei giudici di merito. Secondo la Cassazione, i motivi presentati dal ricorrente erano generici e riproponevano questioni già correttamente valutate e respinte dalla Corte d’Appello. La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza impugnata logica, congrua e immune da vizi di legittimità.

Le Motivazioni sulla qualificazione del fatto di lieve entità

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni con cui i giudici hanno escluso l’applicazione dell’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90. La Cassazione ha sottolineato che la valutazione del fatto di lieve entità deve essere complessiva e non può basarsi unicamente sul dato quantitativo. I giudici del merito avevano correttamente valorizzato una serie di elementi indicativi di una non minima offensività della condotta:

1. Modalità dell’azione: L’imputato trasportava la droga con disinvoltura, avendola occultata in modo professionale nel veicolo. Questo, secondo i giudici, suggeriva che il mezzo fosse adibito a tale scopo in modo non occasionale.
2. Eterogeneità della sostanza: La detenzione di droghe di diversa qualità (le cosiddette “droghe pesanti”) è stata considerata un indice della capacità di rivolgersi a un mercato di consumatori vasto e variegato.
3. Quantitativo e rischio: La quantità complessiva della sostanza, unita al rischio assunto per trasportarla, lasciava intendere che l’imputato contasse su una clientela stabile da rifornire.
4. Comportamento dell’imputato: Il tentativo di nascondere il telefono e di mentire sul suo funzionamento è stato visto come un ulteriore elemento a sfavore.

La Corte ha ribadito che la giurisprudenza, anche delle Sezioni Unite, è costante nell’affermare che la valutazione deve essere globale, considerando mezzi, modalità e circostanze dell’azione, e che anche un solo indice negativo può essere sufficiente a escludere la lieve entità.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, è stato ritenuto infondato. I giudici di merito avevano evidenziato la “personalità allarmante” dell’imputato, desunta dai suoi numerosi precedenti penali. Inoltre, le sue ammissioni non sono state considerate rilevanti, in quanto rese solo quando le prove a suo carico erano ormai “schiaccianti”.

La Cassazione ha ricordato che, per negare le attenuanti, il giudice non è tenuto a esaminare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma può concentrarsi su quelli ritenuti decisivi, come in questo caso i precedenti penali.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: nel contesto dei reati di droga, appellarsi al solo dato quantitativo per ottenere il riconoscimento del fatto di lieve entità è una strategia destinata a fallire. La difesa deve confrontarsi con tutti gli elementi del caso, dimostrando che l’intera condotta, valutata nel suo complesso, presenta una minima offensività. La professionalità nel confezionamento, la diversità delle sostanze e i precedenti specifici sono ostacoli difficilmente superabili per ottenere una qualificazione giuridica più favorevole.

La sola modesta quantità di droga è sufficiente per qualificare il reato come fatto di lieve entità?
No. La sentenza chiarisce che la qualificazione del fatto di lieve entità non può basarsi solo sul dato quantitativo. È necessaria una valutazione complessiva che consideri anche le modalità dell’azione, i mezzi utilizzati, la qualità e la diversità delle sostanze, e le altre circostanze del caso.

Perché la Corte ha negato le circostanze attenuanti generiche nonostante le ammissioni dell’imputato?
Le attenuanti generiche sono state negate perché i giudici hanno ritenuto preponderanti gli elementi negativi, come i numerosi precedenti penali dell’imputato che delineavano una ‘personalità allarmante’. Le ammissioni non sono state considerate sufficienti a mitigare il giudizio, in quanto sono avvenute solo dopo che le prove a suo carico erano già schiaccianti.

Quali elementi, oltre alla quantità, valuta il giudice per escludere il fatto di lieve entità?
Il giudice valuta una serie di indici, tra cui: le modalità di occultamento della sostanza (che possono indicare professionalità e non occasionalità), la detenzione di diverse tipologie di droghe (indice di un mercato ampio), la presenza di scorte e il comportamento tenuto dall’imputato durante il controllo di polizia (come il tentativo di nascondere prove).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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