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Fatto di lieve entità: la valutazione complessiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di marijuana. La richiesta di riconoscere il reato come ‘fatto di lieve entità’ è stata respinta perché, secondo la Corte, è necessaria una valutazione complessiva di tutti gli indici (modalità, sistematicità, precedenti), non essendo sufficiente analizzare i fattori isolatamente. La natura organizzata e continuativa dello spaccio, in questo caso, ha escluso la possibilità di applicare l’attenuante.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di Lieve Entità: La Valutazione Complessiva Vince sui Singoli Indici

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi sui criteri per il riconoscimento del fatto di lieve entità in materia di stupefacenti. La decisione sottolinea come la valutazione del giudice non possa limitarsi a un esame frammentario dei singoli elementi, ma debba basarsi su un’analisi globale e complessiva della condotta illecita. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado alla pena di due anni e otto mesi di reclusione e a una multa di oltre 5.500 euro per numerosi episodi di detenzione e cessione di marijuana. I giudici di merito avevano unificato i vari reati sotto il vincolo della continuazione e avevano tenuto conto della recidiva.

L’imputato decideva di presentare ricorso in Cassazione, affidandosi a un unico motivo: il mancato riconoscimento della fattispecie attenuata del fatto di lieve entità, prevista dall’articolo 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti (D.P.R. 309/1990). Tale norma prevede una pena notevolmente più mite per chi commette un reato legato agli stupefacenti che, per mezzi, modalità, quantità e altre circostanze, risulti di minima offensività.

La Decisione della Cassazione sul Fatto di Lieve Entità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione di tale decisione risiede nel fatto che la censura sollevata dall’imputato era una mera riproposizione di argomenti già esaminati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, con un percorso logico e coerente, aveva già spiegato perché il caso in esame non potesse rientrare nella nozione di fatto di lieve entità.

Le Motivazioni: la Valutazione Complessiva per il Fatto di Lieve Entità

Il cuore della pronuncia risiede nel richiamo a un fondamentale orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 51063/2018). Secondo tale principio, per stabilire se un reato sia di lieve entità, il giudice deve compiere una valutazione ‘complessiva’ di tutti gli indici a sua disposizione. Non è sufficiente, quindi, soffermarsi su un unico aspetto, come la quantità di droga, ma è necessario considerare l’intero contesto.

Nel caso specifico, gli elementi che ostacolavano il riconoscimento dell’attenuante erano molteplici:

1. Sistematicità degli approvvigionamenti: le forniture di droga non erano occasionali, ma sistematiche, come riferito da tutti gli acquirenti.
2. Pluralità delle condotte: i reati erano numerosi e concentrati in un breve lasso di tempo e in una specifica area geografica.
3. Modalità operative identiche: l’attività di spaccio seguiva un copione consolidato, denotando una certa ‘professionalità’.
4. Precedenti specifici: l’imputato aveva già commesso reati simili in passato.

Questi fattori, nel loro insieme, delineavano una stabile dedizione all’attività di spaccio, incompatibile con la ‘lieve entità’. La Corte ha chiarito che non è necessario che tutti gli indici siano negativi per escludere l’attenuante. Può esistere un rapporto di ‘compensazione’ tra indici di segno opposto. Tuttavia, all’esito della valutazione globale, è possibile che un solo elemento assuma un ‘valore assorbente’, ovvero che la sua gravità sia tale da non poter essere bilanciata da altri fattori positivi. In questa vicenda, la natura sistematica e continuativa dell’attività illecita è stata ritenuta un elemento di tale peso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: la valutazione del fatto di lieve entità non è un esercizio matematico, ma un giudizio ponderato che deve tenere conto di ogni aspetto della condotta. Un’attività di spaccio, anche se riguardante droghe ‘leggere’ e quantitativi non eccezionali, perde il carattere della lieve entità quando assume i contorni di un’attività organizzata e persistente. La decisione serve da monito, confermando che il sistema giudiziario guarda alla sostanza e all’offensività complessiva del comportamento, piuttosto che a singoli dettagli che, presi isolatamente, potrebbero apparire di minor rilievo.

Quando un reato di spaccio può essere considerato di ‘lieve entità’?
Un reato di spaccio è considerato di lieve entità solo a seguito di una valutazione complessiva di tutti gli indicatori rilevanti (mezzi, modalità, quantità, pericolosità della condotta). Non è sufficiente che un solo elemento sia positivo, ma è necessario un giudizio globale che attesti la minima offensività del fatto.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era una semplice riproposizione di un motivo già analizzato e respinto dalla Corte d’Appello con una motivazione logica, coerente e giuridicamente corretta, rendendo superfluo un nuovo esame da parte della Cassazione.

Un solo elemento negativo, come la vendita continuativa, può escludere la lieve entità?
Sì. Secondo la Corte, dopo una valutazione globale di tutti gli indici, un singolo elemento può assumere un ‘valore assorbente’. Ciò significa che la sua gravità intrinseca, come la stabile dedizione all’attività di spaccio, può essere così significativa da non poter essere compensata da altri fattori di segno opposto, escludendo così il riconoscimento della lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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