LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Fatto di lieve entità: la decisione della Cassazione

Un soggetto condannato per detenzione di quasi 50 grammi di marijuana e oltre 70 di hashish ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo la qualificazione del reato come fatto di lieve entità. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La valutazione complessiva, basata sull’ingente numero di dosi ricavabili (1.183) e sul rinvenimento di una cospicua somma di denaro, è stata ritenuta incompatibile con l’ipotesi del fatto di lieve entità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di lieve entità: quando la quantità di droga e i guadagni lo escludono

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 38585/2024, ha ribadito i criteri per la valutazione del fatto di lieve entità in materia di stupefacenti, escludendone l’applicabilità in un caso di detenzione di un quantitativo significativo di marijuana e hashish. La pronuncia sottolinea come una valutazione complessiva, che tenga conto non solo del peso ma anche del numero di dosi ricavabili e degli indicatori di un’attività di spaccio avviata, sia fondamentale per la corretta qualificazione giuridica della condotta.

I fatti del caso: detenzione di stupefacenti e la condanna in appello

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di illecita detenzione di sostanze stupefacenti, specificamente 49,82 grammi netti di marijuana e 71,30 grammi netti di hashish. La Corte d’Appello di Bari aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, riconoscendo le attenuanti generiche come equivalenti alla recidiva, ma confermando nel resto la condanna.

La difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, chiedendo principalmente la riqualificazione del reato nell’ipotesi più lieve prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990 (il cosiddetto fatto di lieve entità) e l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4, cod. pen.).

La valutazione sul fatto di lieve entità secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le censure della difesa non idonee a scalfire la logicità della motivazione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno evidenziato come la corte territoriale avesse correttamente escluso il fatto di lieve entità operando una valutazione completa e approfondita di tutti gli elementi indicati dalla norma.

In particolare, sono stati considerati due fattori decisivi:
1. Il dato ponderale e il numero di dosi: La quantità totale di stupefacente, pur non essendo esorbitante in termini di peso assoluto, è stata giudicata significativa perché da essa si sarebbero potute ricavare ben 1.183 dosi droganti.
2. La diversità delle sostanze: La detenzione di due tipi diversi di droga (marijuana e hashish) è stata interpretata come un ulteriore indice della non occasionalità e della gravità della condotta.

Questa valutazione complessiva, che spazia dai mezzi e le modalità dell’azione alla qualità e quantità della sostanza, è in linea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza, che impone al giudice un esame globale del fatto per accertare la minima offensività della condotta.

L’esclusione dell’attenuante del danno patrimoniale

Allo stesso modo, la Cassazione ha confermato la decisione di non concedere l’attenuante del danno di speciale tenuità. La Corte d’Appello aveva basato il proprio diniego non solo sulla quantità di droga, ma anche sul rinvenimento di una somma di 2.030,00 euro. Tale circostanza è stata ritenuta un chiaro indicatore di un’attività illecita già avviata e fonte di ‘lauti guadagni’, un elemento incompatibile con la ‘speciale tenuità’ richiesta dalla norma.

La decisione della Corte: ricorso inammissibile

Sulla base di queste considerazioni, la Corte di Cassazione ha concluso per la manifesta infondatezza e genericità dei motivi di ricorso. La difesa, secondo gli Ermellini, non aveva operato un reale e necessario confronto con le argomentazioni della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre le proprie tesi. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda sul principio secondo cui la qualificazione di un reato in materia di stupefacenti come fatto di lieve entità non può dipendere esclusivamente dal dato quantitativo della sostanza. È necessaria una valutazione olistica che comprenda tutti gli indici sintomatici della pericolosità della condotta: le modalità dell’azione, i mezzi impiegati, la qualità e la quantità dello stupefacente, con specifico riferimento al numero di dosi ricavabili. La presenza di ingenti somme di denaro, inoltre, costituisce una prova logica della non occasionalità e della redditività dell’attività illecita, ostacolando il riconoscimento sia della lieve entità sia di altre attenuanti come quella del danno di speciale tenuità.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida l’interpretazione rigorosa dei criteri per l’applicazione dell’art. 73, comma 5. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, il messaggio è chiaro: per ottenere il riconoscimento del fatto di lieve entità, non basta che la quantità di droga detenuta sia modesta. Se altri elementi, come l’elevato numero di dosi potenziali o la presenza di consistenti proventi illeciti, indicano una condotta inserita in un contesto di spaccio strutturato e non meramente occasionale, la possibilità di beneficiare del trattamento sanzionatorio più mite è preclusa.

Quando può essere escluso il fatto di lieve entità nella detenzione di stupefacenti?
Secondo la sentenza, il fatto di lieve entità può essere escluso quando la valutazione complessiva delle circostanze indica una non minima offensività della condotta. Nel caso specifico, sono stati determinanti l’elevato numero di dosi ricavabili (1.183) e la detenzione di due diverse tipologie di sostanze.

Il rinvenimento di una somma di denaro può influire sulla qualificazione del reato?
Sì. Il rinvenimento di una somma di denaro cospicua (2.030,00 euro) è stato considerato un forte indicatore di un’attività illecita avviata e redditizia. Questo elemento ha contribuito a escludere sia la configurabilità del fatto di lieve entità sia l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che la Corte di Cassazione non esamini il merito del ricorso, ritenendolo privo dei requisiti di legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati