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Fatto di lieve entità: la Cassazione e la droga

Un individuo condannato per la detenzione di quasi 500g di marijuana ha fatto ricorso in Cassazione, chiedendo la qualificazione del reato come fatto di lieve entità. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che il notevole quantitativo, i precedenti specifici e le modalità professionali di occultamento della sostanza sono elementi sufficienti per escludere l’ipotesi del fatto di lieve entità, anche in assenza di una vasta rete di spaccio.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di Lieve Entità: Quando Quantità e Precedenti Escludono l’Attenuante

La qualificazione di un reato di spaccio come fatto di lieve entità è una delle questioni più dibattute nel diritto penale degli stupefacenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce chiarimenti cruciali sui criteri valutativi, stabilendo che un quantitativo significativo, i precedenti specifici e una modalità di occultamento professionale possono escludere tale attenuante, anche in assenza di una complessa rete di spaccio. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un soggetto condannato in primo e secondo grado alla pena di due anni di reclusione e 6.000 euro di multa. L’accusa era quella di aver detenuto illecitamente, al fine di cederla a terzi, una quantità di 494,08 grammi di Marijuana, in violazione dell’art. 73, comma 4, del d.P.R. n. 309/1990. Insoddisfatto della decisione della Corte d’Appello, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso

Il ricorrente ha basato la sua difesa su due principali motivi di doglianza:

1. Mancata Qualificazione come Fatto di Lieve Entità

Si lamentava un difetto di motivazione riguardo alla mancata applicazione dell’art. 73, comma 5, che disciplina il fatto di lieve entità. Secondo la difesa, i giudici di merito non avrebbero considerato adeguatamente le modalità della condotta, l’assenza di collegamenti con reti di spaccio organizzate e la limitata capacità economica dell’imputato, elementi che, a suo avviso, avrebbero dovuto condurre a una qualificazione meno grave del reato.

2. Mancata Concessione delle Attenuanti Generiche

In secondo luogo, si contestava il vizio di motivazione per la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale. La difesa sosteneva che non erano stati valutati elementi come la dinamica dei fatti, l’atteggiamento collaborativo, le dichiarazioni autoaccusatorie e il contesto emotivo della condotta.

La Valutazione del Fatto di Lieve Entità da Parte della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo infondato in ogni sua parte. I giudici supremi hanno chiarito che il primo motivo di ricorso era meramente riproduttivo di doglianze già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. Inoltre, il ricorso tentava di sollecitare una rivalutazione del merito dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza impugnata pienamente sufficiente e logica. I giudici di merito avevano correttamente escluso il fatto di lieve entità sulla base di tre elementi chiave:
1. Precedenti Specifici: L’imputato era già gravato da precedenti condanne per reati analoghi.
2. Quantitativo Rilevante: La detenzione di quasi mezzo chilo di Marijuana è stata considerata non trascurabile e chiaramente non destinata a un uso personale.
3. Modalità della Condotta: L’occultamento dello stupefacente in un locale non riconducibile formalmente all’imputato e interdetto all’accesso di terzi è stato interpretato come una dimostrazione di una, seppur rudimentale, professionalità criminale.

La Cassazione ha inoltre precisato che l’assenza di prove su una complessa rete di fornitori o acquirenti non scalfisce la validità di questa ricostruzione. La gravità del fatto, secondo la Corte, era già dimostrata dagli elementi a disposizione. Anche riguardo al trattamento sanzionatorio e alla mancata concessione delle attenuanti, i giudici hanno confermato la legittimità della decisione d’appello, che aveva correttamente tenuto conto dei precedenti specifici dell’imputato.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la valutazione del fatto di lieve entità non si basa su un singolo elemento, ma su un’analisi complessiva della condotta. Un quantitativo di droga non trascurabile, unito a precedenti specifici e a modalità di occultamento che denotano astuzia e professionalità, sono sufficienti a escludere l’applicazione dell’attenuante, anche se non viene provata l’appartenenza dell’imputato a una vasta organizzazione criminale. La decisione sottolinea come la professionalità nel reato possa manifestarsi anche in forme rudimentali, ma comunque indicative di una certa gravità della condotta.

Quando la detenzione di droga può essere esclusa dalla qualificazione di ‘fatto di lieve entità’?
Secondo questa ordinanza, la qualifica di ‘fatto di lieve entità’ può essere esclusa quando sono presenti elementi come un quantitativo non trascurabile di sostanza, precedenti penali specifici a carico dell’imputato e modalità di condotta che dimostrano una certa professionalità, come l’occultamento dello stupefacente in un luogo non direttamente riconducibile e inaccessibile ad altri.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile principalmente perché i motivi presentati erano una semplice riproposizione di argomenti già valutati e respinti dalla Corte d’Appello. Inoltre, il ricorso mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti, un’attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione, la quale si limita a un controllo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).

L’assenza di collegamenti con una rete di spaccio è un fattore decisivo per riconoscere il ‘fatto di lieve entità’?
No, non è un fattore decisivo. La sentenza chiarisce che l’assenza di prove relative a una rete di affari più ampia (fornitori o acquirenti) non indebolisce la valutazione di gravità del fatto, se altri elementi come la quantità, i precedenti e la professionalità della condotta sono sufficienti a delineare un quadro di serietà del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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