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Fatto di lieve entità: la Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio una sentenza di condanna per detenzione di stupefacenti. La Corte ha ritenuto che i giudici di merito non avessero adeguatamente motivato il rigetto della qualificazione del reato come fatto di lieve entità e della concessione delle attenuanti generiche, nonostante la modesta quantità di droga leggera e l’assenza di precedenti penali dell’imputato.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di Lieve Entità: La Cassazione Annulla e Chiarisce i Criteri di Valutazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14690/2024) ha riaffermato l’importanza di una motivazione approfondita da parte dei giudici nel valutare se un reato di droga possa essere classificato come fatto di lieve entità. Questa decisione annulla una condanna e fornisce preziose indicazioni su come bilanciare i vari elementi del caso, andando oltre il semplice dato quantitativo della sostanza sequestrata. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna di un giovane, incensurato, trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Nello specifico, si trattava di marijuana per 8 dosi medie e cannabis per 129 dosi medie, per un totale di circa 34 grammi. L’imputato era stato condannato in primo grado e in appello per detenzione ai fini di spaccio, con una pena di un anno e otto mesi di reclusione, condizionalmente sospesa.

Il Ricorso in Cassazione: Due Punti Cruciali

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi, due dei quali sono stati accolti dalla Suprema Corte, portando all’annullamento della sentenza:

1. Mancato riconoscimento del fatto di lieve entità: La difesa sosteneva che la condotta dovesse rientrare nell’ipotesi attenuata prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990, considerando la natura ‘leggera’ della droga, la quantità complessivamente modesta e lo stato di incensuratezza dell’imputato.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si contestava il rigetto delle attenuanti, nonostante la condotta collaborativa tenuta dall’imputato durante il controllo e il suo corretto comportamento processuale.

La Valutazione del Fatto di Lieve Entità secondo la Cassazione

Il cuore della decisione risiede nell’accoglimento del motivo relativo al fatto di lieve entità. La Corte di Cassazione ha censurato la motivazione della Corte d’Appello, ritenendola insufficiente e contraddittoria. I giudici d’appello avevano escluso la lieve entità basandosi sul ‘dato ponderale’ e sulla ‘diversa tipologia di stupefacenti’, oltre che su una presunta condotta ‘nei pressi di una scuola’.

La Cassazione ha smontato questa argomentazione, sottolineando che:

* Il luogo indicato come ‘scuola’ era in realtà una palestra, e la relativa circostanza aggravante era già stata esclusa in primo grado.
* Un quantitativo di circa 34 grammi di stupefacenti ‘leggeri’, pur non irrisorio, non è di per sé ostativo al riconoscimento della lieve entità, specialmente in assenza di altri indicatori di particolare gravità.
* La Corte d’Appello non aveva adeguatamente considerato elementi favorevoli all’imputato, come l’assenza di precedenti penali e le concrete modalità del fatto.

Obbligo di Motivazione Approfondita sulle Attenuanti

Anche il secondo motivo di ricorso è stato ritenuto fondato. La Corte di Cassazione ha stabilito che la Corte d’Appello non può liquidare la richiesta di attenuanti generiche con una formula generica come ‘la pena è equa e proporzionata’. Di fronte a specifiche argomentazioni difensive (come la collaborazione dell’imputato), il giudice ha il dovere di fornire una motivazione puntuale che spieghi perché tali elementi non siano stati ritenuti meritevoli di una riduzione di pena.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: per escludere la fattispecie del fatto di lieve entità, il giudice deve fornire una valutazione complessiva e adeguata di tutti gli indici previsti dalla norma. Questi includono non solo la quantità e qualità della sostanza, ma anche i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione. Nel caso di specie, a fronte di un dato ponderale oggettivamente basso per droghe leggere e dell’incensuratezza dell’imputato, era necessaria una motivazione rafforzata per negare l’ipotesi attenuata, motivazione che è mancata. Allo stesso modo, il rigetto delle attenuanti generiche deve essere motivato in modo specifico, soprattutto quando la difesa adduce elementi concreti a sostegno della richiesta.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione annulla la decisione impugnata e rinvia il caso alla Corte di Appello di Salerno per un nuovo giudizio. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi espressi dalla Cassazione, ovvero procedendo a una valutazione più completa e argomentata sulla possibile configurabilità del fatto di lieve entità e sulla concessione delle attenuanti generiche. Questa pronuncia serve da monito per i giudici di merito sull’importanza di non basare le proprie decisioni su automatismi o motivazioni superficiali, garantendo che ogni aspetto del caso sia ponderato in modo giusto e proporzionato.

Quando un reato di droga può essere considerato un ‘fatto di lieve entità’?
Un reato di droga può essere considerato un ‘fatto di lieve entità’ quando il giudice, analizzando complessivamente i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione, nonché la qualità e quantità delle sostanze, ritiene che l’offensività della condotta sia minima. Non è sufficiente basarsi solo sul peso della droga.

La sola quantità di droga sequestrata è sufficiente per escludere il ‘fatto di lieve entità’?
No. Secondo la sentenza, il solo dato ponderale (la quantità), specialmente se oggettivamente basso e relativo a droghe ‘leggere’, non è sufficiente per escludere automaticamente l’ipotesi del fatto di lieve entità. Devono essere valutati anche altri elementi, come l’assenza di precedenti penali dell’imputato e le concrete modalità del fatto.

Può un giudice negare le attenuanti generiche con una motivazione generica?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, a fronte di specifiche argomentazioni difensive a sostegno della richiesta (come la collaborazione dell’imputato), il giudice non può limitarsi ad affermare che ‘la pena è equa e proporzionata’. Deve fornire una motivazione puntuale che spieghi perché gli elementi indicati dalla difesa non sono stati ritenuti validi per una diminuzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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