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Fatto di lieve entità: i criteri di valutazione

Un soggetto, condannato per reati legati agli stupefacenti, ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo la riqualificazione del reato come fatto di lieve entità. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione sulla lieve entità del fatto richiede un’analisi complessiva di tutti gli elementi (mezzi, modalità, quantità e qualità della sostanza) da parte del giudice di merito. Tale valutazione, se adeguatamente motivata, non può essere riesaminata in sede di legittimità, poiché comporterebbe un’indagine sui fatti non permessa alla Cassazione.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di Lieve Entità: Guida ai Criteri di Valutazione della Cassazione

Nel diritto penale, in particolare in materia di stupefacenti, la qualificazione di un fatto di lieve entità può cambiare radicalmente l’esito di un processo, comportando una pena significativamente più mite. Ma quali sono i criteri che un giudice deve seguire per effettuare questa valutazione? E quali sono i limiti di un ricorso in Cassazione su questo punto? Una recente ordinanza della Suprema Corte offre chiarimenti fondamentali, ribadendo principi consolidati e tracciando una linea netta tra il giudizio di merito e quello di legittimità.

Il Caso in Esame: Dalla Condanna al Ricorso

Il caso analizzato riguarda un individuo condannato in primo grado e in appello a una pena di quattro anni e due mesi di reclusione, oltre a una multa di 18.000 euro, per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione basandosi su due motivi principali: l’errata mancata riqualificazione del reato nell’ipotesi di fatto di lieve entità (prevista dall’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990) e la mancata concessione delle attenuanti generiche in misura prevalente sulla recidiva contestata.

I Criteri per la Valutazione del Fatto di Lieve Entità

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire come il riconoscimento dell’ipotesi del fatto di lieve entità non sia automatico, ma richieda un’attenta e adeguata valutazione complessiva di tutti gli elementi del caso concreto. Il giudice non può limitarsi a un singolo aspetto, ma deve considerare un insieme di indicatori normativamente previsti.

Nello specifico, l’analisi deve vertere su:

1. Mezzi, modalità e circostanze dell’azione: come è stata condotta l’attività illecita? L’organizzazione era complessa o rudimentale? Sono stati usati strumenti sofisticati?
2. Qualità e quantità della sostanza: non solo il peso lordo dello stupefacente, ma anche il suo grado di purezza e, di conseguenza, il numero di dosi potenzialmente ricavabili.

La giurisprudenza ha costantemente affermato che per escludere la lieve entità è sufficiente che anche uno solo di questi elementi risulti di particolare gravità, tale da indicare una lesione non trascurabile del bene giuridico protetto.

I Limiti del Ricorso per Cassazione e le Motivazioni della Decisione

Il punto cruciale dell’ordinanza risiede nella dichiarazione di inammissibilità del ricorso. La Suprema Corte ha chiarito che i motivi proposti dall’imputato non erano ammissibili in sede di legittimità. Questo perché la valutazione sulla lieve entità del fatto è una tipica indagine di merito, riservata al giudice di primo e secondo grado.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, ma non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici precedenti. Nel caso di specie, il ricorrente chiedeva, in sostanza, una nuova e diversa lettura degli elementi di fatto già esaminati dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, con una motivazione ritenuta congrua, aveva escluso la lieve entità. Pertanto, il ricorso è stato giudicato inammissibile perché tendeva a sollecitare un riesame del merito, precluso in sede di legittimità.

Le conclusioni

In conclusione, la decisione rafforza un principio cardine del nostro sistema processuale: la distinzione tra giudizio di fatto e giudizio di diritto. Per ottenere il riconoscimento del fatto di lieve entità, è essenziale che la difesa articoli le proprie argomentazioni nei primi due gradi di giudizio, dimostrando che tutti gli indici normativi (modalità dell’azione, quantità e qualità della sostanza) convergono verso una ridotta offensività della condotta. Una volta che il giudice di merito ha compiuto questa valutazione con una motivazione logica e coerente, le possibilità di ribaltare la decisione in Cassazione sono estremamente limitate. L’inammissibilità del ricorso ha comportato, come per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Cosa si intende per ‘fatto di lieve entità’ nel contesto dei reati di droga?
È un’ipotesi di reato meno grave, prevista dall’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990, che si configura quando i mezzi, le modalità, le circostanze dell’azione, nonché la quantità e qualità delle sostanze, sono tali da indicare una minima offensività della condotta. Questa qualificazione comporta una pena notevolmente inferiore.

Quali elementi deve valutare un giudice per riconoscere il fatto di lieve entità?
Il giudice deve compiere una valutazione complessiva di tutti gli elementi normativamente indicati. Questi includono sia quelli relativi all’azione (mezzi, modalità, circostanze) sia quelli relativi all’oggetto materiale del reato (quantità e qualità delle sostanze stupefacenti, con riferimento anche al grado di purezza). Anche un solo elemento di particolare gravità può essere sufficiente per escludere questa ipotesi.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi proposti richiedevano una rivalutazione dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione. La valutazione sulla lieve entità è un giudizio di merito e, se la sentenza del giudice d’appello è motivata in modo logico e coerente, non può essere riesaminata in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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