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Fatto di lieve entità escluso con più droghe

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato per spaccio, confermando che la qualificazione del reato come fatto di lieve entità deve basarsi su una valutazione complessiva di tutti gli elementi. La detenzione simultanea di diverse tipologie di droga (cocaina e hashish) in quantità significative è un fattore che, unitamente ad altri indici, impedisce di considerare il fatto come di minore gravità, senza possibilità di ‘frazionare’ il giudizio per singola sostanza.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di Lieve Entità Escluso con Più Droghe: La Visione della Cassazione

La qualificazione di un reato in materia di stupefacenti come fatto di lieve entità può cambiare radicalmente le sorti processuali di un imputato, comportando una pena significativamente più bassa. Tuttavia, i criteri per accedere a questa ipotesi attenuata sono rigorosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la valutazione deve essere complessiva e la detenzione di più tipi di droga è un elemento che rema contro la lieve entità. Analizziamo insieme questa importante decisione.

Il Caso in Esame: Detenzione di Cocaina e Hashish

Il caso riguardava un individuo condannato nei gradi di merito per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, l’imputato era stato trovato in possesso di un quantitativo di cocaina sufficiente per confezionare 140 dosi e di hashish per un totale di 1198 dosi. Le sostanze erano state abilmente occultate in un’intercapedine nel vano ascensore di un edificio e, inoltre, era stato rinvenuto uno strumento per la pesatura. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che i giudici di appello avessero errato nel non riconoscere l’ipotesi del fatto di lieve entità, chiedendo, in subordine, che almeno la detenzione della cocaina venisse così qualificata.

La Valutazione Complessiva nel Fatto di Lieve Entità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, cogliendo l’occasione per ribadire i principi che governano la valutazione del fatto di lieve entità. I giudici supremi hanno sottolineato come la decisione della Corte d’Appello fosse immune da vizi, in quanto basata su una valutazione globale e coerente di tutti gli indici rilevanti. La giurisprudenza, in particolare una pronuncia delle Sezioni Unite (sent. Murolo, 2018), ha stabilito che il giudizio sulla lieve entità deve essere il frutto di un esame congiunto di tutti gli elementi indicati dalla norma.

Gli Elementi Considerati dai Giudici

Nel caso specifico, i giudici hanno valorizzato in chiave negativa una serie di elementi che, letti insieme, delineavano un quadro di non lieve entità:

* Le modalità dell’azione: l’occultamento della droga in un luogo difficilmente accessibile come il vano ascensore.
* La diversità delle sostanze: la detenzione contemporanea di una droga ‘pesante’ (cocaina) e una ‘leggera’ (hashish).
* Il dato ponderale: il quantitativo totale delle sostanze, capace di produrre un numero elevatissimo di dosi (140 di cocaina e 1198 di hashish).
* I mezzi a disposizione: il possesso di uno strumento per la pesatura, indice di un’attività organizzata.
* La non occasionalità: la condotta illecita non appariva come un episodio isolato.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile principalmente perché riproponeva le stesse censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuove critiche specifiche. Inoltre, il ricorso tentava di ottenere una rivalutazione dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità.

Il punto centrale della motivazione risiede nel concetto di valutazione complessiva. La Corte ha spiegato che non è possibile ‘frazionare’ la condotta, isolando la detenzione di cocaina per valutarla separatamente come fatto lieve. La simultanea detenzione di un’altra sostanza in quantità ingente è una circostanza del fatto che deve essere necessariamente considerata nell’ambito del giudizio unitario. Ignorarla significherebbe contravvenire all’indicazione normativa che impone di considerare il contesto in cui l’azione si è realizzata. Il silenzio dei giudici d’appello sulla richiesta subordinata era quindi giustificato, poiché l’intera vicenda era già stata giudicata non riconducibile all’ipotesi lieve.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: per sperare nel riconoscimento del fatto di lieve entità, è necessario che tutti gli indicatori – modalità, mezzi, quantità e qualità delle sostanze – depongano in tal senso. La presenza di elementi negativi, come la detenzione di più tipi di droga in quantitativi non esigui, rende estremamente difficile l’applicazione dell’attenuante. Questa decisione serve come monito: la valutazione del giudice sarà sempre globale e non parcellizzata, analizzando l’attività criminale nel suo complesso per determinarne l’effettiva gravità.

È possibile ottenere la qualifica di ‘fatto di lieve entità’ se si viene trovati in possesso di due tipi diversi di droga?
È molto difficile. La sentenza chiarisce che la detenzione simultanea di diversi tipi di stupefacenti è un elemento che viene valutato negativamente nel giudizio complessivo sulla gravità del fatto, rendendo meno probabile la concessione dell’ipotesi lieve.

La valutazione per il ‘fatto di lieve entità’ si fa separatamente per ogni tipo di sostanza detenuta?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione deve essere ‘complessiva’ e unitaria. Non è possibile isolare la condotta relativa a un solo tipo di droga per qualificarla come lieve, ignorando il contesto generale che include la detenzione di altre sostanze.

Quali elementi considera il giudice per escludere il ‘fatto di lieve entità’?
Il giudice considera tutti gli indicatori previsti dalla norma: le modalità dell’azione (es. l’occultamento), la quantità e qualità delle sostanze, i mezzi utilizzati (es. un bilancino), le circostanze del fatto e la non occasionalità della condotta. In questo caso, la diversità delle sostanze, l’ingente quantitativo di dosi e le modalità di occultamento hanno portato a escludere l’ipotesi lieve.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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