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Fatto di lieve entità: coltivazione e quantità di droga

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per coltivazione di stupefacenti, confermando l’esclusione dell’ipotesi di ‘fatto di lieve entità’. La decisione si basa sul principio che una quantità significativa di sostanza (pari a 1.436 dosi) costituisce un elemento negativo talmente rilevante da prevalere su ogni altra considerazione, giustificando così una qualificazione più grave del reato.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Fatto di Lieve Entità: Quando la Quantità della Droga Diventa Decisiva

L’applicazione della norma sul fatto di lieve entità nei reati di droga è uno dei temi più dibattuti nelle aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la quantità di sostanza stupefacente può essere un elemento talmente rilevante da escludere, da solo, l’applicazione di questa attenuante. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

Il Caso in Esame: Coltivazione Domestica e Quantitativo Rilevante

Il caso trae origine dal ricorso di un individuo condannato dalla Corte d’Appello per coltivazione di piante di marijuana. La difesa sosteneva che la condotta dovesse essere inquadrata nella fattispecie più lieve prevista dall’articolo 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti. Tuttavia, dalle piante essiccate era possibile ricavare un quantitativo di sostanza stupefacente corrispondente a 1.436 dosi. Proprio questo dato ponderale è stato al centro della valutazione dei giudici, che hanno respinto la richiesta di una qualificazione meno grave del reato.

La Valutazione del Fatto di Lieve Entità

Per determinare se un reato legato agli stupefacenti possa essere considerato un fatto di lieve entità, il giudice deve effettuare una valutazione complessiva che tenga conto di diversi parametri indicati dalla legge:

* Mezzi, modalità e circostanze dell’azione: come è stata posta in essere la condotta.
* Dato qualitativo e quantitativo: la tipologia e la quantità di sostanza detenuta, coltivata o ceduta.

Il ricorrente aveva impugnato la decisione della Corte d’Appello sostenendo che non si fosse tenuto conto di tutti gli elementi, ma la Cassazione ha ritenuto le sue censure generiche.

La Non Applicabilità della Causa di Non Punibilità

Oltre al riconoscimento del fatto lieve, la difesa aveva invocato l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, relativo alla non punibilità per particolare tenuità del fatto. Anche questa richiesta è stata rigettata, poiché la gravità del reato, desunta dall’entità della sostanza prodotta, era stata considerata incompatibile con il concetto di ‘particolare tenuità’.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fondando la sua decisione su un principio di diritto ormai consolidato. I giudici hanno chiarito che, nella valutazione del fatto di lieve entità, se uno degli indici previsti dalla legge risulta ‘negativamente assorbente’, ogni altra considerazione perde di rilevanza.

Nel caso specifico, il dato ponderale (1.436 dosi), unito al numero di piante coltivate e alla loro capacità produttiva, è stato considerato un indicatore inequivocabile di un’attività di spaccio non minimale. La Corte ha ritenuto coerente la motivazione della sentenza impugnata, che aveva evidenziato come l’assenza di altri elementi favorevoli non permettesse una diversa qualificazione giuridica del fatto. Di conseguenza, le argomentazioni del ricorrente sono state giudicate generiche e non in grado di scalfire la logicità della decisione precedente.

Conclusioni: L’Indice Quantitativo come Spartiacque

L’ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale rigoroso: nei reati in materia di stupefacenti, il dato quantitativo assume un peso specifico preponderante. Una quantità ingente di droga può essere sufficiente, di per sé, a escludere l’ipotesi del fatto di lieve entità, anche in presenza di altri elementi potenzialmente favorevoli all’imputato. Questa decisione serve da monito, sottolineando come la valutazione della gravità del reato parta inevitabilmente dalla consistenza della sostanza stupefacente coinvolta, rendendo più difficile l’accesso a trattamenti sanzionatori più miti quando tale soglia viene superata in modo significativo.

Quando un reato di droga può essere considerato un ‘fatto di lieve entità’?
Un reato connesso agli stupefacenti è considerato di lieve entità quando l’analisi complessiva dei mezzi, delle modalità, delle circostanze dell’azione e della qualità e quantità delle sostanze indica una minima offensività del fatto.

Una grande quantità di droga può, da sola, escludere l’ipotesi del fatto di lieve entità?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, se un parametro come la quantità di sostanza stupefacente (in questo caso, 1.436 dosi) è particolarmente negativo, può essere ritenuto ‘assorbente’ e sufficiente da solo a escludere la qualificazione del reato come fatto di lieve entità.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le doglianze sono state ritenute generiche. L’imputato non ha contestato in modo specifico e pertinente le argomentazioni della sentenza d’appello, la quale aveva correttamente applicato il principio consolidato secondo cui il dato quantitativo rilevante può giustificare l’esclusione della fattispecie lieve.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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