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Falso in atto pubblico: il ruolo del notaio decide

La Corte di Cassazione chiarisce la differenza tra false dichiarazioni e il più grave reato di falso in atto pubblico. Il caso riguarda una complessa truffa immobiliare basata su procure false, dove si è indotto in errore un notaio. La Corte ha confermato la condanna per falso in atto pubblico, sottolineando che l’attività del notaio non è una mera registrazione, ma una verifica che conferisce fede privilegiata all’atto. La sentenza è stata annullata solo in minima parte per un errore di calcolo pena, eliminando una pena di un mese.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falso in atto pubblico: quando la bugia al notaio diventa un reato grave

Indurre in errore un notaio presentando documenti falsi o impersonando qualcun altro non è una semplice bugia, ma può integrare il grave reato di falso in atto pubblico. Con la recente sentenza n. 44734/2024, la Corte di Cassazione ha tracciato una linea netta tra le false dichiarazioni di una parte e la falsità dell’atto notarile che ne deriva, specialmente quando l’attività del notaio va oltre la mera registrazione della volontà delle parti. Analizziamo insieme questo interessante caso di truffa immobiliare.

I Fatti: Una Complessa Rete di Truffe Immobiliari

Il caso ha origine da una serie di reati complessi, tra cui falso, fabbricazione di documenti d’identificazione falsi, sostituzione di persona e truffa. L’imputata, agendo in concorso con altre persone non identificate, aveva orchestrato un piano per vendere appartamenti di proprietà di terzi a loro insaputa. Lo schema prevedeva la creazione di una carta d’identità falsa e la successiva stipula di una procura speciale, inducendo in errore un primo notaio. In questo atto, una complice impersonava la vera proprietaria, conferendo all’imputata il potere di vendere un immobile.
Successivamente, forte di questa procura falsa, l’imputata si presentava davanti a un secondo notaio per finalizzare la vendita dell’appartamento a compratori ignari, incassando somme considerevoli (80.000 euro in un caso e 40.000 in un altro).

Il Processo e i Motivi del Ricorso in Cassazione

Condannata in primo grado e in appello per i reati più gravi, l’imputata ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni. Il motivo principale riguardava la qualificazione giuridica del fatto: secondo la difesa, si sarebbe dovuto configurare il reato meno grave di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale (art. 495 c.p.) e non quello di falso in atto pubblico per induzione (artt. 48 e 479 c.p.), poiché il notaio si sarebbe limitato a registrare le dichiarazioni delle parti senza attestarne la veridicità. Altri motivi di ricorso lamentavano la mancanza di prove sulla sua partecipazione, un errore nel calcolo della pena e l’eccessività della sanzione.

Le Motivazioni della Suprema Corte: Il Ruolo Attivo del Notaio

La Cassazione ha rigettato quasi interamente il ricorso, fornendo chiarimenti fondamentali sul ruolo del notaio e sulla configurabilità del falso in atto pubblico.

La Qualificazione del Reato Notarile

Il punto centrale della sentenza è la distinzione tra l’attività del notaio come mero “certificatore” della volontà delle parti e la sua funzione di garante della legalità e della certezza degli atti. La Corte ha stabilito che la funzione notarile non si esaurisce nella semplice documentazione. Al contrario, il notaio svolge un’attività preparatoria e di verifica, inclusa quella sulla sussistenza dei poteri di rappresentanza.
Quando il notaio, indotto in errore da una procura falsa, attesta la presenza di un procuratore speciale legittimato a compiere l’atto, non sta semplicemente riportando una dichiarazione di parte. Sta invece compiendo una propria attestazione, basata su una verifica (seppur viziata dall’inganno), che conferisce all’atto una fede privilegiata. La falsità, quindi, non risiede nella dichiarazione della parte, ma nell’attestazione stessa del pubblico ufficiale, che certifica come vera una circostanza (l’esistenza di un valido potere di rappresentanza) in realtà inesistente. Questo integra pienamente il delitto di falso in atto pubblico.

L’Errore sul Trattamento Sanzionatorio

L’unico motivo di ricorso accolto è stato quello relativo a un errore di calcolo della pena. I giudici di merito avevano erroneamente considerato, ai fini della determinazione della pena complessiva, anche un reato che nel frattempo era stato dichiarato estinto per prescrizione. La Corte ha quindi annullato la sentenza su questo punto, senza bisogno di un nuovo processo, e ha direttamente eliminato la porzione di pena relativa a quel reato (un mese di reclusione).

Le Conclusioni: Implicazioni della Sentenza

Questa pronuncia ribadisce la gravità delle condotte volte a ingannare un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, specialmente quando queste sono finalizzate a garantire la sicurezza e la certezza dei traffici giuridici, come nel caso degli atti notarili. La sentenza sottolinea che l’affidamento riposto nella funzione del notaio merita la massima tutela. Chiunque utilizzi artifizi e raggiri per far attestare falsamente in un atto pubblico una qualità o un potere che non possiede, non risponderà di una semplice falsità personale, ma del ben più grave delitto di falso in atto pubblico. Un monito importante a tutela della fede pubblica e della correttezza delle transazioni immobiliari.

Quando la falsa dichiarazione a un notaio integra il reato di falso in atto pubblico?
Secondo la sentenza, ciò accade quando la falsità non riguarda il contenuto di una dichiarazione che il notaio si limita a registrare, ma induce in errore il notaio su un fatto che egli stesso attesta come vero a seguito di una propria verifica (anche se basata su documenti falsi). In questo caso, l’attestazione della presenza di un procuratore legittimato, basata su una procura falsa, costituisce falso in atto pubblico.

Perché la Corte di Cassazione ha parzialmente annullato la sentenza?
La Corte ha annullato la sentenza limitatamente al calcolo della pena, perché i giudici di appello avevano erroneamente incluso nel conteggio finale anche un reato che era già stato dichiarato estinto per prescrizione. Di conseguenza, ha eliminato la parte di pena corrispondente a quel reato, senza modificare la condanna per le altre imputazioni.

Il ruolo del notaio si limita a registrare la volontà delle parti?
No. La sentenza chiarisce che la funzione notarile è molto più ampia e complessa. Comprende un’attività preparatoria e di verifica necessaria a garantire la serietà, la certezza e la legalità dell’atto giuridico, inclusa la verifica dei poteri di rappresentanza delle parti. Questa funzione attiva giustifica la qualificazione del fatto come falso in atto pubblico fidefaciente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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