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Falso ideologico in atti pubblici: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di alcuni amministratori pubblici e di un imprenditore per il reato di falso ideologico. L’accusa sosteneva che un atto amministrativo (determina) avesse disposto l’affidamento di lavori di manutenzione scolastica in realtà già eseguiti. La Cassazione ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello illogica e contraddittoria, in quanto fondata su una prova (la demolizione di un tramezzo) che non riguardava le opere oggetto dell’affidamento contestato. La decisione sottolinea la necessità di una prova rigorosa e pertinente per ribaltare una sentenza di assoluzione.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falso Ideologico in Atti Pubblici: La Cassazione Annulla per Illogicità della Prova

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 16507/2025, offre un importante chiarimento sui requisiti probatori necessari per configurare il reato di falso ideologico in un atto pubblico, specialmente nel contesto degli appalti della Pubblica Amministrazione. La Corte ha annullato una condanna emessa in appello, evidenziando come una decisione di colpevolezza non possa fondarsi su elementi illogici e non pertinenti all’oggetto dell’accusa.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine da un’indagine su alcuni lavori di manutenzione straordinaria affidati da un Comune a una ditta privata per un edificio scolastico. Secondo l’accusa, il responsabile del settore lavori pubblici e un altro funzionario avrebbero commesso un falso, attestando in una determina dirigenziale la necessità di affidare lavori che, in realtà, erano già stati eseguiti dalla medesima impresa. L’obiettivo sarebbe stato quello di regolarizzare a posteriori una situazione di fatto, turbando al contempo le regole della concorrenza.

Il Percorso Giudiziario: dall’Assoluzione alla Condanna in Appello

In primo grado, il Tribunale aveva assolto tutti gli imputati. I giudici avevano ritenuto non provata l’anteriorità dei lavori rispetto alla data della determina e avevano escluso il reato di turbata libertà degli incanti, data l’assenza di una vera e propria gara pubblica.

La Procura, tuttavia, ha impugnato la sentenza. La Corte d’Appello ha ribaltato completamente la decisione, condannando gli imputati per il solo reato di falso ideologico. La condanna si basava principalmente su un elemento: la demolizione di un muro tramezzo all’interno della scuola, che avrebbe creato un grande ambiente utilizzato per una tombolata natalizia mesi prima dell’emissione della determina. Per la Corte d’Appello, questo fatto dimostrava inequivocabilmente che almeno una parte dei lavori era stata eseguita prima dell’atto di affidamento.

L’illogicità della prova e il principio sul falso ideologico

Contro la sentenza di condanna, gli imputati hanno proposto ricorso in Cassazione, lamentando un vizio di motivazione e un travisamento della prova. La Suprema Corte ha accolto i ricorsi, ritenendoli fondati.

Il punto centrale della decisione della Cassazione è la manifesta illogicità del ragionamento seguito dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno osservato che la condanna era interamente basata sulla pregressa demolizione del tramezzo. Tuttavia, esaminando la documentazione agli atti (in particolare la relazione tecnica e il computo metrico allegati alla determina), emergeva chiaramente che la demolizione di quel muro non era inclusa tra le opere appaltate.

In altre parole, la Corte d’Appello aveva fondato la prova del falso ideologico su un’opera estranea al contratto. Dimostrare che il muro era stato abbattuto prima non poteva, logicamente, dimostrare che anche i lavori oggetto della determina (come l’impermeabilizzazione e la tinteggiatura) fossero stati eseguiti in anticipo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha affermato che la motivazione della sentenza d’appello era viziata da un’omissione decisiva: non aveva valutato i documenti che definivano l’oggetto dell’appalto. Poiché la decisione di condanna poggiava esclusivamente su un elemento non pertinente, il ragionamento risultava contraddittorio e illogico. Questo vizio logico integra un travisamento della prova per omissione.

Inoltre, la Corte ha criticato l’interpretazione data dai giudici d’appello alla mancata redazione del verbale di consegna dei lavori. La Corte territoriale lo aveva considerato un indizio di colpevolezza, operando così un’inversione non consentita dell’onere della prova. Spetta all’accusa, infatti, dimostrare la colpevolezza dell’imputato, non a quest’ultimo dimostrare la propria innocenza. A maggior ragione, dal momento che era emerso che per lavori di modesto importo, come quelli in questione, la prassi del Comune era di non redigere tale verbale.

Le Conclusioni

La sentenza in esame ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la prova a fondamento di una condanna deve essere rigorosa, logica e direttamente pertinente ai fatti contestati. Non è possibile fondare un giudizio di colpevolezza, specialmente in riforma di una precedente assoluzione, su elementi fattuali che, sebbene accertati, non hanno alcun legame causale con l’oggetto del reato. La Cassazione, annullando la sentenza con rinvio a una nuova sezione della Corte d’Appello, ha ripristinato la necessità di un esame completo e logico del materiale probatorio, senza salti logici o travisamenti.

Quando un atto amministrativo può configurare il reato di falso ideologico?
Un atto amministrativo, come una determina dirigenziale, configura il reato di falso ideologico quando il pubblico ufficiale attesta falsamente l’esistenza dei presupposti di fatto per quella decisione. Nel caso specifico, si contesta di aver attestato la necessità di eseguire e affidare lavori che, in realtà, erano già stati completati.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna d’appello?
La Cassazione ha annullato la condanna perché basata su una motivazione illogica e contraddittoria. La Corte d’Appello aveva fondato la prova dell’anteriorità dei lavori sulla demolizione di un muro, ma tale demolizione non rientrava tra le opere previste e affidate con l’atto amministrativo contestato, rendendo la prova irrilevante.

Cosa si intende per travisamento della prova per omissione?
Si ha un travisamento della prova per omissione quando il giudice, nel motivare la sua decisione, ignora completamente un documento o una prova decisiva presente agli atti. In questo caso, la Corte d’Appello ha omesso di valutare la relazione tecnica e il computo metrico, documenti che avrebbero dimostrato l’estraneità della demolizione del muro rispetto ai lavori appaltati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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