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Falso grossolano: quando non esclude il reato di falso

Un individuo, condannato per possesso di banconote false, ha presentato ricorso sostenendo si trattasse di un ‘falso grossolano’ e quindi di un reato impossibile. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il falso grossolano si configura solo quando la contraffazione è riconoscibile a prima vista da chiunque. Poiché in questo caso sono state necessarie indagini tecniche per accertare la falsità, il reato sussiste.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falso Grossolano: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Non Punibilità

L’ipotesi del falso grossolano rappresenta una delle più interessanti eccezioni nel diritto penale in materia di contraffazione. Ma quando una falsificazione è davvero così ‘grossolana’ da non essere punibile? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, stabilendo un principio chiaro: se per riconoscere il falso sono necessarie competenze tecniche, il reato sussiste. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Il Ritrovamento delle Banconote False

Il caso ha origine dal ritrovamento, da parte delle forze dell’ordine, di un contenitore di vetro in un’area boschiva. All’interno erano custodite diverse banconote palesemente false. L’imputato, collegato al ritrovamento tramite un frammento di impronta digitale, veniva condannato sia in primo grado che in appello per il reato di detenzione di monete contraffatte.

I Motivi del Ricorso: Falso Grossolano e Pena Eccessiva

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due argomenti principali:

La Tesi del Falso Grossolano

Secondo il ricorrente, le banconote erano una contraffazione talmente evidente (stesso numero di serie, carta filigranata anomala) da integrare l’ipotesi del falso grossolano. Si tratterebbe, in questa visione, di un reato impossibile, poiché le banconote non avrebbero mai potuto ingannare nessuno, e quindi l’azione sarebbe inidonea a ledere il bene giuridico tutelato dalla norma (la fede pubblica).

La Censura sulla Pena

In secondo luogo, la difesa ha contestato l’entità della pena (due anni di reclusione e 600 euro di multa), ritenendola eccessiva e non adeguatamente motivata rispetto ai minimi edittali.

L’Analisi della Corte sul Falso Grossolano

La Corte di Cassazione ha respinto con fermezza la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno ribadito un principio giurisprudenziale consolidato: la grossolanità che rende il reato impossibile si verifica solo quando il falso è riconoscibile ‘ictu oculi’ (a colpo d’occhio) da qualsiasi persona di comune discernimento e avvedutezza.

Nel caso di specie, invece, la falsità delle banconote è stata stabilita con certezza solo a seguito di indagini tecniche. Il fatto che i verbalizzanti (soggetti con una certa capacità valutativa) le abbiano ritenute non autentiche non è sufficiente. L’accertamento tecnico ha anzi dimostrato ‘un’ottima efficacia imitativa’ e l’uso di espedienti tecnologici avanzati. La semplice coincidenza del numero di serie non basta a rendere una contraffazione ‘grossolana’, dato che le banconote erano comunque singolarmente spendibili e potevano ingannare il cittadino comune.

Le motivazioni

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile nella sua interezza. Oltre a smontare la tesi del falso grossolano, i giudici hanno ritenuto infondato anche il motivo relativo alla pena. La sentenza d’appello, infatti, aveva adeguatamente giustificato la sanzione, considerandola congrua in relazione a elementi specifici e negativi:

* L’elevato taglio delle banconote.
* L’accurato occultamento delle stesse.
* L’ottima qualità della contraffazione, indicativa di contatti con ambienti criminali professionali.
* La personalità dell’imputato, già gravato da precedenti condanne per reati della stessa indole.

La graduazione della pena, ha ricordato la Corte, rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non è sindacabile in Cassazione se, come in questo caso, è sorretta da una motivazione logica e sufficiente.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un concetto fondamentale: per escludere la punibilità, un falso non deve solo essere imperfetto, ma talmente rozzo da essere immediatamente riconoscibile da chiunque. Se una banconota contraffatta ha la capacità di ingannare, anche solo per un momento, una persona comune, il reato di falsità nummaria è pienamente configurato. La decisione rafforza la tutela della fede pubblica, limitando l’applicazione della scriminante del reato impossibile ai soli casi di contraffazione palesemente inidonea a trarre in inganno.

Quando una banconota falsa è considerata un ‘falso grossolano’ non punibile?
Solo quando la falsificazione è così evidente da poter essere riconosciuta ‘ictu oculi’ (a colpo d’occhio) da qualsiasi persona di comune discernimento e avvedutezza, senza la necessità di analisi tecniche.

Avere banconote false con lo stesso numero di serie è sufficiente per considerarle un falso grossolano?
No. Secondo la Corte, la mera coincidenza del numero di serie non costituisce di per sé un elemento che dimostra la grossolanità della contraffazione, specialmente se le banconote sono singolarmente spendibili e ben realizzate per il resto.

Come viene giustificata una pena superiore al minimo legale?
La Corte ha ritenuto la motivazione adeguata basandosi su elementi specifici come il taglio elevato delle banconote, il loro attento occultamento, l’ottima qualità della contraffazione e la personalità dell’imputato, caratterizzata da precedenti condanne per reati simili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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