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Falso grossolano: DURC e prescrizione del reato

La Corte di Cassazione analizza un caso di presunta falsificazione di un DURC. L’imputato sosteneva si trattasse di un falso grossolano, quindi non punibile. La Corte, pur riconoscendo la non manifesta infondatezza del ricorso, ha annullato la sentenza di condanna per intervenuta prescrizione del reato, non ravvisando l’evidenza di una prova di innocenza tale da prevalere sulla causa estintiva.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falso grossolano e DURC: quando la prescrizione prevale sull’assoluzione

Il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) è un certificato fondamentale per le aziende che operano nel settore degli appalti. Ma cosa succede se un DURC viene falsificato in modo palese? Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta il tema del falso grossolano, analizzando il delicato equilibrio tra l’assoluzione nel merito e l’estinzione del reato per prescrizione.

I Fatti del Caso: Il DURC Falsificato

Il legale rappresentante di una società veniva condannato nei primi due gradi di giudizio per aver falsificato un certificato DURC. Il documento, che attestava una regolarità contributiva in realtà inesistente, era stato presentato a un’azienda committente per poter proseguire in un rapporto di sub-appalto. La falsificazione, tuttavia, veniva scoperta quando la stessa azienda committente inoltrava il certificato all’INAIL per una verifica di veridicità, facendo emergere l’illecito.

I Motivi del Ricorso e la tesi del falso grossolano

L’imputato ricorreva in Cassazione basando la sua difesa su diversi punti cruciali. In primo luogo, lamentava il fatto che la Corte d’Appello non avesse ammesso nuove prove che, a suo dire, avrebbero potuto dimostrare la sua estraneità ai fatti. In secondo luogo, e questo è il punto centrale, sosteneva che la falsificazione fosse un falso grossolano.

Secondo la difesa, il documento era talmente palesemente contraffatto (un modello obsoleto, indirizzato a un ente diverso dal committente) da essere riconoscibile ictu oculi, ovvero a prima vista. Un falso così evidente, per legge, non è in grado di ledere la fiducia pubblica e, pertanto, costituisce un reato impossibile (art. 49 c.p.), che non dovrebbe essere punito. Infine, veniva eccepita l’avvenuta prescrizione del reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nell’analizzare il caso, si è trovata di fronte a un bivio. L’art. 129 del codice di procedura penale stabilisce un principio fondamentale: il giudice deve dichiarare immediatamente le cause di non punibilità più favorevoli all’imputato. L’assoluzione nel merito (ad esempio, perché il fatto non sussiste) è sempre più favorevole della prescrizione.

La Corte ha riconosciuto che il ricorso non era manifestamente infondato, in particolare per quanto riguarda l’argomento del falso grossolano. Tuttavia, ha chiarito che per poter pronunciare un’assoluzione nel merito che prevalga sulla prescrizione, la prova dell’innocenza deve essere ‘evidente’ e risultare dagli atti processuali senza necessità di ulteriori indagini.

Nel caso specifico, la complessità della vicenda e le questioni sollevate dall’imputato non permettevano di raggiungere una conclusione di innocenza ‘evidente’. La valutazione sulla grossolanità del falso avrebbe richiesto un apprezzamento di merito non consentito in sede di legittimità. Di conseguenza, non potendo assolvere nel merito, la Corte ha dovuto prendere atto dell’unica circostanza certa e indiscutibile: il decorso del tempo. Il reato era ormai estinto per prescrizione.

Le Conclusioni: L’impatto della decisione

La sentenza si conclude con l’annullamento senza rinvio della condanna perché il reato è estinto per prescrizione. Questa decisione offre un’importante lezione pratica: anche in presenza di argomenti difensivi solidi, come quello del falso grossolano, se la prova dell’innocenza non è di immediata percezione, la causa estintiva della prescrizione prevarrà. L’operatività del principio del favor rei (il favore verso l’imputato) trova un limite nel ‘congelamento’ della situazione processuale determinato dalla prescrizione, che impedisce nuovi accertamenti per verificare la fondatezza delle tesi difensive.

Quando un reato si estingue per prescrizione, è ancora possibile ottenere un’assoluzione nel merito?
Sì, ma solo se la prova dell’innocenza è ‘evidente’ e risulta chiaramente dagli atti processuali esistenti, senza la necessità di ulteriori indagini o valutazioni complesse. In caso contrario, prevale la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione.

Che cos’è un ‘falso grossolano’ e perché può escludere la punibilità?
Un ‘falso grossolano’ è una contraffazione così palese e maldestra da non poter ingannare nessuno. Poiché non è idonea a ledere la fiducia pubblica, la legge la considera un ‘reato impossibile’ (art. 49 c.p.), che non è punibile.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza senza rinvio?
La Corte ha annullato la sentenza senza rinvio perché ha dichiarato il reato estinto per prescrizione. Questa causa estintiva è emersa come certa e ha reso superfluo un nuovo processo di merito, dato che la prova di un’eventuale innocenza non era considerata ‘evidente’ dagli atti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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