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Falso giuramento: registrazioni ammesse come prova

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per falso giuramento. La sentenza conferma che le registrazioni di conversazioni effettuate da uno dei partecipanti sono prove documentali valide, anche se avvenute in luoghi di lavoro come un ufficio o la cucina di un ristorante, poiché non sono considerati privata dimora.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falso Giuramento e Registrazioni Nascoste: La Cassazione Fa Chiarezza

Il reato di falso giuramento, previsto dall’art. 371 del codice penale, rappresenta un grave attacco alla corretta amministrazione della giustizia. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 9253/2025) ha affrontato un caso complesso, offrendo importanti chiarimenti non solo su questo delitto, ma anche sull’ammissibilità delle registrazioni clandestine come prova nel processo penale. La decisione analizza il delicato equilibrio tra diritto di difesa e tutela della privacy, stabilendo principi chiave sull’uso di prove raccolte da privati cittadini.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine da un processo civile in cui una delle parti, rendendo un giuramento decisorio, aveva falsamente negato di aver conferito un incarico professionale alla sua controparte. Sulla base di questa dichiarazione mendace, l’individuo veniva condannato in primo grado per il reato di falso giuramento. La Corte d’appello di Messina confermava la condanna, spingendo l’imputato a presentare ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso: Notifiche e Prove Illegittime?

L’imputato basava il suo ricorso su due argomentazioni principali:

1. Vizi procedurali: Sosteneva la nullità del procedimento a causa di una presunta notifica irregolare del decreto penale di condanna originario, che a suo dire non gli era mai stato recapitato personalmente ma solo al suo avvocato del processo civile, all’epoca privo di nomina formale per l’ambito penale.
2. Inutilizzabilità delle prove: Contestava l’uso di registrazioni di colloqui, effettuate dalla persona offesa, avvenuti nell’ufficio e nella cucina del ristorante dell’imputato. Secondo la difesa, tali registrazioni erano clandestine e realizzate in luoghi di privata dimora, in violazione delle norme sulla privacy (art. 615-bis c.p. e art. 13 Cost.).

L’Uso delle Registrazioni nel Contesto del Falso Giuramento

Il punto centrale della sentenza riguarda l’ammissibilità delle registrazioni. La Cassazione ha respinto categoricamente la tesi difensiva, richiamando un principio consolidato stabilito dalla celebre sentenza “Torcasio” delle Sezioni Unite (n. 36747/2003). Secondo tale orientamento, la registrazione fonografica di una conversazione, effettuata da una persona che vi partecipa, non costituisce un’intercettazione illegale, bensì una forma di memorizzazione di un fatto storico. Di conseguenza, essa è pienamente ammissibile come prova documentale ai sensi dell’art. 234 del codice di procedura penale.

Ufficio e Ristorante non sono Domicilio Privato

La Corte ha inoltre smontato l’argomento secondo cui i luoghi delle registrazioni (ufficio e cucina di un ristorante) potessero essere qualificati come privata dimora. I giudici hanno chiarito che tali ambienti, essendo destinati all’esercizio di un’attività lavorativa e accessibili a una pluralità di persone (dipendenti, clienti, fornitori), sono da considerarsi “luoghi aperti al pubblico”. In questi contesti, il titolare non gode di un incondizionato “ius excludendi” (diritto di escludere terzi), come avviene invece nel domicilio privato. Pertanto, le tutele rafforzate previste per la privata dimora non trovano applicazione, rendendo le registrazioni pienamente utilizzabili.

La Decisione della Corte sulle Questioni Procedurali

Anche i motivi di ricorso di natura procedurale sono stati ritenuti infondati. La Cassazione ha osservato che l’eventuale invalidità della notifica del decreto penale era stata sanata dalla presentazione dell’opposizione da parte del difensore. Questo atto, infatti, dimostra che l’imputato era venuto a conoscenza del procedimento e aveva potuto esercitare il suo diritto di difesa. Inoltre, la Corte ha ribadito che il conferimento dell’incarico a un avvocato è un negozio a forma libera e può essere desunto da comportamenti concludenti, come il fatto che lo stesso legale assisteva l’imputato nel procedimento civile presupposto.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su principi giuridici solidi e consolidati. In primo luogo, ha riaffermato che l’opposizione a un decreto penale di condanna sana qualsiasi vizio di notifica, poiché l’atto raggiunge il suo scopo di portare il procedimento a conoscenza dell’interessato. In secondo luogo, ha confermato la piena legittimità dell’uso di registrazioni di conversazioni effettuate da uno dei partecipanti come prova documentale. La distinzione cruciale operata dalla Corte tra “privata dimora” e “luoghi aperti al pubblico” è stata determinante: un ufficio o la cucina di un ristorante rientrano in questa seconda categoria, dove le aspettative di privacy sono attenuate e non operano i divieti probatori più stringenti.

Le Conclusioni

La sentenza in esame offre due importanti lezioni pratiche. Da un lato, ribadisce la gravità del reato di falso giuramento, un delitto che mina la fiducia nel sistema giudiziario. Dall’altro, consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza sull’uso delle tecnologie di registrazione da parte di privati cittadini per tutelare i propri diritti. La decisione chiarisce che chiunque partecipi a una conversazione ha il diritto di registrarla per precostituirsi una prova, e tale prova sarà generalmente ammissibile in giudizio, a meno che la registrazione non avvenga violando il domicilio privato di una persona ignara.

Una registrazione audio fatta di nascosto da uno dei partecipanti a una conversazione può essere usata come prova in un processo penale?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la registrazione di un colloquio da parte di chi vi partecipa non è un’intercettazione illegale, ma costituisce una prova documentale pienamente ammissibile nel processo ai sensi dell’art. 234 del codice di procedura penale.

L’ufficio o la cucina di un ristorante sono considerati ‘privata dimora’ ai fini della tutela della privacy?
No. La sentenza chiarisce che questi luoghi, essendo destinati a un’attività lavorativa e accessibili a più persone, sono qualificati come ‘luoghi aperti al pubblico’. Pertanto, non godono delle tutele rafforzate previste per il domicilio privato e le registrazioni effettuate al loro interno sono utilizzabili.

Se un decreto penale non viene notificato correttamente all’imputato, ma il suo avvocato presenta opposizione, il vizio di notifica è sanato?
Sì. Secondo la Corte, la presentazione dell’opposizione da parte del difensore sana qualsiasi eventuale invalidità della notifica, perché dimostra che l’atto ha raggiunto il suo scopo, permettendo all’imputato di essere informato e di esercitare il proprio diritto di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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