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Falso elettorale: la Cassazione e la prescrizione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per falso elettorale, consistente nella formazione di una lista di candidati con sottoscrizioni false. La Corte ha confermato la correttezza del calcolo della prescrizione, chiarendo che la recidiva reiterata e specifica allunga notevolmente i termini, rendendo il reato non ancora estinto. Sono stati respinti anche gli altri motivi di ricorso, tra cui la richiesta di una perizia grafologica e l’eccezione di incompetenza territoriale.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falso Elettorale: La Cassazione Conferma la Condanna e Chiarisce il Calcolo della Prescrizione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 860 del 2024, ha affrontato un caso di falso elettorale, fornendo importanti chiarimenti sul calcolo della prescrizione in presenza di recidiva. La decisione conferma la condanna per un soggetto che aveva falsamente formato la lista dei candidati per le elezioni comunali, respingendo tutti i motivi di ricorso, in primis quello relativo all’estinzione del reato per decorso del tempo.

I Fatti di Causa: La Formazione di una Lista Elettorale Falsa

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per aver formato una lista di candidati per il consiglio comunale e per la carica di sindaco di un piccolo comune, utilizzando moduli di accettazione della candidatura con sottoscrizioni false. L’imputato, in qualità di incaricato di un partito politico, aveva depositato la lista presso gli uffici comunali nel 2012.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano confermato la sua responsabilità penale per il reato previsto dall’art. 90 del d.P.R. n. 570 del 1960, condannandolo alla pena di 1 anno e 2 mesi di reclusione, tenendo conto delle attenuanti generiche equivalenti alla contestata recidiva specifica e reiterata.

I Motivi del Ricorso: Tra Prescrizione e Vizi Procedurali

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su molteplici motivi. Il punto centrale del ricorso era la presunta intervenuta prescrizione del reato. Secondo il ricorrente, il termine massimo sarebbe già decorso, anche considerando le sospensioni processuali. Altri motivi includevano:

* L’errata applicazione della recidiva, sostenendo che i precedenti penali non fossero rilevanti.
* La mancata assunzione di una prova ritenuta decisiva, ovvero una perizia grafologica per accertare la falsità delle firme.
* La violazione delle norme sulla competenza territoriale del tribunale.
* La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

Le Motivazioni della Cassazione sul Falso Elettorale e Recidiva

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo infondati tutti i motivi. Di particolare interesse è l’analisi sul calcolo della prescrizione, che rappresenta il cuore della sentenza.

Il Calcolo della Prescrizione in Caso di Recidiva

La Corte ha stabilito che il calcolo effettuato dai giudici di merito era corretto. Il reato di falso elettorale ha una pena massima di 6 anni. A questo termine, in base all’art. 157 c.p., deve essere aggiunto un aumento di due terzi per la recidiva reiterata (art. 99, comma 4, c.p.), portando il termine a 10 anni.

Su questi 10 anni, si deve poi applicare l’ulteriore aumento massimo per gli atti interruttivi, pari a due terzi in caso di recidiva specifica e reiterata (art. 161, comma 2, c.p.). Il termine di prescrizione finale, quindi, diventa di 16 anni e 8 mesi dalla commissione del fatto, a cui si aggiungono i periodi di sospensione del processo. Di conseguenza, il reato commesso nel 2012 non era affatto prescritto.

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la recidiva, quando è circostanza a effetto speciale, incide sia sul calcolo del termine minimo di prescrizione sia su quello massimo in presenza di atti interruttivi, senza che ciò violi il principio del ne bis in idem.

Altri Punti Affrontati dalla Corte

* Prova Decisiva: La perizia grafologica non è considerata una prova “decisiva” la cui mancata ammissione determina automaticamente un vizio della sentenza. Si tratta di un mezzo di prova “neutro” la cui ammissione è rimessa alla discrezionalità del giudice.
* Particolare Tenuità del Fatto: La richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. non può essere presentata per la prima volta in Cassazione se la norma era già in vigore al momento del giudizio d’appello.
* Competenza Territoriale: L’eccezione di incompetenza territoriale è stata ritenuta tardiva, in quanto non sollevata nei termini previsti dal codice di procedura penale.

Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

Questa sentenza ribadisce la gravità del falso elettorale come reato che mina la correttezza del procedimento democratico. Sotto il profilo giuridico, offre una chiara guida sul complesso calcolo dei termini di prescrizione quando l’imputato è recidivo. La decisione sottolinea come la recidiva qualificata abbia un impatto significativo, allungando notevolmente i tempi necessari per l’estinzione del reato e garantendo che condotte gravi non restino impunite per il semplice decorso del tempo. Infine, la pronuncia consolida l’orientamento secondo cui le questioni procedurali, come la competenza e l’ammissione delle prove, devono essere sollevate tempestivamente nelle fasi di merito, precludendone la discussione in sede di legittimità.

Come incide la recidiva reiterata sul calcolo della prescrizione di un reato?
Secondo la sentenza, la recidiva reiterata e specifica, in quanto circostanza a effetto speciale, aumenta sia il tempo necessario per la prescrizione base (aggiungendo due terzi alla pena massima edittale), sia l’aumento massimo del termine in caso di atti interruttivi, portandolo a due terzi del tempo base così calcolato. Questo allunga notevolmente il periodo totale prima che il reato si estingua.

La mancata ammissione di una perizia grafologica costituisce sempre motivo di annullamento della sentenza?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che una perizia, inclusa quella grafologica, non rientra nel concetto di “prova decisiva” a discarico. È un mezzo di prova “neutro”, la cui ammissione è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito. La sua mancata effettuazione non costituisce, di per sé, un vizio che porta all’annullamento della sentenza.

È possibile chiedere l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto per la prima volta in Cassazione?
No. La sentenza ribadisce il principio secondo cui la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) non può essere dedotta per la prima volta in Cassazione se tale possibilità era già prevista dalla legge al momento della deliberazione della sentenza d’appello. La richiesta deve essere formulata nel giudizio di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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