LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Falso certificato medico: Cassazione nega la tenuità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un dipendente con ruolo dirigenziale condannato per aver utilizzato un falso certificato medico per giustificare un’assenza di 12 giorni. La Corte ha confermato che tale condotta integra il reato di falsità materiale e ha escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la gravità della condotta, la posizione del lavoratore e l’entità del danno economico causato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falso Certificato Medico: Quando la “Furbata” Costa Cara

L’utilizzo di un falso certificato medico per giustificare un’assenza dal lavoro è una pratica che, oltre a violare il rapporto di fiducia con il datore di lavoro, costituisce un reato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, negando la possibilità di considerare il fatto di “particolare tenuità” quando sussistono determinate condizioni aggravanti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un’Assenza Ingiustificata e un Danno Economico

Il caso riguarda un dipendente con una funzione dirigenziale, condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato di falsità materiale. L’imputato aveva prodotto un certificato medico, apparentemente rilasciato da un medico veterinario convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, per giustificare un’assenza dal lavoro protrattasi per ben 12 giorni.

Questa condotta non solo ha ingannato l’amministrazione di appartenenza, ma ha anche causato un danno economico non indifferente, quantificato in circa 2.500 euro, corrispondenti alla retribuzione indebitamente percepita durante il periodo di finta malattia.

Il Ricorso in Cassazione e le Tesi Difensive

Di fronte alla condanna, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, articolando la sua difesa principalmente su due punti:
1. Contestazione generica della colpevolezza: La difesa ha tentato di rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti e l’attribuzione della responsabilità, ma in modo generico e riproponendo argomenti già respinti dai giudici di merito.
2. Richiesta di non punibilità per tenuità del fatto: La tesi principale era che, anche ammessa la colpevolezza, il reato dovesse essere considerato di particolare tenuità ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale, e quindi non punibile.

La Valutazione sul falso certificato medico da parte della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno smontato le argomentazioni difensive con rigore logico-giuridico.

In primo luogo, il motivo relativo alla colpevolezza è stato definito “meramente riproduttivo” di censure già vagliate e correttamente disattese. La Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un giudice di legittimità che valuta la corretta applicazione della legge. Riproporre le stesse questioni senza evidenziare vizi specifici rende il ricorso inammissibile.

Le Motivazioni: Perché il Fatto Non è di “Particolare Tenuità”

Il punto centrale della pronuncia riguarda il rigetto della richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha chiarito che il giudizio sulla tenuità del fatto richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto, basata sui criteri dell’art. 133 del codice penale: modalità della condotta, grado di colpevolezza e entità del danno.

Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto che il fatto fosse tutt’altro che tenue per tre ragioni fondamentali:
1. La modalità della condotta e il ruolo del reo: Il falso è stato commesso o commissionato da un soggetto che rivestiva una funzione dirigenziale. Da una figura apicale ci si attende un maggior senso di responsabilità e lealtà, il che rende la sua condotta particolarmente grave.
2. La durata dell’assenza: L’assenza dal lavoro si è protratta per 12 giorni, un periodo significativo che ha inciso sull’organizzazione del lavoro e ha richiesto un esborso economico continuato da parte dell’amministrazione.
3. L’entità del danno: Il danno patrimoniale, pari a quasi 2.500 euro, è stato considerato “tutt’altro che esiguo”, contribuendo a escludere la minima offensività richiesta per l’applicazione della causa di non punibilità.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza della Cassazione invia un messaggio chiaro: la presentazione di un falso certificato medico è un reato grave le cui conseguenze non possono essere liquidate con leggerezza. La valutazione sulla “particolare tenuità del fatto” non è automatica e tiene conto di elementi qualitativi e quantitativi. Il ruolo di responsabilità del lavoratore, la durata dell’assenza fraudolenta e l’impatto economico sul datore di lavoro sono tutti fattori che possono precludere la via della non punibilità. Chi pensa di poterla fare franca con una “furbata” di questo tipo, rischia non solo il licenziamento, ma anche una condanna penale con tutte le conseguenze del caso, inclusa la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Presentare un falso certificato medico per giustificare un’assenza dal lavoro è reato?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che la condotta di chi si procura e utilizza un certificato medico falso, apparentemente rilasciato da un medico convenzionato, per ottenere un permesso dal lavoro, integra il reato di falsità materiale commessa dal privato (artt. 477 e 482 c.p.).

Perché in questo caso non è stata applicata la non punibilità per “particolare tenuità del fatto” (art. 131-bis c.p.)?
La non punibilità è stata negata perché il fatto non è stato ritenuto di lieve entità. I giudici hanno considerato la gravità della condotta, evidenziando che l’imputato rivestiva una funzione dirigenziale, l’assenza si è protratta per 12 giorni e il danno economico per l’amministrazione è stato significativo (quasi 2.500 Euro).

Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile se si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte nei gradi precedenti?
Sì, il ricorso è stato giudicato inammissibile anche perché le doglianze erano generiche e si limitavano a riproporre censure già adeguatamente esaminate e respinte dai giudici di merito, senza evidenziare specifici vizi di legittimità della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati