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Falsificazione assegno circolare: non è più reato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12962/2024, ha stabilito che la falsificazione di un assegno circolare non costituisce più reato. La Corte ha annullato una condanna per falso, riconducendo il fatto a un mero illecito civile, sulla base della natura non trasferibile del titolo. La condanna per il reato di truffa è stata invece confermata, con una rideterminazione della pena. La sentenza chiarisce l’impatto della depenalizzazione sulla falsificazione assegno circolare.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falsificazione Assegno Circolare: Quando Non è Reato Penale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12962/2024) ha fatto chiarezza su un punto cruciale del diritto penale: la falsificazione assegno circolare non costituisce più un reato. Questa decisione, che si allinea a un orientamento giurisprudenziale consolidato, riduce la condotta a un illecito di natura civile, con importanti conseguenze per chi si trova coinvolto in vicende simili. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le motivazioni dei giudici.

I Fatti del Caso: Truffa e Assegni Falsi

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo, inflitta sia in primo grado che in appello, per i reati di truffa e falso in assegno. Nello specifico, l’imputato era stato accusato di aver falsificato otto assegni circolari, tutti recanti lo stesso numero di serie e con contenuto contraffatto.

L’Appello e i Motivi del Ricorso

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Depenalizzazione del Falso: Si sosteneva che la falsificazione di assegni circolari, al pari di quella degli assegni bancari non trasferibili, non fosse più prevista dalla legge come reato.
2. Falso Grossolano: In subordine, si affermava che la falsificazione fosse talmente evidente da non poter ingannare nessuno, rendendo il reato impossibile.
3. Prescrizione: Infine, si deduceva l’estinzione del reato per decorrenza dei termini.

La questione della Falsificazione Assegno Circolare

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, annullando la sentenza per quanto riguarda il capo d’imputazione relativo al falso. I giudici hanno richiamato un’importante pronuncia delle Sezioni Unite (n. 40256/2018), che aveva già stabilito un principio fondamentale: la falsificazione di un assegno bancario con clausola di non trasferibilità non è più reato, ma un illecito civile. Questo a seguito delle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 7 del 2016.

La Corte ha esteso questo principio, per eadem ratio (per la stessa ragione), alla falsificazione assegno circolare. Poiché l’assegno circolare è per sua natura un titolo non trasferibile, la sua contraffazione ricade nella stessa logica di depenalizzazione. Di conseguenza, il reato di falso è stato escluso, e la relativa pena eliminata.

La Prescrizione del Reato

Di diverso avviso è stata la Corte riguardo al motivo sulla prescrizione, giudicato ‘manifestamente infondato’. La difesa aveva calcolato erroneamente i termini, non tenendo conto di un periodo di sospensione del processo di un anno e 30 giorni e di un aumento per la recidiva pari a 2/3, come correttamente indicato dalla Corte d’Appello. Il termine massimo di prescrizione, quindi, non era ancora maturato e scadrà solo nel gennaio 2025.

le motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su una rigorosa interpretazione della normativa e della giurisprudenza consolidata. La motivazione principale per l’annullamento della condanna per falso risiede nella natura intrinsecamente non trasferibile dell’assegno circolare. La depenalizzazione introdotta nel 2016 per i falsi in scrittura privata ha lasciato penalmente rilevanti solo le falsificazioni di titoli di credito trasmissibili per girata. Poiché l’assegno circolare non rientra in questa categoria, la sua falsificazione esce dall’ambito penale per entrare in quello civile. Il rigetto del motivo sulla prescrizione, invece, è motivato da un mero errore di calcolo della difesa, che non ha considerato correttamente gli istituti della sospensione e l’aumento per la recidiva reiterata, elementi che posticipano significativamente la data di estinzione del reato.

le conclusioni

La sentenza rappresenta un punto fermo per chiunque si trovi ad affrontare accuse simili. La falsificazione assegno circolare non comporta più una condanna penale, ma ciò non significa che la condotta sia lecita. Essa rimane un illecito civile, che espone il responsabile all’obbligo di risarcire i danni causati alla vittima. La condanna per il reato di truffa, invece, è rimasta in piedi, e la pena finale è stata semplicemente ricalcolata escludendo quella relativa al reato depenalizzato. Questo caso dimostra l’importanza di un’analisi legale accurata, capace di distinguere tra illeciti penali e civili e di calcolare correttamente i termini processuali come la prescrizione.

La falsificazione di un assegno circolare è un reato penale?
No. Secondo la sentenza in esame, a seguito della depenalizzazione, la falsificazione di un assegno circolare non è più un reato penale, ma integra un illecito di natura civile.

Perché la falsificazione di un assegno circolare non è più considerata reato?
Perché l’assegno circolare è per sua natura un titolo di credito non trasferibile. La Corte di Cassazione ha esteso, per la stessa ragione (eadem ratio), il principio di depenalizzazione già affermato per gli assegni bancari con clausola di non trasferibilità.

Come si calcola correttamente la prescrizione in un processo penale?
Il calcolo deve tenere conto non solo del tempo trascorso dalla commissione del reato, ma anche di eventuali periodi di sospensione del processo e degli aumenti del termine previsti dalla legge, come quello per la recidiva, che possono posticipare la data di estinzione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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