LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

False generalità: ricorso inammissibile e condanna

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di false generalità. La Corte ha ritenuto pacifica la condotta dell’imputato, che aveva fornito le generalità del proprio fratello, confermando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

False Generalità: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito la gravità del reato di false generalità, dichiarando inammissibile il ricorso di un imputato. Questa decisione sottolinea come la spendita di dati anagrafici non veritieri a un pubblico ufficiale integri una fattispecie di reato con conseguenze significative, inclusa la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello di Roma, che aveva condannato un individuo per il reato previsto dall’art. 495 del Codice Penale. L’imputato, nel corso di un controllo, aveva fornito alle autorità le generalità del proprio fratello, nel tentativo di celare la propria identità. Avverso tale decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, contestando le conclusioni dei giudici di merito.

L’Analisi della Cassazione sul Reato di False Generalità

La Suprema Corte, investita della questione, ha esaminato il ricorso proposto. L’analisi si è concentrata sulla fondatezza dei motivi di appello e sulla correttezza della motivazione offerta dalla Corte territoriale. La Cassazione ha rapidamente concluso per l’infondatezza del ricorso, evidenziando come la condotta dell’imputato fosse stata accertata in modo chiaro e inequivocabile.

La Pacificità della Condotta Illecita

Un punto centrale della decisione è il concetto di ‘pacificità’ della condotta. I giudici hanno ritenuto che la circostanza per cui l’imputato avesse fornito le generalità del fratello fosse un dato di fatto non controverso e ben motivato nel provvedimento impugnato. Di fronte a una ricostruzione fattuale così solida, il ricorso è apparso privo dei presupposti necessari per poter essere accolto.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione di inammissibilità sulla base della manifesta infondatezza dei motivi di ricorso. Secondo gli Ermellini, la motivazione della Corte d’Appello era logica, coerente e sufficiente a giustificare la condanna. L’atto di fornire false generalità era stato provato senza ombra di dubbio. Di conseguenza, il ricorso non presentava argomenti validi per una revisione della sentenza impugnata, portando inevitabilmente alla sua declaratoria di inammissibilità. Questa decisione comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito al ricorrente delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso infondato.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame conferma un principio consolidato: mentire sulla propria identità a un pubblico ufficiale è un reato grave. La decisione della Cassazione funge da monito, sottolineando che i tentativi di contestare condanne basate su prove evidenti e motivate in modo congruo sono destinati a fallire, con l’ulteriore aggravio di costi significativi per chi intraprende tali iniziative giudiziarie. La pronuncia ribadisce l’importanza della correttezza e della veridicità nelle dichiarazioni rese alle autorità e le severe conseguenze legali ed economiche derivanti dalla loro violazione.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso per false generalità è stato respinto?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché la Corte ha considerato la condotta dell’imputato, che aveva fornito le generalità del fratello, come un fatto pacifico e già adeguatamente motivato nella sentenza precedente.

Quale reato si configura fornendo dati personali falsi a un pubblico ufficiale?
Fornire false attestazioni o dichiarazioni a un pubblico ufficiale sulla propria identità o su qualità personali proprie o altrui configura il reato previsto dall’articolo 495 del Codice Penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati